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 La Memoria Della Luna
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Domenico De Ferraro
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Italy
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Inserito - 26/01/2012 :  21:22:16  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Domenico De Ferraro

LA MEMORIA DELLA LUNA


Un bel mattino quando la notte s’era dissolta alle prime luci dell’alba sorgendo gloriosa sulle mille triste vicende della vita un uomo al suo risveglio improvvisamente perse la sua memoria non si ricordava più chi fosse, da dove veniva ,quale era il suo nome , confuso in quello stato si mise a cercarla ovunque andasse, vagando romito chiedendo a chiunque incontrasse persone o cose chi egli fosse . Provò perfino, stanco di vagabondare , per mezzo mondo senza trovar risposta alcuna di chiedere alla luna che lucente , s’affaccia nel cielo a sera trapunto di stelle, pallida e pura splendida nel buio . Sai dirmi vegliarda luna , tu regina della notte chi sono io? La luna colta di sorpresa non sapendo in quel
momento cosa rispondere a quella domanda disse: Mi dispiace vorrei aiutarti ma vedi son tanto vecchia così tanto da non ricordare neppure i tanti eventi trascorsi del mio passato
e poi guarda ho tante cose da fare come illuminare la terra , far luce su quelle disgrazie
che colpiscono ogni essere vivente nell’ore funeste. Scusa disse il vecchio amareggiato
e prosegui per la sua strada recandosi lesto da una stella assai luminosa .
E tu Stellina che brilli lassù nel cielo sapresti dirmi quale è il mio nome, chi sono io ?
Bella domanda rispose la stellina , vorrei tanto aiutarti ma credo di non essere in grado di farlo poi guarda sei capitato proprio nel mio giorno sfortunato , ho perduto un mio frammento non riesco più a trovarlo , sono molto imbarazzata vorrei esserti utile, ma se non trovo quella parte di me staccatosi accidentalmente , caduto chi sa dove nel vasto universo sarò costretta a spegnermi lentamente e a scomparire per sempre.
Va bene stella ti saluto , non voglio farti perdere altro tempo prezioso. Il povero uomo s’incamminò di nuovo facendo ritornò su i suoi passi , andò a bussare ogni porta che incontrasse , ogni ufficio , palazzo , ogni luogo di culto che gli fosse utile per ritrovare quella sua memoria perduta. Passarono giorni , mesi , anni , guardarsi allo specchio e non sapere chi sei , per il misero uomo diventò un gran problema.
Quasi un castigo ,una colpa per quella sua esistenza trascorsa
nel piacere e nel lusso. Essendo solo senza parenti , decise dopo tante peregrinazioni
di far ritorno a casa sua di starsene finalmente in pace , con se stesso nella sua casa
comodamente seduto nella bella poltrona appartenuta un tempo a suo nonno ed aspettare che un miracolo avvenisse. Aspettò un giorno, due , un mese ed un anno e forse più
attese tanto che l’uomo divenne tanto vecchio decrepito e debole.
Il mondo s’era dimenticato di lui e lui del mondo che gli aveva dato una vita difficile e gloriosa fatta di piaceri e piccole sciagure ,dignitosa intrisa di soddisfazioni che lui con orgoglio aveva affrontato ,una vita che gli aveva dato un nome, un amore, ricordi d’un tempo trascorso nel bene e nel male . La memoria è un bene prezioso storia di un individuo d’un popolo e noi siamo prodotto del passato , viviamo immersi nel passato, la storia ci guida attraverso una universale ed individuale realtà verso un singolare destino.Nel passato soltanto ,nelle opere compiute ,l’umanità acquista nozione e consapevolezza di se stessa ,di quel che è dei suoi valori dei suoi errori ,la fiducia nei suoi ideali e l’avversione e l’orrore delle cose negative e demoniache che la insidiano continuamente lungo il corso naturale delle sue cose .Non bisogna mai dimenticare il proprio passato ciò che fummo , un giorno forse potremmo ritornare così a credere nella pace e nel rispetto verso il prossimo qualsiasi colore esso sia.Il vecchio così s’addormentò , con quelle riflessioni provò a sognare ciò che un giorno era stato in quel dormiveglia rivide per un istante la sua vita scorrere attimo dopo attimo , ridere , soffrire , amare , sognare, credere ,rivivere quelle intime emozioni lo resero felice nel sonno incominciò a correre ad abbracciare quelle persone care scomparse per sempre ,ma intanto che correva prese ad avvicinarsi sempre più alla tetra signora della vita . Il vecchio gli andò incontro affondando i piedi nella neve insieme ad altri suoi compagni di sventura spinto da una mano crudele verso neri forni infernali dalle terribili fauci che continuavano a bruciare ed emanare un forte lezzo.
Si sentì chiamare nel sogno : compagno vienimi ad aiutare questa pietra e troppo pesante . Ma là , su quella scala come una maledizione un soldato si avvicinò e lo colpì con un bastone . Il povero vecchio crollò a terra distrutto e l’aguzzino gli disse :
Vedrai signor nessuno di massi ne porterai non uno ma due.
Ed il vecchio sofferente risponde con un filo di voce :Ne porterò due ed anche tre non ho paura son forte e dopo sé non sei codardo t’ imbatterai con me fino alla morte.
Ma quando giunse il suo turno trascinandosi in lacrime il vecchio chiese alla morte .
Signora la prego mi risponda chi sono io? La signora in quel momento angusto , sorrise e si tramutò in un angelo di luce e così gli rispose tu sei mio figlio e l’abbraccio baciandolo sulla sua rugosa fronte.Il vecchio ritornò così ad essere un bambino ,gli ritornò
alla mente il suo passato, la sua esistenza e con quei ricordi egli chiusi gli occhi e dolcemente si addormentò per sempre tra le braccia d’un angelo che lo condusse in cielo cantando il cantico dei cantici.


DOMENICO DE FERRARO

   
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