Capinera
Senatore
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Inserito - 08/09/2007 : 17:57:58
IERI ASCENSORE!!! Stavamo in una ciotolina all’ingresso, le monetine per l’ascensore. Guai a restare senza, soprattutto rientrando in casa, quando le scale erano da salire e non scendere. Molti ascensori del secolo scorso erano a pagamento. Il lusso dell’ascensore si pagava,e quelli dell’ultimo piano sicuramente pagavano più di quelli del secondo, o anche del terzo piano, che spesso per risparmiare magari spesso preferivano andare a piedi In compenso gli ascensori del passato erano ariosi, con le pareti di vetro e la gabbia di ferro battuto, e certe volte dentro la cabina oltre allo specchio molato a dovere c’era un bel sedile di velluto: un lusso da carrozza dell’800, che dava un emozione tutta speciale, acuita dal rumore delle cigolanti catene di sostegno e da un odore tutto speciale di tessuto e di metallo, di polvere e di olio lubrificante. Non c’era, nei primi tempi, una disciplina vera e propria nell’uso dell’ascensore. Magari quello dell’ultimo piano lo lasciavano aperto intrattenendosi con l’ospite in uscita, e allora dal pianterreno saliva una richiesta un po’ sguaiata, ben diversa dallo stile educato e un po’ acidino dei condomini d’oggi: ASCENSORE!!! Quelli dell’ultimo piano non si scomponevano troppo: lasciavano sbraitare il vicino per un po’ poi con grande tonfo di cancello di ferro, si decidevano a chiudere i battenti..OGGI Vietato pesare troppo….. Si spinge il tasto e l’ascensore arriva subito silenzioso e tecnologico come un shuttle. Dentro, oltre alla bottoniera ci sono vari strumenti antiansa: citofono, collegamento con pompieri, e qualche volta anche una filodiffusione che emana una dolce musichetta. Il piano si prenota: se ci sono altri inquilini ognuno prenota il suo, e la bottoniera si accende come un albero di Natale. Lontani i tempi delle gabbie in ferro battuto gli ascensori di oggi sembrano fatti apposta per far soffrire i claustrofobici, sono tutti a tenuta stagna con pareti di acciaio che si chiudono implacabilmente in modo automatico. Anche la grandezza degli ascensori del 2000 è cambiata: niente più cabine ariose e trasparenti, ma un cubicolo alla giapponese, un cartello imperioso che dà il numero di persone e il peso massimo. Se entra il numero massimo di utenti previsto dal cartello, ci si guarda l’un l’altro soppesandosi a vicenda, e le signore obese o i signori corpulenti vengono guardati con certo sospetto. In caso di guasto, la sensazione della trappola è fortissima: vorrebbe la voglia di gridare, come ai vecchi tempi, ma si cerca di mantenere la calma, spingendo tutti i tasti antiansa e comunicando con la portineria o con la caserma dei pompieri. Inutile cercare di aprire la porta: i battenti di acciaio restano indifferenti ai nostri tentativi. Ma quella tizia che ci comunicava le ovvietà tipo”L’ ascensore sta salendo”, non potrebbero programmarla per rassicurarci? Ci potrebbe dire con voce serena : “Signori. Il guasto sta per essere aggiustato. Restate calmi e tra qualche istante uscirete…..”. Capinera
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