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 FESTIVAL DELLA MATEMATICA
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Monica
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Inserito - 30/03/2009 :  13:25:01  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Monica  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Monica
Ciao a tutti.
Sono diversi anni che manco da “Concerto”, ma un tempo ero un’assidua abi non tante.
Ora, desidero tornare a raccontarvi qualcosa di (spero) interessante e parlarvi del Festival della Matematica, dove ho trascorso recentemente un fine settimana.
Il mio – e vostro - caro amico Roberto dice che pur di non leggere i suoi racconti ho deciso di darmi alla matematica e le scienze e ha ragione.
Scherzi a parte, queste passioni sono state per me una felice riscoperta e, insieme alla musica, alla letteratura e le arti tutte, mi procurano un immenso piacere; d’altro canto, anche la matematica è creatività e ci aiuta a comprendere il mondo, poiché è il linguaggio della natura o, se si preferisce, con il quale la natura si può meglio descrivere.
Il festival della Matematica, curato da Piergiorgio Odifreddi e realizzato dalla Fondazione Musica per Roma sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è giunto quest’anno alla terza edizione; si è svolto in due sessioni: la prima il 10 e l’11 marzo a New York, presso le sedi dell’Istituto Italiano di Cultura e dell’Italian Academy alla Columbia University, e la seconda dal 19 al 22 marzo a Roma all’Auditorium Parco della Musica.
Il titolo del Festival era “Creazioni e Ricreazioni” e, infatti, il programma è stato ricchissimo e per tutti i gusti: lezioni magistrali e lezioni spettacolo, conferenze, letture e giochi matematici (una sezione dedicata al bridge), concerti, mostre, proiezioni di film e tante altre iniziative.
Al Festival, a Roma e a New York, hanno partecipato otto premi Nobel e tre medaglie Fields(il riconoscimento più ambito per i matematici), oltre a grandi personalità italiane e straniere della scienza e della ricerca.
Per due giorni mi sono immersa in questo fantastico mondo, ho imparato tante cose e mi sono divertita moltissimo. Ho letto che Umberto Eco ha sostenuto che la matematica gli ha fatto provare vertigini metafisiche; ebbene, è proprio quello che ho provato io vagando tra sfere, bolle, palle, globi, figure impossibili, macchine matematiche e ruote del tempo.
Ora, proverò a raccontarvi qualcosa delle mostre che più mi hanno affascinata e intrigata e poi qualcosa sullo stupefacente “concerto matematico” di John Luther Adams.

MOSTRE MATEMATICHE

SFERE, BOLLE, PALLE, GLOBI
La mostra è stata realizzata dalla Association pour la Création de la Cité des Géométries di Mauberge, in Francia, e l’idea di realizzarne un’edizione italiana è della Fondazione Marino Golinelli, in collaborazione con ForMath Project.
Filo conduttore della mostra era la sfera nelle sue tante materializzazioni: le bolle di sapone, le palline da golf, ma anche la terra su cui viviamo; le proprietà delle sfere offrono lo spunto per divagazioni che vanno dall’architettura, alla pittura, alla poesia, all’industria del sapone; le immagini sui pannelli offrivano suggestioni e stimoli e giovani animatori invitavano tutti a “sporcarsi le mani” con le numerose attività proposte.

PERSPECTIVA ARTIFICIALIS – LE MACCHINE MATEMATICHE
(a cura del Dipartimento di Matematica Pura e Applicata dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e dell’Associazione Macchine Matematiche).
La strabiliante collezione di macchine matematiche colpisce per la sua bellezza; sembrano marchingegni leonardeschi e, invece, sono strumenti costruiti da insegnanti a scopo didattico, per avviare un discorso storico sulla prospettiva e introdurre allo studio geometrico delle proiezioni.
Le macchine matematiche venivano utilizzate da pittori, scenografi, intarsiatori, architetti e cartografi; quelle che ho potuto ammirare non erano rigorosamente fedeli agli originali in ciò che riguarda l’aspetto esterno (decorazioni, materiali impiegati) e le tecniche costruttive, ma ne rispettavano le caratteristiche funzionali, quali l’osservazione di ombre o le tecniche per “misurare con la vista”.
A partire da questa base concreta si è sviluppata la riflessione teorica dei matematici sui metodi per costruire immagini “scorciate”, sui cambiamenti di forma (trasformazioni, invarianti), sulle curve generate dalle ombre.
A lato della mostra Perspectiva Artificialis, c’era anche una piccola collezione di macchine matematiche per non vedenti; queste macchine sono state costruite nell’ambito di un progetto finanziato dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna in collaborazione con l’istituto per Ciechi G. Garibaldi di Reggio Emilia ed esposte nel 2005 presso lo stesso istituto con il titolo “Geometry on the fingers” (Geometria sulle dita).

