Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 06/07/2007 : 17:03:41
IL SOGNO DI POSEIDONE MARINA FIABA ESTIVA
Poseidone nome dato in onore del re dei mari era un piccolo cefalo dorato con una macchietta nera sull’occhio sinistro . Quando nacque Poseidone insieme ad altri circa trenta fratellini e sorelline, la mamma ed il papà la signora Cefalina ed il signor Cefalino invitarono un sacco d’amici alla festa della loro nascita . Giunsero così dai lontani mari freddi e tropicali, amici e parenti e con loro tanti doni per i piccoli appena nati. Fu una gran festa , e si divertirono molto i congiunti invitati. Papà Cefalino De Cefaloni lisciandosi i baffetti fù veramente soddisfatto di quella covata, che alla sua signora moglie regalò una collana di perline, decorata a mano , lavorata nei lontani mari del sud. Dopo quella gran festa , i pesciolini iniziarono a pinnegiare di qua e di là sempre accompagnati dalla mamma e dal papà. Sfilando tutti allineati , birichini e sorridenti tra l’alghe e le rocce in fondo al mare. Era una bella scena di famiglia , tutte le comare del d’intorno mare , non facevano altro che parlare bene di quella famigliola. La signora calamara apostrofava i suoi piccoli , sul modo corretto del nuotare dei piccoli cefalini perfino la scorbutica signora Dentice ne rimase incantata e ne parlava bene con chiunque avesse ad incontrare. Poseidone cresceva nel gruppo insieme ai suoi fratellini e sorelline si divertiva un mondo con loro soprattutto quando si ritornava a casa all’interno d’una piccola grotta sottomarina e si poteva giocare di nascosto a tirare i sassolini o giocare con la palla di corallo. Anche se continuava ad essere una ammonizione da parte dei genitori a non avventurarsi da soli lungo il grande mare per Poseidone e i suoi fratelli era una tentazione irresistibile . Il grande mare non aveva un fine ne un inizio , un mistero profondo. Spesso Poseidone notava delle luci verso la superficie, dell’ombre vaghe che l’attiravano confuso, avrebbe voluto nuotare verso di loro andare a vedere cosa fossero. Ma la paura , e le raccomandazioni dei genitori lo fermavano facendogli bloccare la pinna , e ritornare a nuotare dritto verso altre mete. Per diverse notti Poseidone sognò , di vedere da vicino quell’ombre e quelle luci in superficie, colori e figure leggiadre nella luce solare ma mentre nuotava felice verso di loro si trovava prigioniero in una grossa rete insieme ad altri pesci grandi e piccini. Il bel sogno si tramutava in un incubo , si svegliava di colpo impaurito correva a nascondersi sotto la grande pinna della mamma in attesa che passasse quello strano spavento. Una bella mattina, uno stridulo suono corse fin sotto al mare era una fischio prolungato e potente da far vibrare le squame dell’ udito. In lontananza apparve una grande ombra oscura s’ avvicinava sempre più verso di loro. Papà Cefalino corse a vedere cosa era e dopo aver quasi volato a pelo d’acqua, vide con suo stupore un gigantesco transatlantico avvicinarsi minaccioso sbuffando grossi nuvoloni neri dalla canna fumaria verso la costa. Corse a più non posso, per avvertire tutti gli altri abitanti di quel breve tratto di mare dell’imminente pericolo . Corse a perdifiato per mettere in salvo l’intera sua famiglia, facendo lunghissimi balzi in avanti. Mamma Cefalina preoccupata come non mai teneva i suoi figlioli al riparo dentro una piccola caverna marina, ammonendoli di non muoversi da lì per nessuna ragione al mondo. Una volta tutti al riparo, il grande transatlantico giunse nelle loro vicinanze ed il timore intuito divenne subito terrore poiché nel suo passaggio delle grandi onde smossero ogni cosa , provocando vortici e correnti che risucchiarono tutto ciò che vi finiva dentro. Poseidone fù uno dei tanti piccoli pesciolini ad essere , risucchiati dalla corrente e venne trasportato lontano dalla sua famiglia. Furono ore e giorni duri , ritrovarsi solo , in mezzo al grande mare, indifeso , preda facile di tanti