cuocoligure
Senatore
Italy
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Inserito - 18/10/2007 : 19:45:11
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO E DELL’IMPRENDITORE NAPOLETANO La notizia non é di quelle da passare senza commento. E’ la notizia che fa...notizia! Ed infatti, ne hanno parlato quasi tutti i giornali. Ma andiamo con ordine. Capita, anche nel grasso nord, che un paio di sprovveduti tentino un furto a danno di una impresa casearia e che non la facciano franca, come spesso avviene in questa societá sempre piú egoista e distratta. Dicevamo due sprovveduti. Infatti si tratta di due sprovveduti: di risorse economiche e soprattutto di esperienza ladresca, che si sono introdotti nel caseificio Crovilat di Pegognana, Mantova, di domenica e nottetempo (come dicono le cronache) per asportare una macchina casearia. Scoperti, consegnati alla giustizia sono stati processati per direttissima. Fin qui la cronaca segue il suo corso. A questo punto il fatto assume altri connotati. Risulta che i due sono incensurati ed ottimi padri di famiglia, ma che le loro condizioni economiche sono, esse sí, censuratissime tanto da costringerli a perpretare l’efferrato crimine. Risulta che il signor Vincenzo Croce, un bonario napoletano titolare della Crovilat, non si costituisca parte civile, data anche la piccola entitá del furto. Risulta soprattutto che i due sono sinceramente pentiti ed i cui compesani sono pronti a giurare sulla loro onestá, increduli di quanto accaduto. Visti i fatti, viste le risultanze, visti gli articoli del codice penale e di procedura penale i due, M.G. di anni 37 e V.P. di anni 39, vengono condannati alla pena di mesi 6 (con la condizionale) e all’ammenda di euro 200, come riportano le cronache giudiziarie. E’ a questo punto che la nostra cronaca giudiziaria, assume i connotati di un racconto di altri tempi, di quando un tal Edmondo da Imperia, faceva versare fiumi di lagrime a grandi e piccini di un’Italia, recentemente unita e permanentemente solidale. Il signor Vincenzo Croce guardando i due, che restavano muti, immobili e ad occhi bassi, con la sua franca parlata napoletana ha esclamato: - Ué guagliú, basta cu sti cose mmalamente, jammininne, vinite acca, venite a faticá ‘nta ‘mpresa mia. E detto fatto, assume i due nella propria impresa. I due, questa volta provveduti di ramazza e pala, si guadagnano il pane e companatico, per loro e le famiglie, tenendo lustra la piccola impresa del nostro eroe. Un eroe d’altri tempi il signor Croce Vincenzo. Il fatto potrebbe essere interpretato, letto, scritto e riscritto in tanti modi, con risvolti sociologici, con sottolineature di tipo morale, anche con qualche accenno. ..politico. A me sembra solo una favola, una bella favola a lieto fine. In un mondo che, giorno per giorno, pare perdere l’aspetto Umano mi piacerebbe ascoltare piú spesso favole come questa.
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