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 Napoli e Gomorra
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Roberto Mahlab
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Inserito - 06/06/2008 :  13:38:36  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
I titoloni sui quotidiani andavano e venivano, settimane in cui si riferiva della catastrofica situazione dei rifiuti a Napoli e in Campania e settimane in cui non se parlava più.
"L'hanno raccolta tutta?", avevo chiesto ad un mio conoscente di affari di Napoli.
"Scherzi?", mi aveva risposto, :"è sempre lì e anzi ci hanno aumentato anche la tassa sulla raccolta della spazzatura".

Poi le notizie sui cumuli di rifiuti che si accatastavano sono riprese, le fotografie dei roghi, le decisioni di aprire le discariche e di costruire gli inceneritori, le manifestazioni di piazza per impedirlo, le violenze e gli assalti contro le forze dell'ordine. E la perplessità rimaneva :"ma allora che cosa si deve farne dei rifiuti, non si può bruciarli e non si si può tenerli, che senso ha?".

E evidentemente quando qualcosa non ha senso, anche i media non sanno che cosa raccontare e la questione di nuovo scivolava nelle brevi di cronaca.

Poi un film del regista Matteo Garrone, tratto da alcune parti di un libro intitolato "Gomorra", scritto da Roberto Saviano e divenuto un best seller in Italia, vince un premio importante al festival di Cannes e, poco a poco, sale nelle prime posizioni del botteghino dei film più visti.

"Che dite, secondo voi vale la pena andarlo a vedere?", telefono ad amici napoletani, "racconta quanto sta accadendo? riesce a spiegare la situazione?".
"Ti consiglio di andare subito a vederlo, descrive quanto accade, capirai perchè ci sono dei napoletani che sono fuggiti dalla loro stessa città di nascita per scampare all'orrore", mi suggeriscono.

E così ci vado, le due sale del cinema più grande di Milano sono stracolme, non capisco come abbiano venduto più biglietti dei posti disponibili, alcuni spettatori si accomodano sugli scalini ai lati delle poltrone. Per due ore un silenzio assoluto, mentre sullo schermo rimbombano sparatorie, si perde il conto del numero dei morti, il pubblico trattiene il fiato, neppure i film della Chicago degli anni venti riportavano vicende di tali colossali bagni di sangue. E si sta parlando del nostro paese, l'Italia, di un grosso pezzo del nostro paese. Si delinea la trama di un potere che ha soppiantato quello dello stato, che ha occupato un territorio e lo amministra con regole e leggi che trovano paragoni con le più spietate dittature del pianeta, la popolazione schiavizzata da gruppi militari al soldo del tiranno, la vita umana che non vale un centesimo, la ferocia inumana delle esecuzioni per la strada. Quattromila assassinati, recita una schermata alla fine del film e, a leggere i quotidiani nei giorni seguenti, il numero si deve essere innalzato di parecchio.

Esco dalla sala insieme alle centinaia di spettatori attoniti, gli occhi che vedono le stelle, accecati dalla riproduzione dei colpi delle armi da fuoco, le orecchie che rimbombano, rese sorde dal suono dei mitra e delle pistole. Ma è tutto vero? Una parte della nostra nazione è occupata da un movimento militare ostile? Che comanda e accumula denaro su ogni attività della popolazione, dal taglio dei vestiti alla raccolta delle immondizie? Le immondizie, un affare che rende milioni e milioni alla camorra, il nome di questa entità ostile che si è impadronita di una parte del territorio della nostra nazione. Cumuli di immondizie che si spostano verso le discariche abusive controllate dal potere eversivo camorrista, camion di immondizia che vengono raccolti in tutto il paese e finiscono in queste discariche che l'organizzazione malavitosa sceglie sul territorio, come fosse lo stato, al posto dello stato, convogli di spazzatura proveniente anche dal nord Italia, imprenditori spregiudicati e spudorati che approfittano del "prezzo ridotto" che viene loro offerto dalla camorra, rispetto a quello che dovrebbero pagare agli enti legali, con l'aggravante che i rifiuti vanno ad accumularsi a quelli della Campania.

Nei giorni successivi richiamo i miei amici campani, sgomento chiedo loro se si tratta di una situazione diffusa, mi rispondono di sì e aggiungono che riguarda ormai tutta l'Italia, dato che la camorra investe le enormi quantità di denaro ottenuto dalle attività illecite in tutto il nostro paese e anche nel resto d'Europa e pure in alcuni paesi extraeuropei. Una massa di denaro che i media hanno calcolato nei giorni scorsi essere pari al tre percento del prodotto nazionale lordo italiano, significa sessanta miliardi di euro. Denaro che viene estorto al paese intero, le cui tasse sono sottratte alle casse dello stato, il cui valore basterebbe ad evitare due finanziarie all'anno. E soprattutto denaro che si trasforma in una ragnatela sempre più inestirpabile e cancella una parte intera della nazione dal libero commercio e dalla libera iniziativa, travolgendo ogni possibile indotto legale.

