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 RONDINI
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cuocoligure
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Inserito - 16/08/2007 :  22:53:40  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
Replicando ad una deliziosa riflessione di Luisa Camponesco, avevo inserito la poesia di Adolfo Bequer, poeta spagnolo dell’ ‘800, (seguita da una mia libera traduzione). Notando poi che era passato da poco il 10 agosto, come non pensare a Giovanni Pascoli.... mi é venuta, quindi, l’idea di iniziare questo nuovo TEMA, su cui inserire poesie (famose e non) ed anche canzoni, che fanno riferimento a questi uccelli, tanto cari e tanto presenti, nei miei (e credo di molti) ricordi di infanzia.

Ripropongo la citata di Bequer:

VOLVERAN LAS OSCURAS GOLONDRINAS


Volverán las oscuras golondrinas
en tu balcón sus nidos a colgar,
y otra vez con el ala a sus cristales,
jugando llamaran;


pero aquellas que el vuelo refrenaban
tu hermosura y mi dicha al contemplar;
aquellas que aprendieron nuestros nombres,
esas... !no volverán!


Volverán las tupidas madreselvas
de tu jardín las tapias a escalar,
y otra vez a la tarde, aun mas hermosas,
sus flores abrirán;


pero aquellas cuajadas de roció,
cuyas gotas mirábamos temblar
y caer, como lagrimas del día...
esas... !no volverán!


Volverán del amor en tus oídos
las palabras ardientes a sonar;
tu corazón, de su profundo sueño
tal vez despertara;


pero mudo y absorto y de rodillas
como se adora a Dios ante su altar,
como yo te he querido... desengáñate,
!así no te querrán!


Torneranno le nere rondinelle
Sul tuo balcone a posare i loro nidi
E un’altra volta con le ali sui vetri,
Giocando chiameranno;

peró quelle che nel volo cantavano
la tua bellezza e le mie parole contemplare,
quelle che impararono i nostri nomi,
quelle....... non torneranno!

Torneranno fitti i rampicanti
del tuo giardino i muri a ricoprir
e un altra volta al meriggio, anche piú belli
s’apriranno i loro fior,

peró quelli bagnati di rugiada,
le cui gocce miravamo cadere
tremolanti come lagrime del giorno
quelli...... non torneranno!

Torneranno a risuonare nei tuoi orecchi
Ardenti le parole dell’amore
Il tuo cuore dal suo profondo sonno
Ancor si sveglierá;

peró in ginocchio, muto ed assorto
come si adora Dio sul suo altar
come ti ho amato io...... disillusionati,
cosi....non ti ameranno!

aggiungo i versi famosi di Giovanni Pascoli :

Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.


cuocoligure

cuocoligure
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Inserito - 17/08/2007 :  17:43:59  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
PROVERBI


Rondini basse nel cielo scuro,

pioggia in arrivo, questo è sicuro

cuocoligure

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Capinera
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Inserito - 17/08/2007 :  22:25:45  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Capinera  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Capinera
Mi viene in mente......

"UNA RONDINE NON FA' PRIMAVERA"

"San Rocco, la rondine fa fagotto"

"San Benedetto, una rondine sotto il tetto"


"Come il passero svolazza, come la rondine vola via, così la maledizione senza motivo non ha effetto"


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cuocoligure
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Inserito - 17/08/2007 :  23:33:18  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
NON TI SCORDAR DI ME

Brano scritto nel 1935 da due autori napoletani, il paroliere Domenico Furnò e l'illustre Eugenio De Curtis. La canzone, un valzer lento con echi di melodramma, fu lanciata addirittura da Beniamino Gigli
'Non ti scordar di me' in questi anni è diventata uno 'standard' presente nel repertorio di molti tenori: Carlo Bergonzi, Luciano Pavarotti la esegue pressoché regolarmente - ricavandone anche uno dei suoi tipici duetti in occasione di un concerto della serie "Pavarotti International", facendosi accompagnare dalla cantante pop Vanessa Williams (1998). Il pezzo si presta in effetti anche ad arrangiamenti più moderni, come ha dimostrato Sergio Leonardi, che nel maggio 1968 l'ha riportata in hit-parade in una versione quasi "beat".

Partirono le rondini
dal mio paese freddo e senza sole,
cercando primavere di viole,
nidi d'amore e di felicità
La mia piccola rondine partì
senza lasciarmi un bacio
senza un addio partì

Non ti scordar di me;
la vita mia legata è a te
io t' amo sempre più
nel sogno mio rimani tu

Non ti scordar di me
la vita mia legata è a te
c'è sempre un nido
nel mio cuor per te

Non ti scordar di me!

Non ti scordar di me!


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cuocoligure
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Inserito - 18/08/2007 :  21:04:20  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
Cronaca d’altri tempi:

LE PETIT JOURNAL
n.1196 Dimanche 9 oct 1913


SALVATAGGIO DI RONDINI


Sorpresi da una tempesta di neve, durante la traversata delle Alpi, migliaia e migliaia di rondini hanno trovato rifugio nel Monastero del San Bernardo.
I monaci del San Bernardo, non si occupano solo di cercare, grazie ai loro celebri cani, soccorrere e ospitare i viaggiatori sorpresi dalla neve, ma arrivano anche a dare rifugio agli uccelli.
Qualche giorno fa, una improvvisa bufera di neve ha sorpreso migliaia e migliaia di rondini provienti dal nord, che si sono diretti verso il Monastero per trovare rifugio. I monaci hanno aperto loro porte e finestre, mentre giá la neve fioccava abbontante. In un istante tutte le sale furono riempite dai piccoli uccelli stremati dalla fame, dalla fatica e dal freddo. C’erano uccelli dappertutto: nella Cappella, nel refettorio e nelle celle dei monaci, che accesero fuochi per riscaldare e rianimare i poveri animali.
L’indomani, dopo una notte di riposo con il tempo tornato al bello, la miriade di rondini riprese il viaggio verso il sud. Nonostante tutto ció, i monaci dovettero seppellire migliaia di cadaveri di uccelli, ammassati nei dintorni del Monastero che non avevano potuto trovare asilo.


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ophelja
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Inserito - 19/08/2007 :  14:36:22  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja

Le RONDINI sono
forbici leggere
che tagliano il cielo
coi loro voli neri.


