Morgana
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Inserito - 28/05/2009 : 16:34:50
Non si può descrivere a parole Gerusalemme e neanche la più bella delle foto può immortalare l'unicità e la contemporanea molteplicità della città vecchia. Puoi seguire la via dolorosa di Gesù scegliendo tra 20 diverse confessioni cristiane e tra una molteplicità di lingue straniere, contemporaneamente puoi sentire il canto dei muezzin che richiamano i fedeli alla preghiera incrociando nelle vie del mercato arabo gli ebrei che si recano al muro del pianto e ad ogni angolo un M16 che vigila su questo equilibrio sottile. Perderti alla ricerca del quartiere armeno, visitare i posti più importanti per ebrei, cristiani, musulmani a volte coincidenti, a volte a pochi metri di distanza. Girare sui bastioni o sopra i tetti e chiacchierare a distanza con i bambini arabi curiosi di conoscerti. Perderti nei vicoli e ricevere subito aiuto dai locali per raggiungere la tua meta. Rivegliare l'olfatto assopito con il profumo delle mille spezie e immergere le tue orecchie tra le voci di tutte le lingue del mondo. Di notte, poi, sui tetti di Gerusalemme puoi incontrare gruppi di giovani ebrei di chissà quale parte del mondo, che intonano canti della loro tradizione frati francescani che accompagnano gruppi di pellegrini italiani di mezza età ragazzini arabi che giocano a nascondino coppie di innamorati, le luci della città, la musica e i canti delle feste religiose e se alzi gli occhi al cielo stelle che non hai mai visto. Al centro del mondo, al centro della storia, al centro della religione, al centro dei riflettori, al centro delle dispute, al centro del sangue. Sei appena arrivato e già struggi per ritornarci. I giorni non ti bastano. Te ne innamori come di un amante. Sono giunta così alla conclusione che se esiste il mal d'Africa esiste sicuramente anche il mal di Gerusalemme e io ormai sono stata contagiata. Chiara Lignola
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