Se, come confermato da tanti amici campani, il film narra una situazione estesa, il regista Garrone e lo scrittore Saviano hanno fatto un favore storico alla democrazia, una denuncia artistica che non lascia indifferenti.

Le notizie si accavallano nei giorni seguenti, le televisioni propongono i filmati dei dimostranti che bruciano i cassonetti dell'immondizia e che sfidano le forze dell'ordine con azioni ben organizzate, fa impressione vedere le magliette dei manifestanti, uguali a quelle che indossano i protagonisti del film. Fa impressione anche vedere al fianco dei manifestanti i gruppi più violenti delle proteste ideologiche che hanno squassato il nostro paese, i no-tav, i no-base di Vicenza, i picchiatori delle frange più estreme. Non è verosimile che non ci sia una regia di chi non vuole che lo stato rientri in possesso del territorio occupato dall'entità ostile. Dal governo si avanzano proposte di far intervenire l'esercito, si fa strada la convinzione che sia in corso una rivolta organizzata militarmente dalla camorra che vuole evitare che lo stato riprenda possesso del territorio e che demolisca l'incasso delle discariche che finisce nelle tasche dei capi del regime camorrista.

"Ma le zone delle discariche e gli inceneritori che il governo tenta di creare, sono sempre scelte con oculatezza?", chiedo ancora ai miei interlocutori. La risposta è complessa, mi spiegano che ad esempio la localizzazione nelle cave di tufo di Chiaiano potrebbe portare ad un contatto dei liquami dei rifiuti con la falda acquifera della città e che probabilmente altre scelte sarebbero più sagge, di qui la decisione del governo di approfondire la questione inviando i tecnici che dovranno poi presentare un rapporto di fattibilità.
Il problema, secondo i miei interlocutori, è che il territorio del comune di Napoli è ridotto ed è quasi completamente costruito, non ci sono aree libere abbastanza ampie per le discariche che non siano immerse tra la popolazione. Una proposta sarebbe quella di utilizzare territori disabitati e non utilizzati dal turismo, come le cave di marno dismesse, progetto a cui la malavita si oppone perchè perderebbe la gestione degli espropri.

A causa delle infiltrazioni malavitose nei centri politici della Campania e anche a livello nazionale, la situazione appare compromessa, alcuni tra i miei amici giungono a suggerire che esiste il rischio di un conflitto civile scatenato dal potere che ha preso il posto dello stato, con ripercussioni gravissime per l'intero paese, oppure potrebbe accadere al contrario che si sviluppi una rivoluzione "arancione", simile a quella dei popoli dell'est europeo che si sono ribellati agli oppressori, oppure che lo stato rinunci a mostrare il suo polso provocando l'incancrenirsi della situazione e la definitiva resa della sovranità di una parte della nazione ad una entità ostile e estranea alla democrazia e alla libertà.

Lo scrittore Roberto Saviano deve vivere scortato dalle forze dell'ordine a seguito delle minacce ricevute dalla camorra dopo la pubblicazione del suo libro. Proprio come altri nostri concittadini devono vivere scortati dopo le minacce ricevute dagli integralisti islamici dopo la comparsa dei loro testi sulla libertà. Paragone calzante che dimostra come il nostro paese debba affrontare emergenze simili di entità ostili che minacciano i nostri concittadini che non si tirano indietro dalla denuncia contro tali poteri estranei che minano la nostra democrazia con l'intimidazione.

Dei miei conoscenti di Milano sono andati in crociera la scorsa settimana, uno degli sbarchi è stato Napoli, ne sono tornati entusiasti, l'hanno descritta come una città stupenda e pulitissima. Lo riferisco ad uno dei miei interlocutori napoletani che mi risponde con tono fatalista e scoraggiato :"chissà dove li hanno portati e cosa hanno fatto loro vedere". Quante verità contrastanti.

Ed è proprio alla popolazione di Napoli e della Campania vessata dal potere della criminalità che si sente di doversi rivolgere, perchè i media intervistano quasi sempre i manifestanti contro le discariche e quasi mai i cittadini comuni, le voci della maggioranza non hanno spazio. Eppure sono centinaia di migliaia, centinaia di migliaia di nostri connazionali che subiscono senza colpa e senza volontà il dominio di un potere diverso da quello dello stato di diritto.

Per questo l'augurio è che lo stato non demorda e liberi il territorio e liberi i suoi cittadini, perchè se ci fossero stati almeno dieci giusti, Sodoma e Gomorra sarebbero state salvate dalla distruzione. A Napoli e in Campania i giusti non sono dieci, sono decine di volte dieci, il destino di Napoli non può essere quello di Gomorra.

Roberto Mahlab

...dove c'è il grande cinema, Concerto c'è...

   
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