Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 07/06/2009 : 12:14:55
IL MAGO MANGIACATTIVIDietro la grande collina dove si è solito gettare rifiuti d’ogni genere , viveva un tempo un uomo assai mediocre chiamato il Mago Mangiacattivi . Mangiacattivi era il suo cognome, egli praticava l’ arti negromantiche da molti anni e svolgeva tale professione di mago con grande passione ma con poco profitto. La sua casetta di legno ,lugubre e tetra era provvista di una lunga antenna televisiva che ondulando nel vento vibrando,emetteva un strano sibilo capace di spaventare ogni visitatore ed ogni passante . In quella piccola casetta di legno ci viveva lui da solo disperato, misero aveva perso ogni contatto con il mondo esterno , disoccupato , cacciato a calci da ogni circo o teatro incapace di far uscire perfino un coniglio dal suo stropicciato cilindro. Continuamente si doleva per la sua avversa sorte : Non me ne và nessuna giusta , tutti mi cacciano , perché la sfortuna mi perseguita ? cosa ho fatto di male a questa vita per meritarmi tante umiliazioni. Muoio di fame sono tre giorni che non mangio, se fossi adesso un bravo mago , farei comparire su questa desolata tavola un bell’arrosto con tanto patatine intorno oh fata turchina come brontola questo mio stomaco . Cosa posso fare per rimediare un pezzo di pane ? Per tutti gli orchi non ci vedo più dalla fame. Dopo diversi giorni di digiuno , disperato usci di casa e andò in mezzo alla grande piazza con la sua valigia piena cianfrusaglie a dar l’ennesimo spettacolo che gli avrebbe procurato qualcosa da mettere sotto i denti. Giunto nel luogo ove si teneva generalmente il mercato, il povero mago prese a dar spettacolo. Venite gente venite da questa parte oggi il grande Mago Mangiacattivi vi farà vedere come si può trasformare un cane in un gatto, l’oca in un sorcio ed altre meraviglie. Cosi rincorso un cane zoppicante che per poco lo mordeva al polpaccio e trascinato quest’ultimo davanti alla folla lo coprì con un lenzuolo e gettato polvere nell’aria , dato infine di nascosto un calcio al povero cane nel fondo schiena che fuggi latrando disperato fece apparire da sotto il lenzuolo un vecchietto chinato per terra in cerca della sua dentiera invece di un mazzo di fiori . Tutti nel vedere tale incantesimo presero a ridere a più non posso. Cosi il povero Mago Mangiacattivi si addirò tanto , ma cosi tanto da trasformare se stesso in una belva inferocita un essere ricoperto completamento di peli dall’aspetto di lupo con l’orecchie appuntite. E ululando all’impazzata incominciò a rincorrere tutti gli uomini cattivi della sua città , tutti quelli che l’avevano sempre sbeffeggiato e acciuffati se li mangiava in un solo boccone. La notizia della bestia inferocita circolò immediatamente corsero cosi tutte le forze dell’ordine , militari con grossi fucili e auto blindate con a bordo dei grandi molossi pronti a stanare la belva. Lo trovarono a tarda sera in un vicolo oscuro mentre addentava un direttore di banca , conosciuto come un usuraio senza scrupoli, dopo che aveva sbranato quasi tutti i politici e i professori della città ,metà appartenenti alla giunta comunale , lì incominciarono a sparare a più non posso crivellandolo di colpi la bestia, che cadde inerme sotto la grandine di proiettili esplosi. Privo di vita in una pozza di sangue ritornò al suo aspetto originario, lentamente sul viso riapparvero i delicati lineamenti , insieme ad un debole sorriso. Qualche passante impietosito gli getto ai piedi una rosa quasi appassita , in pochi minuti fu ricoperto di fiori. Rimase riverso li per terra per diverse ore in attesa che la polizia mortuaria venisse a prendere il corpo per condurlo all’obitorio . Illuminato da una immensa luna radiosa in un cielo terso , visibile dietro la cupola d’una vecchia chiesa , la città riprese a vivere dopo lo spavento subito .Incurante di ciò ch’era stato ,continuò a generare nuovi mostri , nuove paure, così ogni cosa ritornò come era sempre stata , mentre lo spirito del Mago Mangiacattivi divenne una rondine che apri le ali e sorvolò i tetti della città e continuò a volare fin dove esiste quel fragile confine tra la fantasia e la realtà per divenire qualcosa di assai simile ai nostri sogni ed ha nome felicità.
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