Domenico De Ferraro
Emerito
Italy
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Inserito - 28/01/2010 : 17:29:43
LA CANZONE DEGLI ASSASSINILa pioggia scrosciava forte , fitta e silenziosa seguendo un ritmo d’una danza frenetica nell'aria ,fredda, bagnando ogni cosa sentimenti ,sconfitte, il passo veloce del bimbo e dell’uomo che corrono ignari insieme verso casa , verso un riparo sicuro . Il bar era affollato pieno di fumo di sigarette consumate una dietro l' altra il frastuono di una musica assordante unita alle voci delle persone che giocano a briscola o a poker con alle spalle dolori e sorrisi ,rabbie e violenza . Marco si guardò intorno impaurito la forte pioggia l'aveva spinto ad entrare in quel rifugio di giocatori incalliti tutti muscoli e poco cervello ,capaci di spaccarti le ossa con un pugno ,gente semplice di borgata abituata a lavorare e a trattare male chiunque mostra d’essere debole davanti a loro. Gente dura, qualcuna con un sacco di soldi da spendere ,guadagnata spesso volte in modo illecito . Proprietaria di terre e casamenti , avida fino al midollo , fiera della sua ignoranza e della cultura legata alla sua terra . Marco bagnato dalla testa ai piedi infreddolito attese che la pioggia concedesse una breve tregua per poter far presto ritorno a casa. Un grosso omone con una faccia sinistra due occhi neri di ratto pronto a morderti, lo guardò insospettito ,Marco in un primo momento non ci fece caso poi guardando quelle facce segnate con tante cicatrici provò uno strano timore. La pioggia continuò a scendere forte ,allagando strade e fossati poi pian piano come una musica che scema nella sua dolce e candita melodia si placò lasciando giungere la quiete dopo la tempesta. In quel momento Marco ne volle approfittare e sgaiattolato fuori dal bar prese a correre verso casa, sollevato nel lasciarsi dietro le spalle quel postaccio con tanti brutti ceffi. Ma fatto un centinaio di metri ebbe la sensazione d'essere seguito si guardò indietro la strada era deserta un ombra apparve radente sui muri allungò la sua mano tentando di afferrarlo . Marco terrorizzato scappò a gambe levate facendosi sbucare dietro la schiena un paio d'ali . Spalancando le bianchi ali volò ,veloce sempre inseguito da quella oscura ombra che compiendo grandi salti provava ad afferrarlo tra le sue grinfie. Marco volò sui tetti delle casa sulle strade bagnate tra il dolore del tempo che passa. Volò e non si voltò più indietro arrivò alla sua piccola casa con il cuore in gola e un terribile spavento. La madre nel vederlo bagnato fracido che starnutiva ogni momento ,febbricitante si preoccupò assai e chiamò subito il dottore che corse a casa a visitarlo . La febbre rimase alta per tuta la notte Marco delirò nel sonno: gridò vattene via ombra malvagia , non ho paura di te . Aiuto ,aiuto ho visto un gruppo d’ assassini e quest’ultimi gli cantavano in coro : Vieni con noi giochiamo con la morte la rincorriamo intorno al mondo. Vieni , sarai come noi .Dietro ad un muro aspettiamo con un coltellaccio pronti a colpire dietro la schiena . Vieni ,diventerai come noi vittima e carnefice. Vieni , balla con noi la danza degli assassini. Gioca a carte fuma e bevi ,vieni ragazzo non aver paura e un mondo di ladri questo e noi siamo i suoi principali protagonisti. Vieni ,vieni balla la danza degli assassini ammazzalo, ammazzalo non fartelo scappare . Ahahahah…. Povero Marco si girò e rigirò nel letto sudato in preda a quelle visioni non riusciva a prendere sonno poi giunse il mattino e con la luce Marco stanco s’addormentò la febbre scese di colpo e quando si svegliò trovò tante persone care intorno a lui che l’ assistevano teneramente . Pian ,piano ritornò così a sorridere alla vita come se nulla fosse mai accaduto mentre gli incubi della notte si rifugiarono insieme alle ombre della sera in seno al crepuscolo in attesa di un nuovo indifeso passante per quelle strade isolate. DOMENICO DE FERRARO
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