Chissà forse un giorno
parlerai di me, donna,
che tentò di saltare
voragini alte su baratri fondi,
che perse battaglie contro il nulla
che sfidò delusioni.
Scorda la mia lotta quotidiana,
la sfida già perduta contro il tempo,
non ricordare
questa mia stanchezza e
le rughe sulla fronte.
Ma ricorda la mia sete
di spazi liberi, il silenzio
di notti a tessere sogni
sul mio destino di madre.
Ricordami, mamma,
con te figlio, frutto della mia vita
appeso al seno,
ogni gioia, ogni dolore, incisi,
giorno e notte ancorato al seno.
Ricorda, quando, come una gatta
ho fatto le fusa per regalarmi
qualche abbraccio e volare come
farfalla dai cento colori.
Fammi credere che gli anni
della mia ultima estate
saranno carezze di luna,
fammi credere che il tuo
affetto di figlio
è un universo tutto da scoprire.
Sappi che il mio amore per te
non lo porterò nelle nuvole
con me, sappi che lo lascerò
custodito in altre braccia.
Per te

fiorella