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 Il Macef e la piccola impresa italiana
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Roberto Mahlab
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Inserito - 24/01/2009 :  21:57:55  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Esiste un'Italia reale e pratica, in cui trovano posto le idee, in cui ribolle l'iniziativa e l'inventiva, l'Italia che i media non raccontano e che ci mantiene al fianco delle altre democrazie liberali.
Questa Italia si è ritrovata per cinque giorni al Macef, la fiera internazionale degli articoli casalinghi e della ferramenta, dal 15 al 19 gennaio 2009, la manifestazione si è chiusa con il successo di 80.000 visitatori, una lievissima flessione rispetto agli 85.000 visitatori del Macef del gennaio 2008, l'edizione del settembre 2008 aveva visto 70.000 visitatori, ma l'edizione di settembre non è paragonabile perchè meno importante. Io ho visto un gran pienone nei meravigliosi stand, il grande genio degli italiani che si dispiega, nei prodotti e negli allestimenti, 80.000 è abbastanza vicino a 85.000, il numero di espositori era di circa 2100, contro circa 2250 dell'anno precedente.
Dunque un rallentamento, ma non certo un crollo, la recessione si sente più che altro per una maggiore attenzione alle spese, i 5.000 visitatori in meno hanno risparmiato le spese del viaggio e dell'ingresso e così circa 150 espositori, soprattutto le aziende più grandi, hanno pure rinunciato quest'anno. Le cifre comunque indicano un mercato prudente, ma che spera nel futuro.

Ho letto oggi le proiezioni della commissione europea ed esse mostrano un calo previsto del Pil italiano in linea con gli altri maggiori paesi europei, anzi, anche molto inferiore di Francia e Gran Bretagna. Così pure il deficit del trattato di Maastricht è previsto in lieve superamento, mentre gli altri paesi europei mostrano un superamento molto più deciso. L'unica penalizzazione italiana riguarda il debito pubblico, un vero macigno al collo del paese, perchè metà di esso è proprietà di investitori esteri e dunque non si può dire che sia un debito interno e di conseguenza ininfluente. Anche se c'è da dire che la somma tra debito privato e debito pubblico in Italia è assai inferiore alla stessa somma di tanti altri paesi europei. Gli italiani si confermano un popolo di formiche e non di cicale e certamente meritano di essere governati bene, senza il vero fardello della spesa pubblica che getta miliardi per foraggiare enti decotti che dovrebbero essere privatizzati e entità politiche e sindacali che rubano letteralmente ciò che l'industrioso paese produce. Si parla poco di tanti errori che il paese è costretto a pagare, come la cancellazione dello scalone pensionistico della legge Maroni, eliminazione che ha appesantito senza costrutto i conti pubblici e quindi la capacità di produrre reddito e di abbassare le tasse. L'abbassamento delle tasse è la linea seguita dagli altri paesi ad economia di mercato, l'Italia sta reggendo senza neppure tale soccorso. La risposta alla domanda di che cosa sarebbe l'Italia se fossero eliminate le frodi e la sottrazione del Pil da parte della cosiddetta casta è, secondo me, che il paese sarebbe un economia irrefrenabile e motore di quella mondiale. Sono in crisi i paesi che hanno puntato tutto sulla finanza e oggi si ritrovano con le finanze dissestate e senza un tessuto produttivo, l'Italia ha avuto la saggezza e il merito di non smantellare la sua industria e il suo commercio.
Intanto comunque si sente un calo dei consumi perchè la propensione al risparmio prudente è in ripresa, ma non perchè ci sia qualcosa di più di un rallentamento o perchè i soldi siano scomparsi, ma perchè semplicemente gli italiani hanno deciso di essere accorti per il momento e magari di comprare buoni del tesoro piuttosto che beni di consumo.
Quali sono i dati quantitativi di questa immensa porzione d'Italia delle piccole imprese? Ce lo spiega un articolo del Sole 24 Ore, con le statistiche Istat del 2005 :
1) IMPRESE INDUSTRIA E SERVIZI PER NUMERO DI ADDETTI
da 1 a 9 addetti 3.983.127 imprese
da 10 a 19 addetti 127.843 imprese
da 20 a 49 addetti 51.673 imprese
da 50 a 249 addetti 19.800 imprese

Questi dati indicano che su un totale di 4.182.443 aziende, il 95,23 percento sono piccole imprese (da 1 fino a 9 dipendenti) evidentemente private, sottolineo, il 95 percento delle imprese italiane.

2) NUMERO DI ADDETTI
le imprese da da 1 a 9 addetti danno lavoro a 8.452.835 addetti
le imprese da 10 a 19 addetti danno lavoro a 1.688.865 addetti
le imprese da 20 a 49 addetti danno lavoro a 1.525.557 addetti
le imprese da 50 a 249 addetti danno lavoro a 1.885.322 addetti

I dati del Sole 24 Ore indicano che, su un totale di 13.552.579 lavoratori, le piccole aziende (da 1 a 9 dipendenti) garantiscono il posto di lavoro al 62,37 percento di lavoratori.

L'analisi complessiva indica dunque che produzione e servizi sono garantiti in Italia dal 95,23 percento di piccole aziende che danno lavoro al 62,37 percento di occupati nei vari settori.

Si comprende agevolmente come un mancato riconoscimento del ruolo della piccola impresa, sia in forma di aggravio di tassazione, sia di restringimento del credito da parte delle banche, con la conseguenza immediata di effettivo rischio del posto per i lavoratori del comparto sopra definito, di fatto metterebbe in pericolo completamente il tessuto civile e sociale del nostro paese. Non ho considerato che anche le aziende da 10 a 19 dipendenti sono probabilmente da aggiungere al conto delle piccole imprese, considerazione che ovviamente rafforza la tesi.

E' evidente a chiunque che una tale chiarissima situazione richiede semplicemente l'applicazione delle regole di stampo liberaldemocratico contenute nelle legislazioni di tutti gli altri paesi ad economia di mercato, l'abolizione delle aree di privilegio pubblico, tasse ragionevoli in modo da incentivare i consumi e di conseguenza riempire le casse dello stato, incoraggiamento alll'iniziativa privata, motore del sistema.

I numeri sono numeri.

Roberto Mahlab - Concerto News System - Business and Economic Outlook - @2009

   
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