(da ”I draghi locopei” di Ersilia Zamponi)




La RONDINE arriva da tanto lontano perché è freccia e arco contemporaneamente


(Aforisma di Ramon Gomez de la Serna)


Ophelja
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Inserito - 19/08/2007 :  18:01:41  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
Nel tema SFIDA MUSICALE, che trovate in altra sezione di LABORATORIO CREATIVO, l’amica Elena Fiorentini, nell’ultimo quiz, ha inserito questa bella canzone, che ripropongo opportunamente qua:


RONDINE AL NIDO


Sotto la gronda della torre antica
Una rondine amica,
Allo sbocciar del mandorlo é tornata.
Ritorna tutti gli anni,
Sempre alla stessa data;
Monti e mare essa varca per tornar.
Solo amore
Quando fugge e va lontano
Speri in vano e non torna piú.

Nella penombra dolce della sera
passa la primavera.
Cinguettano le rondini nel volo,
Ebbre di luce e d'aria.
Ed io son triste e solo;
Monti e mare tu non varchi per tornar.
Mia piccina, fosti tutta la mia vita;
Sei fuggita e non torni piú.


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Inserito - 19/08/2007 :  18:03:33  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
Con l'amica Elena Fiorentini abbiamo inserito la stessa canzone nello stesso istante.......


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Elena Fiorentini
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Inserito - 19/08/2007 :  18:34:32  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Ho cancellato la mia versione perché, colta da stanchezza, avevo anche scritto il titolo sbagliato!!!!
Dovrei cercare la partitura perché ammetto candidamente di non ricordare più di chi è la musica. De Crescenzo è l'autore delle parole?
e la musica? Oppure De Crescenzo è autore di Musica e parole? Chi scioglierà l'enigma?
Posso aggiungere che ho accompagnato il tenore Del Forno in quasta canzone nel concerto di ferragosto a Ferriere, provincia di Piacenza, alcuni anni fa.
E. F.

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Inserito - 19/08/2007 :  21:47:17  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
......dalle informazioni in mio possesso, Vincenzo De Crescenzo é autore di musica e testo di questa bellissima canzone, mentre é autore solo delle parole di LUNA ROSSA la cui musica é di Vian (Antonio Viscione).

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Inserito - 20/08/2007 :  14:51:08  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
per ritornare al tema:


UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA

Quante rondini ci vogliono
per fare primavera?

C’è un proverbio che dice una rondine non fa primavera. Ma dodici rondini? E ventiquattro? Ventiquattro rondini si misero d’accordo e ai primi di febbraio partirono dall’Africa e arrivarono in una campagna vicino a Perugia. Incominciarono a volteggiare e a cinguettare intorno a un grande albero di melo che non aveva ancora messo le gemme. Tutto intorno nei campi c’erano ancora delle chiazze di neve. Le rondini battevano i denti per il freddo, ma già che avevano fatto il viaggio continuarono a recitare la loro parte volteggiando e cinguettando con tutta la voce che avevano, come se fosse primavera.
I vermetti che dormivano nascosti nella corteccia rugosa del grande melo incominciarono a svegliarsi e a mettere fuori la testa. Guarda un po’ che primavera fredda quest’anno, dicevano. Ma non facevano nemmeno in tempo a guardarsi intorno che arrivava una rondine e con una beccata se li mangiava in un boccone.
Centinaia di vermetti fecero una brutta fine per colpa di quelle ventiquattro rondini che avevano messo in scena la finta primavera. Alcune larve addirittura misero le ali e diventarono farfalle, ma restarono malissimo quando si accorsero che nei prati non c’era nemmeno una primula, nemmeno una giunchiglia, nemmeno un ciclamino. Ma che razza di primavera è questa? dicevano le farfalle rabbrividendo. E cercavano di ritornare nei loro buchi, ma adesso che avevano le ali non ci stavano piú dentro. Molte farfalle si presero la polmonite e andarono all’ospedale.
Le ventiquattro rondini che venivano dal caldo africano si presero la polmonite anche loro e dovettero andare tutte all’ospedale dove rimasero fino ai primi soli di maggio.

MALERBA, Luigi. Storiette e Storiette tascabili.
Editora Einaudi, 1994. p. 40-41.

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Capinera
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Artista: Giampiero Artegiani
Titolo: E Le Rondini Sfioravano Il Grano
Autori: Artegiani - Marrocchi
Edizione: Sanremo 1986

Con la nuova stagione si sciolse la neve
Azzannata dai raggi del sole e con la
Nuova stagione i miei sandali azzurri
Lasciarono i vecchi aquiloni
E sbocciarono papaveri rossi
E il primo amore un uragano
E le rondini sfioravano il grano
Garrivano e sfioravano il grano
Evitavo i compagni e le feste
E scappavo da solo sul colle più alto
Era bello restare in silenzio per ore a guardare
Il paese lontano
Aspettare l'arcobaleno
Con il mento sulla mano
E le rondini sfioravano il grano
Garrivano e sfioravano il grano
E sciolsi l'anima
E volai su oceani limpidi
E cercai foreste vergini per lei

Le mie inquietudini trovai
Quanti ricordi avrai
Ma tu non li ascolti mai
E non so
Che cosa te ne fai che vuoi
Da un uomo come me
E resto qui senza te anche se tu sei qui
Che strano
Pomeriggi di mani confuse di sguardi e silenzi
Di voglie improvvise io ti amo davvero
Le dissi ti prego non dirmi che sono un bambino
Anche se non so far l'amore
Anche se il mio mondo è strano
Lei sorrise e sfiorò la mia mano
E le rondini sfioravano il grano

E sciolsi l'anima
E volai su oceani limpidi
E cercai foreste vergini per lei
Le mie inquietudine scordai
Quanti ricordi avrei ma tu
No capiresti mai e non so
Che cosa tre ne fai che vuoi
Da un uomo come me
E resto qui senza te anche se tu sei qui
Che strano
E le rondini sfioravano il grano




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Inserito - 20/08/2007 :  16:46:18  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
grazie Capinera della bella foto, non sono ancora capace di...inserirne!


Soren Kierkegaard


Diario íntimo (fragmento)

Immaginiamo un uccellino: per esempio una rondine innamorata di una giovinetta.. La rondine potrebbe, per tanto, conoscere la ragazza (per essere diversa dalle altre), peró la giovane non puó distinguere la rondine tra centomila.
Immaginate il suo tormento quando al suo ritorno a primavera, la rondine direbbe:” Sono io” e la ragazza le rispondesse: ” Non posso riconoscerti” . In effetti, la rondine manca di individualitá. Di qui si deduce che l’individualitá é il presupposto principale per amare, .........