malintenzionati. Non sapendo cosa fare incominciò a nuotare a più non posso in lungo e in largo per il grande mare, gridando con tutte le sue forze i nomi dei suoi fratelli e delle sue sorelle , che non vedeva più. Fu così , nuotando sfinito , affamato riuscendo chi sa come a sfuggire ai tentacoli d’una grande medusa Nuotando a più non posso sempre più verso il fondo , si rifugiò al fine in un vecchio veliero disteso sul manto sabbioso . Dei grandi cannoni di bronzo ,e grossi botti erano disseminati ovunque, Poseidone s’infilò dentro, in attesa che passasse il pericolo per poter ritornare a ricercare la sua famiglia. In quel luogo oscuro tra le travi corrose di legno , ebbe modo di fare amicizia con un simpatico pesce pappagallo di nome Glauco giunto sulla scia spumosa dell’eliche del grosso transatlantico . Aveva viaggiato a lungo , schivando le fauci di pescecani e grandi pesci predatori sempre pronti a volerselo pappare in un sol boccone. Aveva infranto, causa la sua innata curiosità la regola d’ allontanarsi sconsideratamente dalla barriera corallina ove vivevano tutti gli altri componenti della sua famiglia. Dopo essersi presentati e raccontato le loro rispettive vicissitudini Poseidone e Glauco si giurarono eterna amicizia, d’aiutarsi fraternamente a ritornare a casa per poter riabbracciare i loro rispettivi familiari dispersi. I due amici impauriti , dopo essere rimasti a lungo al riparo dentro la pancia del vecchio veliero , ed essersi raccontato ogni cosa della loro vita , spinti da un certo brontolio allo stomaco incominciarono a veder doppio dalla fame , con prudenza si spinsero intimoriti fuori in mezzo al mare alla ricerca di qualche alga da sgranocchiare o mollusco o rametto d’erba marina da mangiare. Nuota ,nuota trovarono ogni ben che soddisfò la loro fame. Finito il bel banchetto , il pesciolino Pappagallo Glauco cantò delle belle canzoncine che fecero addormentare Poseidone beatamente. Dopo aver dormito tutta la notte nella pancia del vecchio veliero in fondo al mare ,Poseidone e Glauco furono svegliati dalla luce del sole. Schizzarono lesti dal loro nascondiglio e facendo mille capriole rincorrendosi l’un l’altro , ripresero il loro viaggio . Ma questa volta non riuscirono a fare tanta strada , poiché tutto un tratto si sentirono presi in una grande rete trainante che faceva man bassa d’ogni forma viva in fondo al mare. Poseidone voleva gridare, ma si sentiva inerme era rivivere quel suo sogno che faceva da piccolo, ma adesso purtroppo era tutto vero e lui non poteva fuggire a nascondersi sotto la grande pinna della mamma poiché era solo, indifeso contro qualcosa che aveva sempre temuto un dì s’avverasse. Si vide portare verso la superficie , l’azzurro del mare diveniva celeste e bianco , non riusciva a distinguere bene le forme , vedeva grandi braccia tirare su la grande rete, e uno strano essere con un grande barba scura ridere soddisfatto di sé. Furono attimi terribili, provò a chiamare Glauco , lo cercò tra le centinaia di pesci e piccoli calamaretti , si girò e rigirò, poi tutto d’un tratto lo vide balzar fuori con in capo una grande alga verdognola e sorridergli . Poseidone sono qui , tutto bene, come riusciremo a fuggire adesso da questo imbroglio? Sempre gridando Poseidone rispose : Non lo sò ,prova a farti venire qualche idea mondo pesciolino ! Se no finiamo entrambi in padella! Poseidone pensò tra sé : Ora sé ci fosse papà saprei cosa fare. Dopo essere stati tirati su in barca , il pescatore contento apri le rete e la svuotò sul fondo della barca, aveva fatto una buona pesca, al mercato tanta roba fresca l’avrebbero pagata sicuramente bene. Forse da quel pescato avrebbe potuto anche portarne un po’ a casa , e chi sa regalarne un po’ a mastro Biagio che gli aveva aggiustato la rete il mese scorso senza prendersi pagato. Era contento il pescatore prese a cantare , pensando di ributtare di nuovo la rete in mare per un ultima volta e far ritorno piano verso la costa. Svuotata per