Gabriella Cuscinà
Senatore
Italy
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Inserito - 17/02/2011 : 13:22:18
Lo spruzzo d’acqua e il poliziotto Stavo camminando a passo solerte perché pioveva in maniera tremenda. Pareva un vero diluvio universale. Il mio ombrello serviva appena a ripararmi dall’acqua e le raffiche di vento volevano strapparmelo via. Sul fondo stradale s’erano formate delle grosse pozzanghere e dovevo scansarle con molta attenzione. Ad un tratto, passò una Volante della polizia e naturalmente provocò un enorme spruzzo. Fece alzare tutta l’acqua delle pozzanghere che mi cadde rovinosamente addosso. Urlai e imprecai inviperita: “Brutto...!” Ero bagnata dalle testa ai piedi. I capelli grondavano acqua, i vestiti erano inzuppati fradici, le scarpe parevano delle barche in mezzo al mare. Ero rimasta con gli occhi chiusi e non riuscivo a muovermi. L’auto della polizia si fermò e scesero due agenti. Pensai che volessero scusarsi e si offrissero d’aiutarmi in qualche modo. Invece il poliziotto che era alla guida disse: “Signora lei ha offeso gravemente un pubblico ufficiale.” Credevo di non aver sentito bene, ma lui aggiunse: “Lo sa che posso condurla al Comando e denunziarla?” A questo punto ero fuori di me dalla rabbia: “Ah sì? Bene! Andiamo! Voglio vedere cosa dirà il suo il suo Comandante quando mi vedrà e gli dirò che m’ha bagnata tutta poiché non è stato attento!” Rimase a guardarmi a bocca aperta. Evidentemente non s’aspettava quella mia reazione violenta. Intanto tremavo dal freddo e se n’era accorto. Continuai: “Se mi verrà la polmonite, sarò io a denunziarla, anzi a questo proposito mi dia le sue generalità.” E guardavo la targa dell’auto ripetendola ad alta voce. Sbraitò: “Io non l’ho bagnata volontariamente e il mio collega qui presente può testimoniarlo.” Anche se pioveva di meno, il collega girò la spalle e si andò a sedere dentro l’auto. Lui era spiazzato, ma non voleva cedere: “Comunque anche un pubblico ufficiale può lasciar correre se riceve delle scuse immediate.” “Ma che scuse e scuse! Senta mi porti al Comando così mi faranno asciugare e io racconterò a chi di dovere ciò che è accaduto.” Credo cominciasse a preoccuparsi e infatti tergiversò: “Ma perché signora, non può andare a casa sua ad asciugarsi?” “Abito molto lontano e prima di arrivare avrò già la polmonite!” “Non c’è problema. Il nostro servizio consiste anche nel dare aiuto ai cittadini che ne abbiano bisogno. L’accompagneremo a casa con l’auto.” “Ah bene! Ora sì che ragioniamo! Accompagnatemi per favore.” Si mise sull’attenti, aprì lo sportello e disse: “Prego, s’accomodi signora.” Mi sedetti e credo d’aver bagnato completamente tutto il sedile posteriore. Mentre lui metteva in moto e partiva, il suo collega mi mise al corrente circa i loro gradi e i loro cognomi. Quando udì pronunziare il cognome del guidatore, mi ricordai di un mio alunno che aveva il padre poliziotto. “Conosco un ragazzo che si chiama Valerio V. e frequenta la mia classe. E’ suo parente?” “Valerio è mio figlio.” Adesso mi guardava dallo specchietto retrovisore e i suoi occhi erano spalancati. “Allora ho conosciuto anche sua moglie, a scuola, alle riunioni dei genitori. Comunque Valerio è un ragazzo molto studioso, educatissimo e non si sognerebbe mai d’inzuppare le povere signore. Oggi ero libera dalle lezioni e guarda cosa mi va a succedere!” Ebbi la sensazione che per poco non si mettesse a piangere. “Signora non l’ho fatto apposta! Mi scusi, non mi sarei mai sognato di bagnare nessuno!” “Lo sa che suo figlio non mi ha mai dovuto dire: - Mi scusi, non l’ho fatto apposta?- Davvero i figli sono spesso migliori dei genitori.” Continuava ad avere un’espressione così desolata che, a quel punto, mi fece pena. Allora presi a raccontare un aneddoto riguardante il figlio. “Lo sa? Una volta Valerio è intervenuto a favore di un ragazzo handicappato. E’ stato eccezionale, bravissimo.” “Davvero? Non ne so niente, non l’ha raccontato a noi genitori.” “Io ero in auto fuori dalla scuola essendo arrivata in quel momento e ho visto una scena indimenticabile: un gruppo di alunni facinorosi stavano aizzando un povero ragazzo handicappato contro un altro alunno molto fragile. L’handicappato, che è anche un energumeno, si stava scagliando contro il poveretto, quando Valerio è intervenuto e l’ha bloccato. Se non l’avesse fatto, temo che l’altro sarebbe finito in ospedale.” “Mio figlio ha fatto questo? Bravo Valerio!” “Sì, tra le urla e i fischi degli altri ragazzi, lo ha calmato e quello dopo l’ha abbracciato e s’è messo a piangere.” Anche il poliziotto aveva gli occhi lucidi e disse: “Beh, degno figlio di un padre poliziotto!” “ Sì, ma lei è un poliziotto degno padre di suo figlio?” Gabriella Cuscinà
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