Nel tempo d'attesa
i casellanti curavano orti e giardini
ove occhi di viaggiatori
posavano ricordi,rimpianti,addii
tra il canto di un canarino in gabbia
su un davanzale fiorito
in galera come certa gente
affacciata ai finestrini
e che poteva scendere
ma sbarre invisibili impedivano
all'anima di volareC'era sempre un cane
più veloce del telefono
abbaiava alle vibranti rotaie
e scodinzolava allo stridio dei freni
per carpire novità alla fermata
magari un suo simile nascosto
e fatto scendere a pisciare
poi anche una carta di caramella gettata
poteva raccontare al suo fiuto storie
allietanti al padrone
Lenta la sbarra s'alzava
come mano metallica
in un saluto collettivo di madre terra
e le facce che avevano gettato
per un attimo la maschera
si pietrificavano su un'incognita
lasciata o da scoprire
mentre un fumo nero
incensava enigma ai respiri
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Da:Destini E Presagi
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michael santhers