IL MECCANO – LE RUOTE DEL TEMPO
(a cura del GAMM – Gruppo Amatori Modellismo Meccanico).
La mostra comprendeva circa venti modelli funzionanti di orologi realizzati col meccano, rappresentativi di epoche diverse, dal XIII al XX secolo, dai modelli storici di Leonardo, Galileo, Huygens ai modelli navali di Harrison in Inghilterra al tempo dei grandi viaggi, fino ai modelli più recenti basati su meccanismi elettromeccanici ed elettronici.
Il Meccano è nato come giocattolo di costruzioni ai primi del 900 e permette la visualizzazione dei meccanismi, anche complessi, e dei principi fisici su cui si basa la misura del tempo, rendendoli comprensibili anche a un profano.
Alla mostra si affiancava un’esposizione audiovisiva relativa al sistema di costruzioni Meccano, alla sua storia, alla sua commercializzazione e al suo auspicabile ritorno come giocattolo creativo anche per i bimbi di oggi.
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FIGURE IMPOSSIBILI – OSCAR REUTERSVARD
L’artista di Lund, recentemente scomparso, dal 1934 ha sempre disegnato figure impossibili, con un’appassionata e costante ricerca, incredibile per la sua univocità.
Nel 1982, le poste svedesi emisero una serie di francobolli sulle sue figure impossibili e, nel 1984, alcuni tra i più grandi musei del mondo (Tokio, Stoccolma, New York) gli chiesero di celebrare i 50 anni della sua prima figura impossibile con una mostra personale.
Capire la struttura matematica delle figure impossibili è semplice; si tratta di una forzatura della prospettiva, un trucco prospettico chiamato “prospettiva giapponese”, che consiste nel vedere un oggetto o una serie di oggetti contemporaneamente in più prospettive (due, a volte tre), da diversi punti di vista (direzioni diverse), ma in modo tale che vi sia una saldatura tra le figure risultanti in una soluzione che non può esistere, realisticamente assurda.
Quando si parla di figure impossibili, si può anche pensare al famoso “Tribar”, il triangolo impossibile di Roger Penrose, celeberrimo matematico del 900 o alla serie di litografie dell’artista olandese Maurits Cornelius Escher, scomparso nel 1972 (qualcuno di voi ha mai visto, magari su qualche libro d’arte, “Belvedere” o “Salite e discese” o “Cascata”?Io starei ore ad ammirare queste opere).

MATEMATICA E MUSICA
The Mathematics of Resonant Bodies di John Luther Adams
John Luther Adams è nato nel 1953 a Meridien, nel Mississipi, e nel 1978 si è trasferito a Fairbanks, in Alaska, dove la natura è divenuta per lui uno straordinario strumento musicale.
Al Museum of the North di Fairbanks, ospitato dalla University of Alaska, si trova “The Place Where You Go to Listen”, l’installazione permanente realizzata dal musicista; qui è possibile visitare la stanza dei suoni e dei colori, una piccola sala lunga e stretta, dove aleggiano sonorità persistenti che mutano dinamica, densità e spessore a cadenza irregolare e dove su cinque pannelli trasparenti uniti uno all’altro si possono ammirare straordinarie metamorfosi di colori.
La mano che scandisce questi percorsi paralleli di luce e suono si trova nel cuore della foresta boreale artica, dove, sommerse dalla neve, si trovano decine di stazioni meteorologiche, sismologiche e geomagnetiche, macchine che si confondono nel bianco della terra e registrano la direzione e l’intensità dei venti, la frequenza della pioggia, le variazioni della pressione, le correnti magnetiche che attraversano boschi e foreste, le vibrazioni della luce, il sorgere del sole e il tramonto della luna.
Ogni giorno, le sequenze numeriche di dati trasmesse dalle macchine si trasformano in tempo reale in suoni elettronici e luci artificiali e creano una mappa cromatico-sonora del paesaggio artico continuamente aggiornata, dando corpo a uno dei più ambiziosi e vasti progetti di “sonificazione della natura” che la musica contemporanea abbia concepito nell’ultimo decennio.
Il pezzo ospitato dal Festival della Matematica, “The Mathematics of Resonant Bodies”, è un lavoro di circa sessanta minuti affidato a un solo percussionista (Flavio Tanzi, bravissimo) e a una serie “ragionata” di suoni artificiali; alla base, c’è infatti l’idea che ogni fenomeno della natura debba essere rappresentato, per favorirne la comprensione, da relazioni numeriche: diagrammi di flusso, equazioni, formule matematiche, proporzioni. Seguendo questo principio Adams ha selezionato diversi “rumori” della foresta artica, li ha trasformati in tracciati numerici e poi in sequenze puramente percussive.
Le otto sezioni in cui si articola il lavoro (Burst, Rumble, Shimmer, Roar, Thunder, Wail, Crash, Stutter) corrispondono ad altrettanti frammenti del paesaggio sonoro artico trasformati in algoritmi matematici e poi in un suono percussivo musicalmente astratto.
Quella del Festival della Matematica era la prima esecuzione italiana di questo lavoro; i suoni del paesaggio artico di John Luther Adams erano accompagnati da un racconto per immagini incentrate su soggetti che appartengono alla natura, disegnato per l’occasione da Yosuke Taki, grande artista visivo internazionale.
Per il primo brano, Burst, si poteva ammirare un flusso d’acqua che riflettendo una fonte di luce creava una sorta di fuoco danzante in un’impossibile unione, quella appunto tra fuoco e acqua.
Il video realizzato per Rumble era invece una successione di immagini macro del fiore di loto che assumeva quasi l’aspetto di un paesaggio lunare. E poi sciami di api, prati, fiori, fili d’erba, rocce lavate incessantemente dalle onde che, per l’artista, coincidono con la rappresentazione di “giardini senz’acqua” del pensiero zen.

Al Festival della Matematica ho anche potuto ascoltare Claudio Bartocci e le sue bellissime letture matematiche.
Il connubio matematica-letteratura è entusiasmante quanto quello matematica-musica e matematica-arti visive e conto di raccontarvi qualcosa in una prossima occasione.

UN CARO SALUTO A TUTTI
MONICA


   
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