Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 10/06/2008 : 18:17:18
UN CANTO D’AMORE E DI MORTE Vagando in volo dopo tante avventure trascorse, passando attraverso inmmense metropoli in questo tempo che distrugge se stesso . Sfuggendo vari predatori e i malvagi animali nascosti tra i boschi di cemento il piacere del volare libero per i cieli del cantare felice in cerca d’un riparo dove accoccolarsi e lisciarsi le piume appaga le mie fatiche . Briciole di pane sparso lungo una strada asfaltata seguo , dove corrono bolidi , passano pedoni , si fermano spettatori e viandanti falchi pellegrini spinti dalla fame. Strade dove dimorano esseri senza alcuna dignità ,cavità infernali ricolme di rifiuti dove vivono strane e orribile creature . Un viaggio nell’ immaginaria città dai grandi grattacieli per un piccolo uccellino quale io sono in cerca d’un luogo sicuro , di qualcuno con cui dividere le poche briciole trovate . Invidio chi vive in gabbia a volte , sarei contento se verrei acciuffato anch’io e messo lì in una dorata gabbietta a rendere gaio chi ascolta il mio canto . Avvolte m’illudo che potrei divenire un’attrazione nazionale rendere contenti gli uomini che ascoltano le mie melodie, il vibrare dell’ugola mia . Vincere il primo posto nel concorso d’ ornitologia che si tiene ogni anno a Reggio Emilia . Quanta gioia potrei dare ,rendere allegri i bimbi , gli ammalati, i depressi , gli anziani soli. Far sparire ogni tristezza, ma il sol pensiero di non poter più spiegare le ali nel vento abbandonarmi alle brezze del vento incontrare nuovi compagni di viaggio ,conoscere nuove terre mi fa sprofondare in un baratro di malinconie ,cosi vago ramingo per queste terre oscure tra fumi velenosi esalati da discariche dal corpo vivente che striscia ,che sguazza , che muove la coda ,un mostro terribile vive laggiù che insidia il mondo e la natura . Guai a scendere in volo posarmi su quell’ammasso di rifiuti morirei tra atroce pene . Ma io continuo a volare libero nel vento e questa morte che avanza ogni giorno distruggendo ogni cosa fa nascere in me una nuova forza , un desiderio di ribellarsi all’atroce destino alla sorte crudele che prima ha saziato i corpi degli uomini e poi li ha uccisi con ciò che lo ritenevano utile. Questa mia malinconia mi fa cantare di più così m’abbandono in un lungo soave canto , ed ogni cosa si tramuta. Le montagne di rifiuti diventano colline verdeggianti dove possono corrono felici i fanciulli senza maschere antigas nei dolci zefiri primaverili. Le fabbriche oscure e grigie che mettono solo paura a vederle ora luoghi di pace e ricreazione luoghi ove convive in armonia ambiente e natura. E canto ,un dolce magnifico canto, una melodia miracolosa che rende ogni cosa bella e mentre canto io divento sempre più debole e faccio fatica a volare . Vorrei voltarmi indietro vedere il mondo cambiato , rivedere così come era un tempo la terra senza centrali nucleari ,macchine , fabbriche, strade , ferrovie , metropoli fatte di acciaio e cemento. Così mi poso sul ramo d’un albero spoglio ed esausto mi riposo chiudo gli occhi e continuo a sognare e sperare , continuo a vivere una vita immaginaria fatta d’amore e arte ma la morte giunge in un baleno m’afferra tra le sue mani e sento trafiggermi il petto ,un colpo sordo risuona nell’aria esploso da lontano da un cacciatore in compagnia del suo cane , fa eco nell’aria calda di giugno ed io cado nel vuoto e vengo afferrato dal cane che corre a prendermi mi stringe tra i denti, sbavando mi porta dal suo padrone scodinzolando la coda io muoio ma ....il mio sogno continua a vivere.
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