intero la rete , Poseidone cadde in mezzo a tanti pesci , in tanti piangevano e si disperavano , gridavano: Voglio la mia mamma. Poseidone senza farsi prendere dal panico , dopo essere finito accanto ad un polipo monco d’un tentacolo provò a guardare meglio dove si trovava e guarda qua guarda là, cosa vedono i suoi occhi i suoi fratellini e le sue sorelline disperati e piangenti. Oh Dio! disse : mondo pesciolino i miei fratelli e le mie sorelle ! Provò a chiamarli e loro dopo averlo riconosciuto e riabbracciato gli raccontarono come fosse malauguratamente caduti anche loro nella rete mentre nuotavano tutti insieme alla ricerca di cibo al largo d’un promontorio. Mamma e papà, sono salvi ? disse Poseidone . Non sappiamo nulla dove sono finiti , erano scesi in fondo al mare quando noi in attesa della loro risalita dagli abissi, siamo stati presi nella rete per nostra sfortuna. Come faremo adesso ad uscire da qui Poseidone, gli chiesero tutti in coro. Poseidone si gratto il capo con la pinna e disse non lo sò mondo pesciolino ci vorrebbe solo un miracolo. Così l’inaspettata sorte giunse come il vento di ponente. Un surfista astigmatico e anche un po’ miope privo degli occhiali mentre provava una tavola da surf con vela , corse come il vento su d’un onda poi un’altra ancora per andare a speronare con un gran botto la povera barca del pescatore. L’urto fu molto forte , la barca si catapultò ruotandosi su se stessa fece cadere in acqua il pescatore e l’intero pescato di quel giorno. Le parolacce non si possono elencare . L’imprecazione furono tante. Il pescatore infuriato nero voleva stringere le sue grandi mani intorno al collo dell’orbo surfista, che poverino avendo ingoiato molto acqua e in stato confusionale gridava: Aiuto aiuto salvatemi ve ne prego annego! Intanto i pesciolini di nuovo liberi nel mare nuotarono lesti lontano da luogo , per ore tutti insieme uniti in branco, e solo dopo essersi sentiti stanchi e sfiniti e nascosti in una grande grotta marina si dissero salvi. La gioia di ritrovarsi fù grande Poseidone riabbraccio felice come non mai i suoi fratelli e le sue sorelle . Un pesce trombetta , ed un pesce chitarra insieme ad un pesce tamburo presero a suonare un motivo allegro che allietò l’incontro. La notizia della loro liberazione non tardò a farsi udire, di bocca in bocca sull’eco dell’ onde marine la lieta notizie si sparse per i sette mari. Un anziano merluzzo conoscendo per caso i genitori dei pesciolini salvi, corse lesto a cercarli , li trovò al calar del sole afflitti e disperati , gli comunicò la felice notizia. Schizzarono nell’acqua ed abbracciarono l’anziano merluzzo fecero giro tondo quanto è bello il mondo , e dopo averlo tanto ringraziato corsero dai loro piccoli che l’attendevano intimoriti nella grotta. Ci fù così una gran festa durò tre giorni , tantissimi invitati che mamma Cefalina stremata e felice d’aver ritrovati i suoi figlioli s’addormentò di colpo in una conchiglia . Nel bell’evento in corso segui inaspettato anche la promessa di matrimonio d’una sorella di Poseidone con Glauco il pesce pappagallo suo amico della passata avventura. In seguito ebbero tanti pesciolini pappagallo che fecero la gioia dei zii e soprattutto di Poseidone che amava molto i bambini. Per questo aprii una scuola di salvataggio , e insegno a tutti pesci dei sette mari come difendersi e cosa sapere sul quel grande essere che ha il nome di Pescatore. Il mare dopo tante avventure sembrò ritornare sereno e piatto riscaldato dall’estivo sole, solcato in volo solo da qualche gabbiano solitario, bianco come una nuvola in mezzo al cielo azzurro,precipitante in acrobatiche picchiate a caccia di qualche cosa da mangiare. Ma questa è un’altra storia che vi racconterò un altro giorno adesso vi basta sapere che i nostri amici son felici là giù in fondo al mare tutti insieme cullati dal canto marino delle sirene regine di tante mitiche leggende mediterranee.
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