L'ESTATE DI SAN MARTINOCalata è la sera, nella piatta campagna,
dai rii vapori di giorno sublimano alti,
la luna non ha ancora acceso la speranza,
dietro il Piancavallo riverberi di luce si spengono lenti.
Non ho più la frenesia della gioventù
e le stagioni mi appaiono severe,
puntuali, intransigenti, mai accomodanti,
ora seguendo le rogge madide di foschia,
mi accorgo che il buio domina le vigne,
si perde tra i campi appena trebbiati,
continua avvolgendo il vecchio molino,
oltre la stalla abbandonata, al ponticello di cemento.
Laggiù, laggiù, dove gli alti pioppi
perdono le infuocate foglie e trionfano le edere,
giù, giù, fino all'orizzonte....
ed io con lui.
Senza più bisogno di sapere,
trasportato da una sera che non concede spettacolo,
sbuffi di scirocco e l'odore delle stoppie
che si uniscono al terreno ancora virile.
Mi pare di sentire il battito del mio cuore,
ma non ho più nemmeno paura del buio,
solo la placida acqua del fiumiciattolo
che canticchia il suo andare al mare,
venga il buio che cancella ogno torto !
di Zanin Roberto
zanin roberto