Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 22/03/2009 : 15:00:23
METAMORFOSI DI PRIMAVERALe prime rondini erano tornate a volare nel vasto cielo cittadino tra i grigi grattacieli della città oscurata dallo smog delle auto e dai brutti pensieri dei suoi numerosi abitanti, quella mattina a dispetto d’ogni previsione meteorologica , sembrava proprio una bella giornata . Il signor Rossi nella sua piccola abitazione come suo solito si preparava a recarsi presto a lavoro , scese di casa puntuale come ogni mattina ,giunto all’auto s’accorse di una gomma assai sgonfia della sua utilitaria e nell’impossibilità di reperire un gommista al più presto, decise di far meno dell’auto e di prendersi l’autobus. Aspetto venti minuti sulla fermata obbligatoria l’arrivo del mastodontico ,traballante mezzo pubblico. Stracolmo, sempre pieno di gente proveniente da ogni sobborgo o lontana contrada della vasta e fredda periferia metropolitana. Il tempo passava e un ritardo non sarebbe passato impunito a suo dispetto da parte del suo capo ufficio. Il signor Rossi ,non sapeva proprio cosa fare così prese a desiderare di poter volare , di aver due ali che gli avrebbero permesso cosi di giungere in orario in ufficio. Desidero così ardentemente di divenire un volatile che tutto un tratto ecco il signor Rossi divenire un magnifico canarino dalle piume colorate volare per il cielo tra soffici nubi. In quelle sembianze incominciò a volare libero e felice che preso da una strana euforia di librarsi nel vento , di scendere in picchiata e soprattutto di poter cantare un melodioso motivo tale da incantare chiunque lo sentisse, che prese altre strade e si diresse verso altri lidi. Dimenticando d’essere in ritardo di mezz’ora, cosa che la signora Ursomando sua capo ufficio non avrebbe mai tollerato una mancanza del genere per nulla cosa al mondo. Il signor Rossi dimentico dei suoi doveri continuo a volare , si sentiva felice come non mai di poter volare, cantare, sorvolare il grigiore di quella vita quotidiana , recluso dietro una scrivania per tutto il giorno a sistemare documenti da controllare e timbrare. Generoso il signor Rossi lo era sempre stato . Ora libero nel cielo e felice come non mai ,pensò nella sua graziosa testolina piumata di rendere per un attimo tutti gli altri abitanti della città felici come lui. Quindi , posatosi sopra un lampione nella grande piazza della sua città , incomincio dolcemente a cantare. Note greve e allegre si diffusero nell’aria giungendo in ogni luogo entrando in ogni casa ,ufficio ,fabbrica ,ospedale ,caserma . Ascoltando quella dolce melodia la gente si fermò estasiata e curiosa di saper chi cantasse in quel modo così dolce e bello precipitandosi per strada a sentire . Intere famiglie con a capo nonni e bisnonni , nipoti e vicini di casa si riversarono in strada portandosi seco sedie e tavolini alcuni approfittando consumando un frugale pasto, a base di pesce , chi di carne ,festeggiando entusiasti stappando bottiglie di spumante e sparando pure qualche fuoco d’artificio. La città si fermò in poco tempo , ed il blackout causò vari disordini ,mentre una enorme folle di persone si riversò in strada , qualcuno convinta di uno sbarco alieno , chi della caduta del governo ,chi altro dell’arrivo imminente del terremoto o addirittura della fine del mondo. Non funzionava più nulla, le linee telefoniche fuori uso, un caos senza fine s’impossesso della città intera , facendo scattare un allarme generale. Di fronte a tanto disastro fù deciso di chiamare l’esercito i vigili del fuoco, l’aeronautica , la marina, tutte le forze dell’ordine per riportare la calma in città e trovar la causa d’un simile disastro. Mentre il signor Rossi in veste di canarino continuava a cinguettare la sua aria melodica , ignaro di cosa stesse succedendo continuo a canticchiare , dimenticando d’ andare in ufficio e di ogni male derivato ma soprattutto d’essere un uomo,un impiegato di quinto livello ai comandi della signora Ursomando. Cosa che a lui nella sua coscienza lo faceva sentir bene . Cantò tanto che chiunque corse ad udirlo sembrò divenire più buono e libero d’ogni depressione o problema esistenziale. Passò presto quel caotico giorno e la causa di tanto disordine che l’aveva generato per le forze dell’ordine rimase ignara e incompresa, impensabile per la maggior parte dell’ intellighenzia cittadina derivata da un piccolo canarino canterino. Ma per chiunque lo voglia, ancor oggi sé lo desidera può andare ad ascoltare ancora quel melodioso canto. Lì in mezzo alla grande piazza della sua grigia città di cui si vive. Basta rimanere in silenzio ,socchiudere un po’ gli occhi e dimenticare d’essere ciò che si è, per udire una dolce melodia afferrarti e portarti via tra le nuvole , nel vento verso luoghi incantati ove ogni tristezza si scioglie come neve al sole. Sarà questo un incantesimo ,una magia grazie alla trasformazione del Signor Rossi d’ impiegato di quinto livello in un canarino libero di cantare sogni , speranze , tristezze del genere umano.
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