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Inserito - 20/08/2007 :  22:20:48  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
STORIA DI EMIGRAZIONE

In Argentina li chiamavano : LAS GOLONDRINAS(rondini)
Negli Stati Uniti: BIRDS OF PASSAGE (uccelli di passo)

Partivano, si diceva, per cercar fortuna, ma non era certo che questa si facesse trovare.

Partirono a migliaia, dal profondo Nord e dal profondo Sud, non c’era distinzione tra le due latitudini. C’era solo la miseria comune a spingere oltre oceano, ma anche nel nord d’Europa o nella piú vicina Africa migliaia e migliaia di braccianti, taglialegna, minatori o semplici disoccupati che andavano in cerca di fortuna. Non la incontravano tanto facilmente, anzi spesso per loro era ancora piú fame e piú umiliazione in un paese sconosciuto.
Molti incontrarono la possibilitá di costruire un nuovo nido, alcuni di costruire una solida casa, ma tanti trovarono anche la morte, come spesso avveniva per la insicurezza dei cantieri, la precarietá delle miniere o per la instabilitá sociale di tanti paesi ai primi del secolo passato.


A TUTTE QUELLE RONDINI ITALIANE,ALLORA, ED A QUELLE DI ALTRI PAESI, OGGI, DEDICO UN CARO RICORDO


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Inserito - 25/08/2007 :  13:48:44  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure

IL NIDO



Il nido è un vero e proprio capolavoro di architettura!
Costruito da entrambi i componenti della coppia, (normalmente sotto i cornicioni di cascine, stalle, fienili, porticati), esso ha una forma a coppa, ed è composto all'esterno da un misto di paglia e pallottole di fango che la rondine raccoglie in pozze o zone stagnanti. L'interno, invece, è morbido e accogliente, in quanto deve ospitare i pulcini: è infatti foderato di piume, paglia e peli di animale
La disponibilità del materiale per la costruzione (soprattutto il fango) è più o meno abbondante a seconda delle condizioni meteorologiche o dell'andamento stagionale, e determina la grandezza del nido e il tempo necessario per la sua costruzione: esso può variare da tre giorni a più di tre settimane.


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Inserito - 26/08/2007 :  17:46:29  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure

3 poesie di Farfa


Le rondini

in deliziose cappe di raso nere
dattilografavano il risveglio
dettato dall'aurora.

queste che seguono non sono inerenti a RONDINI, ma le inserisco perché mi piacciono molto

Resta indiscusso
che di giorno
sono italiano
e di notte
russo.

ººº

Sempre dopo verrà il bene
Non mai prima che disdetta
Sconquassata la carretta
Dopo il dopo ancora andrà".

Farfa, pseudonimo di Vittorio Tommasini, nacque a Trieste nel 1881, e morì a San Remo nel 1964. Partecipò al movimento futurista come pittore e come poeta (Amava firmarsi "Farfa il futurista").


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Inserito - 29/08/2007 :  00:22:35  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
Rondini, o voi dove andate?
di
Marino Moretti


Rondini, o voi dove andate
che par che il cielo v'ingoi?
O amiche rondini, fate
fate ch'io venga con voi.

Rondini, io getterò via
tutto ciò che amai, tutto ciò
ch'è inutil peso, terrò
soltanto l'anima mia.

Rondini, è certo che poi
senza l'ombra d'un pensiero
sarò leggero leggero
come il vento, come voi.

E tu taci, anima mia.
Mentre che scema la luce
andiamo dove ci conduce
questo volo, andiamo via.

Marino Moretti – poeta e scrittore (1895-1979) crepuscolare


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Inserito - 30/08/2007 :  18:11:30  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure

Già la pioggia è con noi

Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.

Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno.

(Salvatore Quasimodo)

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Inserito - 31/08/2007 :  11:10:57  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure
Ammirevole iniziativa per far conoscere e per salvaguardare la specie. Si spera che altri Comuni possano copiare la proposta ed attivarsi per una maggiore sensibilizzazione al problema della sopravvivenza di alcune specie destinate prossimamente alla completa estinzione.


Pordenone, città delle rondini

In Regione, solamente a Pordenone sono presenti contemporaneamente tre specie di rondini il Balestruccio, la Rondine e la Rondine montana e una curiosa esposizione, ricca di immagini inedite, reperti e informazioni ne analizza e certifica la loro presenza in città.
“Pordenone, città delle rondini” è la rassegna tematica di carattere naturalistico allestita al terzo piano del Museo Civico delle Scienze di Via della Motta dove sono esposte suggestive immagini e fotografie originali che ritraggono in particolare le tre specie prese in esame. Alcuni pannelli esplicativi accompagnano il visitatore nel percorso didattico, una sezione è dedicata ai libri e per l’occasione è stato pubblicato anche un dettagliato opuscolo sulla vita, sulle caratteristiche e sulla simbologia che la credenza popolare attribuisce alle rondini.
Le rondini, sono uccelli specializzati nella cattura di insetti al volo e quindi il loro aspetto è il frutto dell’adattamento a questo tipo di caccia ( becco corto e largo, corpo affusolato, collo corto, ali lunghe e appuntite, zampe corte e coda piuttosto allungata. La forma delle ali e della coda consentono alle rondini di muoversi nell’aria con estrema agilità ma allo stesso tempo con potenza e precisione. Le diverse specie abitano un’ampia varietà di ambienti con particolare predilezione per le aree aperte e semi aperte . E vediamo le caratteristiche delle rondini che “frequentano” Pordenone.
La Rondine montana che, particolare rilevante, è stanziale e quindi rimane in città anche d’inverno, è di colore marrone ha ali ampie e coda appena biforcuta con timoniere adorne di macchie bianche. Il suo volo è veloce, potente e caratterizzato da repentine accelerazioni. Costruisce nidi di fango su pareti rocciose e su manufatti come ponti, viadotti e torri e recentemente ha iniziato ad utilizzare anche edifici in alcune città di pianura. A Pordenone nidifica prevalentemente nella zona attorno all’Ospedale civile.
Il Balestruccio si distingue per la caratteristica livrea di color nero e bianco candido. Il volo di questa piccola rondine è contraddistinto da ampie e frequenti planate. Per nidificare costruisce nidi di fango, spesso fittamente allineati a formare colonie che possono contare diverse decine di coppie. Il gruppo più consistente occupa la zona del Teatro Verdi dove su due palazzi nidificano una quindicina di coppie.
Ed infine la Rondine ha una livrea dl caratteristico colore blu scuro con gola e fronte rosse e le parti inferiori biancastre. La biforcazione della coda è molto accentuata. Il maschio e la femmina possono essere riconosciuti dalla lunghezza delle timoniere esterne che, nel maschio sono più lunghe. Nidifica da sola o in piccole colonie sparse, costruendo il nido di fango e paglia che appoggia su ripiani o semplici asperità all’interdo di edifici, come stalle e fienili o sotto i cornicioni e i portici ed infatti il centro storico, con i suoi portici e i cortili interni risultano essere i luoghi insediativi da questa specie. Dopo aver visitato la mostra , anche uno sguardo semplice e furtivo al cielo per “inseguire” il “nervoso” volo delle rondini, assumerà un significato diverso.
Mostra “Pordenone Città delle rondini”- Museo delle scienze - Via della Motta - Pordenone
Aperture: Da martedì a domenica 15.30 – 19.30; domenica 10.00 - 13.00.
La direzione del Museo delle Scienze inoltre ha promosso un’ altra iniziativa. A settembre e a ottobre ogni mercoledì, dalle 18.30 alle 21.30 si terrà un corso di disegno naturalistico tenuto dalla professoressa Cristina Pisignano. Info allo 0434 392315.

