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 UNA VECCHIA LETTERA
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zanin roberto
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Inserito - 26/01/2008 :  22:05:20  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
UNA VECCHIA LETTERA

Mia sorella Serena, la più giovane di noi quattro fratelli è un vero uragano, dinamica, frenetica, sempre in gara con il tempo, ci sono diciasette anni tra me e lei, la vedo con affetto come la più fragile e bisognosa di protezione ma credetemi è da lei che bisogna salvarsi!
I miei genitori vivono da soli da quando anche lei si è sposata ed è uscita di casa, otto anni fa, ma come un pendolo che oscilla senza atrito, va più volte al giorno a trovarli, vivendo come me nello stesso paesino di campagna.
E' lei che aiuta a fare le pulizie, a riordinare, a smaltire gli ingombranti, insomma a tenere la casa in ordine, ma ahimè quando le prende il raptus, eccede nel gettare ogni cosa. Noi fratelli abbiamo lasciato nella casa paterna molti libri,giornali, molta corrispondenza, molti oggetti, negli anni lei ha dimezzato le cose riposte in soffitta...e non sempre erano cose da gettare.
Sono le ore 21,00 di una sera invernale, quando entro in quella casa, fuori la sua auto grigia è parcheggiata obliqua come al solito, Chicco, il cane si fa incontro esuberante pur sapendo che io non sono un appassionato di cani e mi gironzola trattenendosi dal gettarsi sulle gambe, saluto la mamma, con la sua perenne fascia che le circonda la testa, rosa a motivi floreali.
Sta sferruzzando ad una maglia rossa, mi aggiorna che papà ha un pò di febbre ed è in camera, niente di grave. Serena mi saluta, mi ride, ha già indossato il giubbotto e sta per andarsene, intuisco che devono aver chiaccherato da un pò, guardo la televisione che è stranamente spenta in soggiorno,, nell'aria c'è qualch'cosa, sto per andare a trovare papà quando mia srella mi dice:
- " Ah,ah....ho salvato le tue lettere dall'immondizaio, sai quelle
che scrivevi alla nonna Giulia e che lei ha conservato e che poi
papà alla sua morte ha tenuto! " -
- " Ma va! Davvero?....Ma che stai facendo? Non starai mica, al
solito saccheggiando i nostri ricordi? ehhh...." -
- " Ma sta zitto ! Senti se non era per me, il papà aveva già
bruciato tutto ! " -
- " Ma no...no,no...fammi vedere, ci sono cose di Massimo e della
Nico, lascia tutto in soffitta poi un giorno le visioniamo
assieme." -
Mamma adora "la piccola" come la chiamiamo tutti, ha un filling particolare con lei e ogni volta che ci sono discussioni prende sempre le sue parti, le vogliamo bene anche per queste debolezze, cosi tra due fuochi devo a mio volta difendermi e non poco.
Ma c'e un grande alone di complicità che non riesco a capire, sento che Serena vuole dirmi qualche cosa di importante.
Quando finalmente ci siediamo con calma e serenità mi dice:
- " Sai che nel 1973, quando avevo un anno e tu diciasette, mi hai
descritto che ero carina, alla nonna, non credevo che tu mi
avessi mai elogiato cosi! " -
Esce dal soggiorno e rientra poco dopo, con un pacchettino di carta bianca che contiene una trentina di lettere, cartoline, auguri postali e un paio di fotografie, me le mette in mano poi dubbioso prendo un foglio verdolino, finissimo e leggo:
- " Cordovado, 13 aprile 1973
Cara nonna,
colgo l'occasione di scriverti e di farti anticipatamente gli
auguri per una Buona Pasqua. Dovevo scriverti prima ma sai come
vanno le cose!? Qui tutto bene, la mamma sta facendo la patente
di guida.......................................................
......... La Serena, approposito, sta venendo su davvero bella
e simpatica, del resto il miglior periodo dei bambini è appunto
dal primo ai quattro anni................................... " -
Era una delle tante lettere, raccolte dalla nonna, che si ripeteva nel scusarsi di scriverle poco, in ritardo, ma che metteva il cuore, l'innocenza, la verità al centro del discorso, delle emozioni, rispettoso del giudizio, educato nel linguaggio, con la felicità di dirle che la piccola sorellina cresceva bene, in salute e che mi piaceva.
Non ricordavo ovviamente quella vecchia lettera ma mi sembrava strano che Serena desse tanta importanza a quelle frasi scritte tanti anni prima. Mi rallegrai di averla fatta felice, ma intuivo che mi aveva sempre visto come il più vecchio e il più duro, intransigente dei fratelli che la dominavo, ora invece aveva la riprova che la tenevo in grandissima considerazione.
Quel pacco di lettere andavano dal 1962 in cui avevo sette anni al 1980 anno in cui mi ero sposato. Quando le passai, ad una ad una, mi chiesi come mai la nonna le aveva tenute, mi ricordai delle tante esortazioni, quando andavo in vacanza da lei, a scriverle e io per compiacerla lo facevo volentieri ma il fatto di averle conservate mi dimostrava che ci teneva e oggi dopo tanti anni che è morta ne ho la prova.
Le leggevo e mi chiedevo come avessi potuto scriverle cosi bene, scrutando la mia grafia acerba, la carta a quadretti, a righine, verdolina, cartoncino, le tante dimensioni delle buste, i francobolli degli anni passati, gli annulli postali con le date e la rivedevo bonaria e paziente come sapeva esserlo lei, maestra che non conosceva pensione. Mi immergevo in quel rimembrare alla ricerca dei suoni, degli odori, della mia innocenza e di chi la assaporava con il palato allenato alla ingenua gioventù.
Mi specchiavo in un passato che avevo obliato, in qualche modo mi rincuoravo, assolvendomi e giudicandomi positivamente. Quanto buon sentimento, quanto rispetto, in quelle righe e ora che la vita mi ha sporcato con i suoi inganni quotidiani mi sembrava di rigenerarmi.
- " Tienile Roberto ma voglio rileggere quella che parli di me,
hai capito ?! " - mi disse senza aspettare risposta, mia sorella. Ero un pò incredulo e mi continuavo a chiedere se ero stato veramente io ?
Il tempo era passato come una macina sul secco grano, riducendo tutto in farina, ma una volta era stato uno splendido chicco dorato, quegli anni erano stati il mio sbocciare alla vita e forse il mondo era più umano, i valori erano ancora una ricchezza, forse era solo uno slancio giovanile ma mi ritrovavo dopo anni in quelle semplici parole scritte con il pennino e l'inchiostro del calamaio. Chiusi il sacchetto, salutai la mamma e seguii Serena che saliva in macchina, suonò il clacson tre volte mentre mi perdevo con lo sguardo,nella splendida notte stellata, nella cintura di Orione, a ricordare che ero fortunato ad aver avuto nonne cosi e aver sorelle che si commuovevano per una frase di una vecchia lettera scritta trentasei anni prima !

zanin roberto

   
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