Fratelli peschiamo ogni giorno;
un filo d'erba in bocca,
alla pari di generosa mucca
noi stessi,in modi assai diversi,mastichiamo.
Dall'altra sponda spesso, “raramente”
vaga una cangiante cometa anura.
Triste sorride mentre ammira
l'onorata carriera o la galera
che unisce polsi piagati e sanguinanti,
gli uni per viltà , gli altri per coraggio...
Fratello a cui sta bene
un’esistenza morta,
non guarda l’altro
che la sua torta
o quel che n’è rimasto,
non la cede e crede al pesce
che prima o poi verrà.
E tu, cometa, affoghi nel guadare,
nel guardare questi due fratelli
che niente hanno più da dirsi.
Fratello, non volevo per te
questa cometa, questa tua vita
ove vani per te sono gli specchi,
come i tuoi secchi che non hanno fondo:
quelli delle tue emozioni.
Sei solo ombra d’ultima delusione,
una parete con un alone bianco
dove l’effige del comune padre
hai tolto per mettere al sicuro
un altro torto d’una megera moglie...
Mozzare dovevamo mille lingue
con corde di chitarre rinnegate.
Non mi resta, fratello,
che mordere il tuo amo
girandoti le spalle
mentre sorridi al vento
per essere certo che il pesce ti ha creduto...
Libero lupo con quello tra le sbarre
divide umili e sconnessi pasti,
senza guardarsi, come due fratelli.