L’Amministrazione Comunale 02-08-2007

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ophelja
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Poesia
di Ko Un

(Poeta, scrittore, saggista, pittore della Corea del Sud)

Come le rondini che tornano
anch’io ho un motivo per vivere.
Come quel mare che le rondini attraversano nel ritorno
ha una sponda a sud,
così ho un motivo per aspettare il domani.

Così ho un motivo per avere nostalgia di te.

Ophelja

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ALTRO SOGNO
(Federico Garcia Lorca)

Una rondine vola lontano!...
Ci sono fioriture di rugiada
sul mio sogno
e il mio cuore gira
pieno di noia,
come una giostra su cui la Morte
porta i suoi bambini.
Vorrei a questi alberi
legare il tempo
con una corda di notte nera
e tingere poi
del mio sangue le rive
pallide dei ricordi!
Quanti figli ha la Morte?
Li ho tutti nel cuore.
Una rondine viene da molto lontano

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Capinera
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In un panorama silenzioso e fermo, senza tempo, incanta sempre il frinire di una rondine che in armonia con il movimento accarezza il nostro udito e genera musica

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CINEMA

Les petites du quai aux fleurs (1943)
in Italia tradotto
RONDINI IN VOLO

film francese diretto da Marc Allegret
sceneggiatura di Marcel Achard
interpreti:
Odette JOYEUX, Danièle DELORME, Louis JOURDAN, Bernard BLIER, Gérard PHILIPE, Daniel GÉLIN


Esiste anche una pellicola italiana, dallo stesso titolo :

Rondini in volo è un film del 1949, diretto dal regista LUIGI CAPUANO

Genere: avventura
Attori: Mirko Ellis, Dina Sassoli, Massimo Serato, Umberto Spadaro, Gabriele Ferzetti


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Come eravamo....
dal festival di San Remo 1956, cinquant’anni fa, quando la rima di CUORE era AMORE:


APRITE LE FINESTRE
Cantata da Franca Raimondi
Autori Pinchi e Panzuti


La prima rosa rossa è già sbocciata
e nascon timide le viole mammole.
Ormai, la prima rondine e tornata
nel cielo limpido comincia a volteggiar.
II tempo bello viene ad annunciar.
Aprite le finestre al nuovo sole,
è primavera, è primavera.
lasciate entrare un poco d'aria pura
con il profumo dei giardini e i prati in fior.
Aprite le finestre ai nuovi sogni,
bambine belle, innamorate.
E forse il più bel sogno che sognate,
sarà domani la felicita!
Nel cielo, fra le nuvole d'argento,
la luna ha già fissato appuntamento...
Aprite le finestre al nuovo sole
è primavera festa dell'amor.
Aprite le finestre al nuovo sol!
Sul davanzale un piccolo usignolo,
dall'ali tenere, le piume morbide.
Ha già spiccato il timido suo volo
e contro i vetri ha cominciato a picchiettar.
Il suo più bel messaggio vuol portar.
E' primavera, è primavera!
Aprite le finestre ai nuovi sogni,
alle speranze, all'illusione.
Lasciate entrare I'ultima canzone
che dolcemente scenderà nel cuor.
Nel cielo, fra le nuvole d'argento,
la luna ha già fissato appuntamento
Aprite le finestre al nuovo sole
è primavera festa dell'amor.
Aprite le finestre al primo amor!...


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cuocoligure
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LA GIOIA PERFETTA
di Diego Valeri

Com'è triste il giorno di maggio
dentro al vicolo povero e solo!
Di tanto sole neppure un raggio;
Con tante rondini neanche un volo.

Pure c'era in quello squallore,
In quell'uggia greve e amara,
un profumo di cielo in fiore,
un barlume di gioia chiara..

C’era... c'erano tante rose
affacciate ad una finestra,
che ridevano come spose
preparate per la festa.

C’era seduto sui gradini
D'una casa di pezzenti,
un bambino piccino piccino,
dai grandi occhi risplendenti.

C'era, in alto, una voce di mamma,
Così calma, così pura!
Che cantava la ninna nanna
alla propria creatura.

E poi dopo non c'era più nulla…
Ma, di maggio, alla via poveretta
Basta un bimbo, un fiore, una culla
Per formare una una gioia perfetta.


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cuocoligure
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RONDINI
di
Lucio Dalla

Vorrei entrare dentro i fili di una radio
E volare sopra i tetti delle città
Incontrare le espressioni dialettali
Mescolarmi con l’odore del caffè
Fermarmi sul naso dei vecchi mentre Leggono i giornali
E con la polvere dei sogni volare e volare
Al fresco delle stelle,, anche più in là

Coro :
Sogni, tu sogni nel mare dei sogni.

Vorrei girare il cielo come le rondini
E ogni tanto fermarmi qua e là
Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici
E come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità.
Vorrei seguire ogni battito del mio cuore
Per capire cosa succede dentro
e cos’è che lo muove
Da dove viene ogni tanto questo strano dolore
Vorrei capire insomma che cos’è l’amore
Dov’è che si prende, dov’è che si dà

Coro :
Sogni, tu sogni nel cielo dei sogni

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ophelja
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La cucina cinese : i nidi di rondine


L'alta cucina cinese nasce sotto la dinastia Ming (1368-1644).
Fu proprio per compiacere i loro imperatori che i cuochi imperiali cominciarono a creare piatti sempre più elaborati e con ingredienti rari, di difficile reperimento, come le zampe di orso o i nidi di rondine

Ancor oggi, coloro che visitano l'Oriente, possono gustare questa pietanza che - a detta degli intenditori - è una vera prelibatezza.

