cuocoligure
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Inserito - 22/03/2008 : 02:35:59
“BARABBA, BARABBA....” La settimana Santa in Spagna, in particolar modo in Andalusia, é marcata da una serie di avvenimenti liturgici di grande impatto drammatico inseriti tra due domeniche festanti, quella del “ramo” domenica delle Palme e quella della Resurrezione. Per chi non ha mai assistito ad una Settimana Santa, in cittá come Siviglia, Granada, Cordoba, ma anche piccolissimi borghi marinari come Garrucha o Mojacar, tanto per citarne alcuni, non puó immaginare come queste rappresentazioni sacre siano cariche di emozioni, di sacralitá, di paganesimo, di crudo realismo e di ridodante sfarzo barocco. Anche in molte altre cittá fra queste spiccano Valladolid, Zamora, Toledo, Oviedo, la giornata é scandita da squilli di trombe e rulli di tamburi, che accompagnano il passo cadenzato di Processioni interminabili e che si susseguono senza sosta a tutte le ore e da tutte le Chiese. Le varie “hermandadas” e “cofraderias”, da secoli depositarie del “paso” di propria appartenenza, fanno a gara sia nello sfarzo dei vestimenti che per il numero dei partecipanti. Gli uomini sotto le lunghe tuniche ed i caratteristici cappucci conici con due fessure all’altezza degli occhi, portano sulle cappe ricamate riccamente con i propri colori. Le donne sfilano, normalmente, con la “manola” e la “mantilla” nere che le rendono particolarmente eleganti ed al tempo stesso contribuiscono a suscitare il sentimento di dolorosa partecipazione. La processione del Giovedí Santo, quella organizzata dalle “cofraderias de Jesus Cutpivo” (Gesú Prigioniero), é forse quella che mi ha colpito di piú, non solo perché ricorda “tutta” la Passione del Cristo: dalla cattura nell’orto degli ulivi, alla flagellazione, alla coronazione di spine, al processo fino alla scelta tra Barabba e Cristo. Ed é proprio quest’ultimo episiodio della “Passione”, quello di Barabba appunto, che si materializza, a fine Processione, in 15 cittá spagnole concedendo l’indulto ad un ospite delle patrie galere. Infatti, dal 1999, un decreto Reale dispone che in 15 cittá, su indicazione del Ministero della Giustizia, venga concesso l’indulto a 15 carcerati e che gli stessi siano liberati al termine della Processione, a cui partecipano, con le vesti della “cofraderia” ( nel caso di Oviedo tunica bianca con con cappa e cinturone rosso) regolarmente “ammanettati e scortati” da due guardie penitenziarie che al termine del rito, provvedono pubblicamente a liberare il “reo”. Questi, dopo aver fatto pubblica ammenda, puó liberamente prendere la via di casa...... cuocoligure
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