Già dalle prime ore del mattino una bassa musica (con tamburr e fischarule) pervade le vie del paese per svegliare la gente che dovrà accompagnare in processione la statua settecentesca della Madonna fino alla chiesetta a Lei dedicata e situata a 3 chilometri dall’abitato.

Il pellegrinaggio ha luogo di pomeriggio a piedi fino al sagrato della chiesetta, ove si celebrano il Rosario e la Messa.

Al termine delle Funzioni inizia la spettacolare sagra della tagghiarina (fettuccina casalinga) condita con sugo piccantissimo e distribuita gratuitamente a tutti i presenti su spatole di ficodindia (come usava anticamente) o su altri recipienti anche improvvisati (oggi, purtroppo, per lo più sostituiti da piatti di plastica).

E’ questa una tradizione che si fa risalire a tempi molto antichi, quando, in ricorrenza della festa della Madonna, la pasta era distribuita piamente ai molti poveri della comunità; vestigia più remote alludono a soccorsi prestati ai naufraghi saraceni (in realtà pirati) presso la chiesetta, dove erano accolti e rifocillati; addirittura pare che dopo questa accoglienza molti mori si convertissero al Cristianesimo.

Calderoni fumanti pieni di pasta arrivano con il carro agricolo dalle enormi ruote trainato da buoi bianchi ornati a festa con edera e fiocchi.

Benché la pasta sia benedetta, l’effetto dell’acqua santa è attutito dal sugo al peperoncino, che indiavola la tagghiarina, e dalle abbondanti libagioni di robusti vini locali.

Dopo l’abbondante e allegra mangiata, all’imbrunire i fedeli ritornano verso l’abitato con la statua in trionfale processione per il rito d’affidamento della città alla Vergine.

Il corteo percorre le vie cittadine, tra preghiere, luminarie, bande musicali, fuochi d’artificio, nocciole e spumoni.

Ovviamente sempre in devozione ed onore della Madonna della Stella.