Ma cosa sono i nidi di rondine?

Nelle caverne e nelle grotte delle minuscole isole di roccia che caratterizzano il paesaggio della costa meridionale della Tailandia o in grotte delle coste di Sumatra, negli anfratti più alti delle pareti interne, una rondine molto particolare (Acrodamus fuciphagus), forma il nido dove allevare i piccoli, usando la propria saliva. I nidi sono piccoli cesti, non superiori alla dimensione di una mano di bambino.
I nidi, chiamati oro bianco, vengono venduti a commercianti che li vendono a loro volta. In appositi laboratori vengono purificati e preparati per la vendita. Ci sono anche nidi rossi. Il mito vuole che le rondini beccando il petto usino il proprio sangue per costruire il riparo dove allevare i piccoli, ma si tratta, forse, più prosaicamente delle tracce di ferro delle rocce entrato in soluzione con la saliva.
I nidi si consumano in brodo caldo dove si sciolgono in filamenti oppure in acqua con zucchero.
Il loro sapore raffinato e tenue è un trionfo dell’insapore calibrato che piace in Oriente.

by R.Novelli (Il Quotidiano.it)


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INCASTRO A CODA DI RONDINE

Falegnameria ed ebanistería

Per la giunzione di legni massicci, l’incastro a coda di rondine rappresenta senza dubbio una delle soluzioni più perfette ed eleganti, che conferisce al prodotto finito particolare stabilità e resistenza. Inoltre, l’incastro a coda di rondine viene utilizzato da molti falegnami come elemento ornamentale in giunzioni d’angolo rese volutamente visibili.
La caratteristica principale dell'incastro a coda di rondine è data dalla forma dei denti che è trapezoidale, appunto come una coda di rondine.Questa unione è adatta per bauli, cassetti scaffalature, ma non è indicata per cornici e telai sottili.


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AMORE DELLA VITA
Alfonso Gatto


Io vedo i grandi alberi della sera
che innalzano il cielo dei boulevards,
le carrozze di Roma che alle tombe
dell'Appia antica portano la luna.

Tutto di noi gran tempo ebbe la morte.

Pure, lunga la vita fu alla sera
di sguardi ad ogni casa, e oltre il cielo,
alle luci sorgenti ai campanili
ai nomi azzurri delle insegne, il cuore
mai più risponderà?

Oh, tra i rami grondanti di case e cielo
il cielo dei boulevards,
cielo chiaro di rondini!

O sera umana di noi raccolti
uomini stanchi uomini buoni,
il nostro dolce parlare
nel mondo senza paura.

Tornerà tornerà,
d'un balzo il cuore
desto
avrà parole?
Chiamerà le cose, le luci, i vivi?

I morti, i vinti, chi li desterà?


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Elena Fiorentini
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Un omaggio a Pavarotti


Ho trovato in You tube la canzone Rondine al nido cantata da Pavarotti a Las Vegas per le feste delle Bellagio Fountains (Rondine al Nido) - 07.04.07
e interpretata molto bene, con grande slancio.

http://www.youtube.com/watch?v=DMuYYe64ejI

e

http://www.youtube.com/watch?v=Q7CYeSaLZDM


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A L V I A N O


Italia delle meraviglie, il bel paese é veramente pieno di sorprese, oltreche ricco di arte e di bellezze naturali. Alviano, caratteristico borgo medioevale, é un esempio di questa Bella Italia. In splendida posizione panoramica sulla valle del Tevere, si presenta subito con il suo castello posto all'inizio dell'abitato. All'interno del castello, la cappella Gentilizia detta cappella di San Francesco dove, un affresco del Seicento, raffigura il miracolo del Santo che, predicando in Alviano nel 1212, fece tacere le rondini che garrendo disturbavano la predica. Esiste, poco piú distante in localitá Belvedere, la cappella delle Rondini edificata per ricordare l'avvenimento .


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A MIA MOGLIE
Umberto Saba


Di questa bellissima e lunga poesia, trascrivo solo una ventina di versi (gli ultimi) per la bella immagine riferita alla rondine:

Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.

Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.

Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.

E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.


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IL TEMPO CI RAPISCE
Carlo Betocchi

Il tempo ci rapisce, e il cielo è solo
anche di queste rondini che il volo
intrecciano, pericolosamente,
come chi va cercando nella mente

qualche nome perduto... e il ritrovarlo
nemmeno conta, poiché ormai è già sera.
Eh sì! s'invecchia, e ritorna più vera
la vita che già fu, rosa da un tarlo...

un tarlo che la monda. E vien la sera.
E i pensieri s'intrecciano, e le rondini.
E non siamo più noi; siamo i profondi
cieli dell'esistenza, ahi come intera

e profondissima, cupa, nel suo indaco.


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Giorno per giorno
Giuseppe Ungaretti

............

11.

Passa la rondine e con essa estate,
E anch'io, mi dico, passerò...
Ma resti dell'amore che mi strazia
Non solo segno un breve appannamento
Se dall'inferno arrivo a qualche quiete...


............

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PIOGGIA

Giovanni Pascoli


Cantava al buio d'aia in aia il gallo.
E gracidò nel bosco la cornacchia:
il sole si mostrava a finestrelle.
Il sol dorò la nebbia della macchia,
poi si nascose; e piovve a catinelle.
Poi fra il cantare delle raganelle
guizzò sui campi un raggio lungo e giallo.
Stupìano i rondinotti dell'estate
di quel sottile scendere di spille:
era un brusìo con languide sorsate
e chiazze larghe e picchi a mille a mille;
poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
di stille d'oro in coppe di cristallo.

Ancora un paio di poesie di Giovanni Pascoli. Credo sia il poeta che, piú di ogni altro, ha inserito nelle sue composizione poetiche l’ immagine della rondine sia come elemento figurativo che come metafora.


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LA PIEVE
Giovanni Pascoli

Giorno d’arrivi il tuo, san Benedetto:
ecco una prima rondine che svola.
E trova i pioppi nella valle sola,
la grande pieve, il nido piccoletto.

Razzano i vetri; l’occhio del coretto
nereggia sotto un ciuffo di vïola:
ecco la cigolante banderuola,
gli embrici roggi del loquace tetto.

