L'alba
Una leggera brezza sul mio viso
dall'alto di questo colle
ancora troppo buio
per ammirarne le sfaccettature.
Un'innamorata
che pian piano da me evapora
posandosi fra le sue dita
per esser per sempre custodita
nascosta tra bianchi ricordi.
Nutrendomi di questo senso
di profonda leggerezza
apro le braccia al mondo
sorrido e piango.
L'alba
di questo neonato giorno.(28/08/08 Pagani Cristina)
Finalmente!
Dichiarata, liberata…certo, non corrisposta ma non era quello il punto.
Mi sentivo proprio fiera di me! Avevo provato e vissuto una cosa strana che avrebbe dovuto portarmi solo tristezza e delusione, ma che invece mi aveva permesso di conoscere un sentimento meraviglioso e al contempo mi aveva insegnato a dialogare con me.
Ogni mia preoccupazione, paranoia, menata ecc, poteva andarsene fluttuando nel passato.
Pure i miei sogni notturni erano concentrati su tutt’altro invece che su di lui!
Un capitolo era chiuso. Via col successivo!
E grazie al cielo proprio in quel periodo iniziò la Festa della Radio. Divertimento, svago, tanta gente. Perfetto.
Fu proprio in questa occasione che lo rividi.
Stavo facendo leggere qualche mio scritto ad una ragazza che era lì con me alla festa, e guarda caso proprio quando smisi di risponderle alla domanda “ma chi è questo Lui del quale hai scritto tanto?” mi girai.
Banco delle caramelle…Capelli lunghi, felpa gialla, solita andatura…
Come fa a spuntare fuori nel momento più giusto mi è un mistero tutt’oggi.
Andai a salutarlo. Io stavo per andarmene a casa ma mi propose un passaggio in modo tale che potessi star lì un po’ di più con lui e i suoi amici.
Accettai.
(Ma va?!)
Nel tragitto, nonostante fossi sola con lui non sentivo nulla. Non dico che già tutto fosse sparito. Provavo, sentivo, ma non desideravo. Non mi aspettavo nulla.
Scherzammo come sempre e lo salutai nel solito modo.
Proprio come le altre, quella notte non lo sognai.
E giunse la settimana prima del mio trasferimento a Mestre.
L’inizio dell’università di lingue orientali era ormai alle porte per me.
Convinta che non sarei tornata per un po’ di tempo, mi organizzai al meglio per poter salutare tutti, parenti e amici.
Un mercoledì sera, da casa di mio padre, gli chiesi se potevamo vederci. Dovevo salutarlo il mio amico. O no?
Acconsentì per il giorno dopo.
Era bello non sperare più in niente.
Cristina
solo chi sogna può volare...