Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 08/11/2007 : 20:15:10
LE GAMBE LUNGHE DELLA GIOVINEZZA Antonio era un gran sognatore ed era convito un giorno avrebbe cambiato il mondo con le sue idee ,non sopportava i prepotenti , i gradassi ne tantomeno sopportava il calzolaio sotto casa che guadagnava troppi soldi vedendo scarpe usate. Non gli andava bene nessuno ,tanto meno se stesso , qualche volta aveva perfino alzato la voce e apostrofato una brutta parola di scherno d’avanti allo specchio : ridicolo tu vorresti cambiare il mondo, tu simile ad una pulce, tu che non riesci a stare un minuto fermo a riflettere sulla realtà delle cose mi fai ridere pusillanime gridava e scappava via facendosi marameo allo specchio. Antonio Vadodifretta sempre di corsa come se avesse dei tizzoni ardenti nelle tasche dei pantaloni , sempre in giro per la città. Non era alto assai ,aveva denti da coniglio ,occhi come il mare capelli castani come le castagne che producono sogni ricoperti di spine . Antonio non aveva tanti amici non gli piaceva stare in compagnia , amava viaggiare con la fantasia di starsene da solo a pensare ad un mondo possibile a sua misura dove egli avrebbe imperato o fatto quello che gli pare senza dar conto a nessuno. Sapeva trasformarsi essere mille facce , mille personaggi , mille individui ora un viaggiatore distratto nella metro ora un passante raffinato lungo il corso principale , ora un spettatore di teatro ,ora un imbecille fermo alla fermata dell’autobus ora se stesso ,ora l’altro che gli stava di fronte. Antonio sapeva volare, camminare sui tetti delle case divenire un tenero romantico ammirare il tramonto e dipingere l’orizzonte a sera sulla sua tela di carta pecora. Antonio aveva diciottanni , non aveva un padre e viveva da solo con la sua vecchia madre che non si sapeva neppure per certo se fosse per davvero sua madre naturale. Antonio faceva tutto di fretta senza badare a domani senza riflettere su ciò che facesse e per questo fu bocciato a scuola innumerevoli volte perfino il preside e le maestre si misero a piangere per lo sconforto quando furono costretti a bocciarlo per l’ennesima volta in quarta elementare. Antonio non sapeva star fermo nel banco e voleva volare, scappare via andare in giro per la città insieme ai passeri ed i passanti distratti. In classe era svogliato prendeva la o per i e la c per d non sapeva sommare tre sacchi di farina con due sacchi di grano e pretendeva d’essere ascoltato in bagno dai suoi amici di scuola . Amava raccontare le sue sbruffonerie molti gli credevano altri andavano a riferire tutto alla maestra cosi Antonio finiva in punizione. Antonio magro come un grissino con due occhioni di gatto randagio quando incontrava lo sguardo di qualsiasi altra persona faceva scoppiare dal ridere ,metteva subito di buon umore. Qualcuno non riusciva a frenare il riso e finiva all’ospedale con crisi convulsive. Antonio aveva tanti sogni chiusi nel suo cassetto sogni che sapevano colorare i suoi giorni grigi , sogni che erano gustosi come torroncini e caramelle . Antonio era buono come il pane ,come lo zucchero filato come il gelato, come le fragole ma causa la sua irrequietezza non potevi parlargli con calma fargli capire cosa era giusto, cosa era sbagliato non riuscivi mai a concludere un discorso perché egli era già scappato via in cerca di qualcosa altro forse d’una stella cometa ,forse d’un sogno , forse d’un amore chiamato giovinezza.
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