E di saluti sonano le gronde
e il chiuso, dove il cielo è vaporato
da un rosseggiar di peschi e d’albicocchi.

E la rondine stridula risponde
alïando con lievi ombre: sul prato
le segue un cane co’ fuggevoli occhi.


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LA CODA DELLA RONDINE

Una leggenda ebraica, racconta che la coda a forbice della rondine sia una vendetta del serpente. Fu la rondine, infatti, a consigliare a Jahweh che il miglior cibo per il serpente fosse la rana e non l’uomo. Il serpente venuto a conoscenza di ció balzo sulla rondine, ma solo poté strapparle una parte della coda, rendendola cosi definitivamente a forbice.

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IN PENA
Paul Eluard

In pena per un cielo infranto
per la pioggia che ci bagnerà
vado pensando alla gioia grande
che se vorremo ci prenderà.

Tra dovere ed inquietudine
esita quasta vita rude.
(È una molto grande pena
confessarlo, ora)

Qui ogni cosa odora d'erba.
Su tutto il cielo, in cielo, il volo delle rondini
ci distrae, ci fa pensare...
Io penso una speranza quieta.


Paul Éluard - pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (1895 – 1952) tra i maggiori rappresentanti del surrealismo.

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RONDINE

(di Luigi Pirandello )

Volle pe ‘l nido suo, pei nati suoi,
ghermir la piuma aerea che il fanciullo
con una canna le tendea. Fu poi,
legata per un piede, anche trastullo
d’ogni gente per casa. Al fin, sorpreso
il momento opportuno, un guizzo sbieco,
e via, per la finestra, a vol: ma un peso
l’ali le aggrava: il lungo laccio ha seco.

Un punto solitario alto lontano
cercò dal ciel l’acuta sua pupilla.
Le mancava la forza e già sul piano
ruinava... Sú, sú, nel sole brilla
in cima al monte prossimo e s’avventa
fremendo all’aure un albero: lassú! –

E qui sul nodo al piede a lungo intenta
col becco s’ostinò.
— Faggio, oh ma tu, tu che, felice, a questo monte in vetta,
da un secolo coi venti ampii conversi
e, nell’altera libertà, vedetta
e prima meta a gli stanchi, ai dispersi
stormi di passo da tant’anni sei;
tu che i migranti all’ultimo convegno
raccogli; non dovevi a gli occhi miei
lo spettacolo offrir lugubre, indegno
di te: codesta rondine a un tuo ramo
appesa, spenzolante...
Ella, lo so,malcauta prima, come boga all’amo,
si appese; qui da sé poi s’intricò:
ma si credea già libera saltando
pe’ rami tuoi frondosi, fino a sera;
forse ajuto pregò, misera; e quando
volaron gli altri uccelli, prigioniera
si vide in te di nuovo. E tu, tu solo
gridar la udisti, è ver? tutta la notte:
l’ali sforzava, rattenuta, al volo...
Finché non tacque, estenuata.

Rotte dal disperato sforzo e abbandonate
all’aria or l’ali pendono. Strisciando
piú rondini dall’alba son passate
a dimandare: «Com’è stato? Quando?»


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Capinera
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Inserito - 07/10/2007 :  18:30:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Capinera  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Capinera
La loro sopravvivenza è nelle nostre mani: fra 20 anni potrebbero non annunciare più la primavera.

Purtroppo, secondo un recentissimo studio del "Birdlife International" di cui la LIPU è rappresentante in Italia, il numero delle rondini in Europa è diminuito negli ultimi 20 anni dal 40 al al 60%.
Fra le cause di questa drastica riduzione ci sono l'utilizzo di nuove tecniche agricole e zootecniche che, per garantire maggiore produttività ed igiene, hanno ridotto le aree nidificabili e sterminato alcuni insetti di cui le rondini si nutrono abitualmente. L'innalzamento della temperatura globale crea poi una moria di esemplari durante il sorvolo migratorio del deserto del Sahara, dove il caldo diventa spesso insopportabile e mortale.


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ophelja
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Inserito - 07/10/2007 :  19:32:57  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
Fra le opere di Giacomo Puccini c’è anche “La rondine”, opera in tre atti rappresentata per la prima volta – dopo una gestazione durata anni - a Montecarlo il 27 Marzo 1917.


Si riporta lo stralcio di una lettera del Maestro, scritta subito dopo la rappresentazione dell’opera all’amica londinese Sybil Schiff Seligman, allieva di musica e canto dell’abbruzzese Tosti .

...Ho ricevuto un sacco di telegrammi ma sono stato sorpreso di non averne trovato nessuno da parte di Angeli o di Ricordi – Lui disse che avevo scritto un’opera senza futuro.....
e sono spiacente perchè La Rondine è un’opera piena di vita e di melodia – che ti attrarrà moltissimo. La partitura non è ancora pronta – ma quando lo sarà ti spedirò una copia.....

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Elena Fiorentini
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Inserito - 08/10/2007 :  09:05:49  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
La rondine, operetta di Giacomo Puccini

Che bella! ed è pure difficile da cantare.

Questa operetta ebbe uno strano destino, a fronte dell'immensa fortuna di tutti gli altri lavori del Nostro.

L'operetta imperava, non solo in Austria ma anche in Italia, sorellina minore del melodramma. Giacomo Puccini volle cimentarsi nel genere e , come racconta Ofelja, ebbe una lavorazione lenta e faticosa e, per una volta, Puccini sbagliò le strategie e le tempistiche.

Portare in scena uno spettacolo ispirato alle operette viennesi proprio nel 1917, con l'Italia in guerra, con un furore antiaustriaco forte e veemente.

Fu un errore, di cui pagò le conseguenze questo bellissimo e gradevole spettacolo, che, anche se ogni tanto viene ripreso , mostrandoci i suoi tesori, ma resta sempre fuori tempo.

Elena Fiorentini

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Inserito - 10/10/2007 :  23:49:23  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure


HO VISSUTO
Piero Bigongiari

Ho vissuto
nelle città più dolci della terra
come una rondine passeggera.
Lucca era
un nido difficile tra le vigne
impolverate, in fondo a bianche strade,
donde sarebbe traboccata
con ali troppo folli
pe' tuoi cieli molli, Toscana,
antica giovinezza.
Malcerta ebbrezza, malcelata infanzia
lungo le case di Lunata
sfiorate in un tram accanto al guidatore,
la morte è questa
occhiata fissa ai tuoi cortili
che una dice sorpresa
facendosi solecchio dalla soglia:
è nata primavera,
sono tornate le rondini.


