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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 Gamberina (fiaba)
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Mavec
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Inserito - 19/06/2007 :  19:24:42  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Mavec

Gamberina

Gamberina era la disperazione di tutti. Mai un progresso a scuola, a casa, persino in altezza non aumentava, anzi sembrava che si facesse ogni giorno più piccola, ripiegandosi su se stessa, come una stanca vecchina.
Aveva una brutta abitudine: un passo avanti e due indietro. Incominciava a scrivere una lettera e non la terminava, iniziandola daccapo, non tanto per migliorarla, ma perché le andava così; decideva di farsi una corsetta nel parco e, a un certo punto, ritornava indietro, senza una spiegazione logica. Così in tutto, puntualmente.
Le riempivano la testa di parole come progresso, avanzamento, salto in avanti, sviluppo, tentando di cancellare dal suo vocabolario l’avverbio indietro e ogni vocabolo con il prefisso “ri”, tipo ri-tornare, ri-pensarci, ri-tentare e così via.
“Nella vita bisogna guardare sempre avanti e darsi da fare per vincere” - le ordinavano, con aria grintosa, dotti sapienti, aulici accademici, decrepiti maestri e giudici, compunte insegnanti, generali tutti d’un pezzo.
E fu così che il mondo, intorno a Gamberina che retrocedeva come un gambero rosso, procedeva, inesorabile, in avanti, sempre più, inarrestabile, impazzito nella sua corsa. Quando scoppiò la terza Grande Guerra, tutti non sapevano come tornare indietro, per cercare di arrestarla. Allora si ricordarono di Gamberina, che conosceva molto bene cosa significasse fare marcia indietro.
Non possedeva, la bambina, che il suo fragile cuore innocente e lo mise a disposizione di tutti con la magia della sua ingenuità e si compì uno strano miracolo. Alle sue parole i treni riportarono a casa i soldati, le macchine da guerra fecero dietro front negli arsenali, gli aerei ritornarono con la poppa negli hangar, le navi attraccarono ai moli in un modo strano e i computer ritrovarono immagini tutte colorate, ripescando, a ritroso, vecchi files. Anche il “nemico” si comportò parimenti e ritornò il bene più prezioso: la pace, semplicemente ritornando alle origini, quando il mondo era più buono e la fantasia galoppava nei cieli.

Mario Vecchione

   
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