Capinera
Senatore
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Inserito - 21/09/2007 : 22:58:42
La cronaca degli ultimi quarant'anni, di storia martoriata dell'AFGHANISTAN è la cornice alla vicenda del secondo romanzo di Hosseini MILLE SPLENDIDI SOLI(Piemme).Inizia nel 1959, quando il Paese è un mondo stabile,a suo modo felice ed equilibrato e precipita progressivamente fino alla guerra del 2001 e all'immediato dopoguerra. Nella grande storia c'è la piccola storia di Miriam e di Laila, due donne di diverse generazioni i cui destini si intrecciano. Tra i pericoli della guerra sullo sfondo c'è la possibilità di liberarsi dalla condizione di umiliate connessa alla vita della donna. Tra ripetute ed estreme violenze familiari, improvvisi ritorni,bombardamenti selvaggi, esecuzioni in pubblico, scene da incubo nei campi profughi o nelle prigioni afghane, cresce e si solidifica il loro rapporto.Dall'epilogo sorprendente e"aperto" dove il "sacrificio" dell'una determina la "liberazione" dell'altra.Capinera
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ophelja
Curatore
Italy
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Inserito - 23/02/2008 : 23:08:28
Mi auguro che Khaled Hosseini continui a scrivere ancora tante storie.I suoi personaggi, con le loro vicende, gli usi, i luoghi ci insegnano ad apprezzare un popolo tanto lontano e diverso da noi. Ma non nei sentimenti che tutti gli umani provano: gioia, dolore, amore, invidia, pietà, sacrificio.
* * *Mi piace riproporre a margine di queste opinioni, la foto del fotografo Steve McCurry, che a distanza di venti anni ritrovò fra i profughi in Pakistan, la ragazzina afgana che aveva incontrato e ritratto per la National Geographic Society. Sharbat Gula, questo il nome della ragazzina, è diventata il simbolo della sofferenza di un popolo, per cui a suo nome è stato creato dalla N.G.S un fondo di assistenza per lo sviluppo e la costruzione di opportunità educative per le giovani donne e le bambine Afgane. Il suo ritratto - quello della maturità di una donna di meno di quarant'anni - mi offre lo spunto per riflettere sull'amaro destino di tante donne contro le opportunità di tante altre che vivono la loro fortuna con insofferenza e indifferenza. Ophelja
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