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A MIO PADRE
Alfonso Gatto

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l'ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s'accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.

Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un'ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
"Com'è bella la notte e com'è buona
ad amarci così con l'aria in piena
fin dentro al sonno". Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l'alba.
(1945)


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LA RONDINE, LO SPARVIERO E L’USIGNUOLO


Erano passati già due lunghi anni dal giorno che, sulla nave verso la Tracia, aveva lasciato nella reggia dell’Attica suo padre Pandione e l’amata sorella Filomena per seguire il suo diletto sposo Tereo. L’addio con il padre era stato marcato da un lungo abbraccio, quello con la sorella da uno straziante silenzio e tante lagrime. Un grosso nodo alla gola le aveva rese entrambe senza parole.
La nave aveva lasciato il porto di buon mattino e Progne aveva fissato la terraferma, finche potè scorgere l’ultimo lembo di terra natìa.
L’arrivo nella nuova reggia fu degno di una regina del suo rango, della sua bellezza e fama, infatti non mancavano né il lusso né il rispetto dei suoi nuovi sudditi. Tuttavia per Progne non passava giorno che non pensasse alla sua patria, alla sua reggia ma soprattutto alla sua amata sorella Filomena. La nascita del figlioletto Iti, aveva accresciuto ancor più la struggente nostalgia. Ogni giorno pregava lo sposo affinche andasse a prendere la sorella Filomena. Tereo ad ogni richiesta prometteva che l’avrebbe fatto.
Cosi fu. Un giorno parti per l’Attica, giunse a casa del suocero e lo convinse che, per il bene di Progne, sarebbe stato utile che Filomena raggiungesse la sorella Progne. Pandione all’idea di perdere, sia pure temporaneamente, l’unica figlia rimasta dapprima fu titubante ma poi acconsentì e fu preparata la partenza. Lungo il viaggio, la bellezza di Filomena accecò la ragione di Tereo. Infatti arrivati a terra, Tereo violentò la ragazza e affinché questa non parlasse le taglio la lingua e la rinchiuse in una torre, mentre a Progne raccontò che la sorella era caduta in mare e perduta per sempre.
L’infelicità delle due sorelle era evidente. Una piangeva e vagava per la reggia senza senno, ignorando tutto anche l’amato figlioletto, l’altra rinchiusa nella torre non si dava pace e cercava il modo di comunicare con la sorella. Un giorno Filomena riuscì a scrivere un messaggio, utilizzando l’antica arte del ricamo, ed inviarlo alla sorella, complice una ancella che attendeva alla sua prigione. Approfittando dell’assenza del marito, Progne liberò la sorella ed assieme prepararono la vendetta. Uccisero e cucinarono il piccolo Iti, dandolo in pasto al padre. Tereo, questi finito il pranzo chiese alla moglie di portargli il figlioletto, “ Tuo figlio è dentro di te” rispose Progne, mostrandogli la testa del piccolo.
Tereo preso dall’orrore, si scagliò contro le due donne per ucciderle. Queste fuggirono inseguite dall’ormai pazzo Tereo.
Gli Dei a questo punto, impietositi dalla tragedia delle due donne, trasformarono i tre in tre uccelli Progne in rondine, Tereo in sparviero e Filomena in usignuolo, il cui nome naturalistico è Philomela luscinia

liberamente ispirato dalla mitologia greca e dalle Metamorfosi di Ovidio.


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Inserito - 20/11/2007 :  14:37:53  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a cuocoligure

LA LOGGIA


Settembre, il tuo minor fratello Aprile
fioriva le vestigia di San Marco
a Capodistria, quando navigammo
il patrio mare cui Trieste addenta
cò i forti moli per tenace amore.

Capodistria, succiso adriaco fiore!
Io vidi nella loggia d'un palagio
nidi di balestrucci* appesi a travi
fosche, tra mazzi penduli di sorbe.
Cinericcio era il tempo, umido e dolco.

Or laggiù, pel remaggio senza solco,
tu certo aduni i neribianchi stormi,
e quelli di Pirano e di Parenzo,
che si rincontreranno in alto mare
con l'altra compagnia che vien di Chioggia.

E son deserti i nidi nella loggia,
e dei mazzi di sorbe son rimase
forse le canne appese pel lor cappio.
S'ode nell'ombra quella parlatura
che ricorda Rialto e Cannaregio.

Una colomba tuba dal bel fregio.

*balestruccio, specie di rondine che nidifica in Italia e nel Mediterraneo

Gabriele D’Annunzio
Alcione – Sogni di terre lontane


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Tre rondini sul filo del telegrafo sono la spilla della scollatura della sera.

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cuocoligure
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FELICITA'

Ecco, è mattino.
Il sole che sciabola gli occhi
e le rondini che già s’affannano, garrendo nell’aria.
Profumi di erba tagliata di fresco,
di rose,
di vita .
E’ per questo che oggi sono felice.

Ophelja
Da Concerto di sogni 10/05/2007

cuocoligure

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cuocoligure
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L'UVA GRECA
Gabriele D'Annunzio

Or laggiù, nelle vigne dell'Acaia,
l'uva simile ai ricci di Giacinto
si cuoce; e già comincia a esser vaia.
Si cuoce al sole, e detta è passolina,
anche laggiù su l'istmo, anche a Corinto,
e nella bianca di colombe Egina.
In Onchesto il mio grappolo era azzurro
come forca di rondine che vola.
All'ombra della tomba di Nettuno
l'assaporai, guardando l'Elicona.


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PIETRO METASTASIO
(1698-1782)


XV
Rondinella, a cui rapita
fu la dolce sua compagna,
vola incerta, va smarrita
dalla selva alla campagna,
e si lagna, intorno al nido,
dell'infido cacciator.
Chiare fonti, apriche rive
più non cerca, al dì s'invola,
sempre sola, e finché vive
si rammenta il primo amor.
da “Arie”


Al caro antico nido
fin dall'egizie arene
la rondinella viene,
che ha valicato il mar;
che, mentre il volo accelera,
non vede il laccio pendere,
e va del cacciator
l'insidie ad incontrar.
da “Primavera”


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TERZO RICORDO
di
Rafael Alberti


Ancora i valzer del cielo non avevano sposato il gelsomino e la neve,
né i venti riflettuto la possibile musica dei tuoi capelli,
né decretato il re che la violetta fosse sepolta in un libro.

No.

Era l'età nella quale viaggiava la rondine
senza le nostre iniziali nel becco.
Quando convolvoli e campanule
morivano senza balconi da scalare né stelle.

