Spesso analfabeti,scrittori
scrivevano ogni anno il loro libro
con l’aratro su pagine di terra
racconti sempre uguali
di pane amaro e famiglia
ogni riga sudore e stenti
tutto in bella copia asciugata al soleTra sinfonie d’allodole
lenti i buoi,tipografi del destino
ruminavano fatiche
e con la coda scacciavano mosche
accenti fuori posto
Ogni tanto la penna si rompeva
su qualche pietra nascosta tra l’erba
e fermava la frase che prendeva voce
in bestemmie subito pareggiate da implori
e un disegno al cielo a imitare una croce
Era difficile raccontarsi con la terra
per leggere bisognava aspettare un anno
e spesso al tempo non piaceva la storia
e da una scura nuvola scagliava distruttivi sassi
poi sorridente,beffardo da un’isola azzurra
s’affacciava il sole a dire..
tutto da riscrivere,non esistono fotocopie
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Da:Destini E Presagi
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michael santhers