Una donna per soldato. Diario di una tenente italiana in Libano. Di Marina Catena.Sarà lo stato d’animo con cui venerdì pomeriggio ho assistito alla presentazione del libro alla libreria Belforte di Livorno, sarà che il destino vuole che le sorti del Libano abbiano un peso sulla mia esistenza e sul mio prossimo futuro, ma non appena ho preso questo libro tra le mani l’ho letteralmente divorato.
Marina Catena è una donna con un immenso bagaglio culturale ed esperienziale e dalle pagine di questo suo libro sembra quasi che sia “la donna del destino” perché la sua vita e le sue scelte si sono intrecciate ad altre vite che hanno lasciato il segno nella storia del panorama internazionale.
Chi è Marina Catena? Il suo curriculum è sorprendente: ha studiato presso il Collegio del Mondo Unito nel Castello di Duino; è stata hostess di volo per l’Air France; ha lavorato per diversi anni per la Commissione Europea a Bruxelles nel settore degli aiuti umanitari partecipando in prima linea ai progetti di ricostruzione per i profughi, alla realizzazione di centri per le donne vittime di stupri etnici; incaricata da Emma Bonino si è occupata della campagna di sensibilizzazione mondiale “Un fiore per le donne di Kabul; ha lavorato alla Echo Award, primo corso cinematografico umanitario dove strinse amicizia con Danis Tanović che nel 2002 vinse l’Oscar con il film “No Man’s Land”; è stata per due anni in Kosovo nominata special advisor responsabile delle relazioni con la popolazione civile locale dal rappresentate speciale del segretario delle Nazioni Unite, rientrata a Roma fu incaricata funzionaria del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, responsabile delle relazione esterne e nel 2003 fu nominata esperto del ministero degli Affari esteri per la missione “Antica Babilonia” in Iraq.
Marina Catena però ricorda che fin da bambina aveva nutrito una passione per il mondo militare e la sua esperienza come operatore umanitario l’aveva portata negli anni a stretto contatto con i militari, permettendole di apprezzarne l’operato e accrescendo la sua voglia di essere peacekeeper nel mondo ma con una mimetica addosso, così che nel 2005 non è entrata nella Riserva Speciale dell’Esercito come Tenente.
Marina è passionale e già da quando ha preso la parola durante la presentazione ho notato la sua capacità dialettica e il fascino con il quale aveva attirato su di se l’attenzione dei presenti, con le stesse caratteristiche trascina il lettore in quello che è il diario della sua esperienza in Libano come soldato nella Riserva Speciale dell’Esercito.
Nella dedica mi ha scritto “piccole storie libanesi”, in realtà questo libro sembra la storia di vari destini che si intrecciano raccontati dal Libano.
La scrittrice stimola la curiosità del lettore raccontando il quotidiano delle missioni all’estero e le emozioni e le situazioni tipiche vissute dai nostri militari in missione. È un’intima testimonianza del vissuto personale e quotidiano di chi è stato in prima linea. Marina racconta il punto di vista di una donna, una donna in divisa, non mancando di offrire al lettore curiosità sul mondo militare e aneddoti, a volte anche buffi e divertenti, a volte lontani dall’immaginario spesso sbagliato che una fetta dell’opinione pubblica ha su come i militari trascorrono i mesi di missione fuori area.
Dietro ad ogni piccolo racconto ed aneddoto si creano legami con la storia e le esperienze personali della scrittrice ma anche con storia del Libano e di altri Paesi nei quali ha prestato la sua opera, con le storie delle persone incontrate durante il suo cammino, persone chiave tra le quali permettetemi di ricordare Ficuciello e Fregosi entrambi caduti nell’attentato del 12 novembre 2003 a Nassiriya.
Marina Catena ci trascina in un viaggio attraverso la storia e le storie, sullo scenario dei colori e della gente del Libano, con quella sfumatura che solo una donna sa dare.
Chiara