L'età
nella quale sull'omero di un uccello non c'era fiore che posasse il capo.

Allora, dietro al tuo ventaglio, la nostra prima luna.

la stessa poesia é stata inserita in altro tema…LA LUNA


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Capinera
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Solo le curve che le rondini
avvicinano al cielo prima di sera

hanno sapore di primavera

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luisa camponesco
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Un cielo grigio sulla città
marciapiedi umidi
qualche pozzanghera qua e là
un’edicolante
scuotendo il capo
ricopre con cellophane
i suoi giornali
Son giorni di pioggia
potrebbero essere tristi
ma eccole
sfrecciano nell’aria
lanciano richiami
mi strappano un sorriso
…………….
e le sento garrire
in questo giorno di aprile

Luisa CamponescoVai a Inizio Pagina

cuocoligure
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D’AMORE DI MORTE ED ALTRE SCIOCCHEZZE
di
Francesco Guccini


Amore, s'io fossi aria, le tue rondini vorrei,
per guardarmele ogni minuto e farle volare negli occhi miei,
quelle rondini bianche e nere che anche mute dicono tanto:
tutta la gioia di mille sere ed un momento solo di pianto
ed un momento solo di pianto ed un momento solo di pianto
ed un momento solo di pianto...

Amore, mai sarò stanco di bermi tutto il tuo miele,
quando ridi o quando mi parli in me si gonfiano mille vele ;
quando un sogno od un tuo segreto ti fan seria e sembri rubata,
guizzan pesci tra i tuoi due fiori, rivive l' anima mia assetata
rivive l' anima mia assetata, rivive l' anima mia assetata
rivive l' anima mia assetata...

Amore, pensa s'io avessi una torre colombaria
per far posare le tue due colombe stanche di volare in aria,
vederle alzarsi dritte nel cielo e atterrare fra le mie mani
per carezzarle dentro ai miei oggi e baciarle fino a domani
e baciarle fino a domani, e baciarle fino a domani
e baciarle fino a domani...

Amore, nel mio giardino vorrei fiorisse la tua rosa
perchè l' anima mia si perda dove il corpo rinasce e riposa,
quella rosa di primavera sempre rorida di rugiada,
misteriosa come la sera, balenante come una spada
balenante come una spada, balenante come una spada,
balenante come una spada....

Amore, colomba, fiore, amore fragile e forte,
sfrontatezza e pudore, compagna di gioia e sorte,
sapore amaro e dolcezza, con l' arcobaleno fra le dita,
vorrei perdermi nel tuo respiro, vorrei offrirti questa mia vita
vorrei offrirti questa mia vita, vorrei offrirti questa mia vita,
vorrei offrirti questa mia vita...

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ophelja
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Volo di rondine

di Sara Teasdale , Poetessa americana


Amo la mia ora di vento e di luce,
amo il volto degli uomini e i loro occhi,
amo il volo del mio spirito indagatore.

Come le rondini sotto i cieli di sera.

Ophelja

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ophelja
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Rondini impazzite...
di M.Montanaro, dalla raccolta di poesie "Anguillaia"


Le rondini impazzite ad ingombrare il cielo
con le loro acrobazie stridule
divorano l'ultima luce e quietano solo al crepuscolo,
quando terra e cielo si fondono in un
onnipresente e intenso lago blu.


Ophelja

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ophelja
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..mai come oggi è giusta questa bella poesia del grande Gianni Rodari


21 Marzo

La prima rondine
venne iersera
a dirmi: E' prossima la Primavera!
Ridon le primule
nel prato,gialle,
e ho visto,credimi,
già tre farfalle.
Accarezzandola
così le ho detto:
-Sì è tempo,rondine,
vola sul tetto!
Ma perchè agli uomini
ritorni in viso
come nei teneri
prati il sorriso
un'altra rondine
deve tornare
dal lungo esilio,
di là dal mare.
La Pace,o rondine,
che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera.


Ophelja

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“Forza, si parte” disse il più anziano della comunità, scrollandosi un’invisibile polvere dalle ali.
I più giovani, quelli che non avevano mai fatto il grande viaggio, erano elettrizzati e si rincorrevano con brevi voli.
Tutti erano grassi, in salute, con le nuove penne rilucenti sulla loro livrea scura. Tutti erano consapevoli della grande avventura: la migrazione di primavera.


Così immagino possa avvenire ogni anno, quando all’inizio della primavera, milioni di rondini partono dal centro dell’Africa e si spandono, come una pioggia di petali al vento, nelle terre temperate dell’Europa.
Ma quest’anno non è un anno come gli altri.
Le nostre rondini, attraversando il Mediterraneo, avranno sentito il rimbombare dei cannoni ?
I loro sensibili recettori del campo magnetico con cui si orientano per le rotte da seguire, saranno stati disturbati dalla moltitudine di radar e bombe intelligenti che si trovano nel nostro mare?
Troveranno ancora i nidi dell’anno scorso o la nube mortale fuoruscita da una lontana centrale giapponese impedirà loro lo slancio vitale per raggiungerli?
Tutto sembra volgere ad un nero pessimismo....eppure – proprio oggi – ho visto la prima rondine che sebbene stanca e stremata da un viaggio di circa diecimila chilometri, mi ricorda che non bisogna mai abbandonare la speranza.

Ophelja

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ophelja
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Primavera
di Cesare Pavese

Sarà un volto chiaro.
S'apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra....
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite; le scale,
le terrazze, le rondini
canteranno nel sole.

Ophelja

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ophelja
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In un piccolo paesino della provincia di Bergamo – Vilminore di Scalve – si trova un dipinto murale di cui si riporta il particolare del Bambin Gesù.

L’immagine che risale a circa la metà del millequattrocento, raffigura la Madonna che ha sulle ginocchia un cuscino su cui è appoggiato il Bambino.
Il paffuto e roseo Bambin Gesù stringe delicatamente in una mano, una rondine.

Già presso gli egizi la rondine rappresentava simbolicamente l’anima del defunto e la sua successiva liberazione dalla morte; successivamente, nella tradizione dei cristiani, fu collegata alla Risurrezione di Cristo.

Una leggenda armena narra che dopo la morte di Gesù, già dalla notte del venerdì santo, tutte le rondini della Galilea si riunirono intorno al Santo Sepolcro e dopo la Risurrezione volarono a due a due verso i paesi della terra per darne per prima l’annuncio a tutti gli uomini.


Ophelja

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