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 1 Due chiacchiere tra amici (presentiamoci)
 Italia
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Renato Attolini
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Inserito - 26/10/2014 :  19:55:44  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Renato Attolini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Renato Attolini
Un giorno mi trovavo in casa di mia cognata di nazionalità peruviana e mentre si chiacchierava ascoltavamo anche della musica, rigorosamente latino-americana e soprattutto proveniente dal suo Paese. Molte di queste canzoni inneggiavano al Perù, al profondo amore che il popolo nutre per esso anche se forse intrise di una melensa retorica nazionalista e lei mi chiese se anche in Italia esiste qualcosa di simile. Credo che fosse la curiosità a farle nascere questa domanda ma nondimeno, magari per colpa della mia esagerata sensibilità che sfocia spesso nella permalosità, avvertii un velato rimprovero come se sapesse che da noi non c'è quasi niente di tutto ciò mentre esistono canzoni che raccontano con sentimento di Milano, Genova, Firenze, Torino per non parlare di Napoli col suo vastissimo patrimonio musicale ma quelle che esaltano l'Italia tutta si possono contare sulle dita di una mano sola. A mia memoria me ne ricordo pochissime tra le quali la celeberrima 'L'Italiano' Di Toto Cutugno, una di Mino Reitano e una di Eugenio Finardi. C'è anche la spassosissima 'La terra dei cachi' di 'Elio e le Storie Tese' ma questa é una feroce e sarcastica presa in giro dei difetti del nostro Paese. Quella che preferisco di più è 'Io non mi sento Italiano' di Giorgio Gaber graffiante e ironico come lo è sempre stato.
A parte tutte le considerazioni penso che siamo forse l'unico paese a non avere un repertorio di canzoni “patriottiche” e questo dipende, a mio avviso, che ancora noi Italiani non ci sentiamo facenti parte di una unica entità. La frase di Massimo d'Azeglio (“Fatta l'Italia dobbiamo fare gli italiani”) a più di 150 anni dall'Unità d'Italia è ancora attuale.
Per noi il giorno della Repubblica è un'occasione di gite o brevi vacanze mentre tornando al Perù nei giorni di fine Luglio quando si celebra 'Las Fiestas Patrias' le strade, le auto, pubbliche o private, i negozi sono tutti adornati con le bandiere nazionali. La gente si fa gli auguri come noi a Natale e basta esserci per capire che effettivamente la ricorrenza é sentita come il 14 Luglio in Francia o il 4 Luglio negli Usa.
E noi? Noi siamo rimasti ai Ducati, alle Signorie, alle rivalità territoriali. Il Nord odia il Sud e viceversa ma anche paesini distanti pochi chilometri si fanno la guerra e gli esempi potrebbero essere infiniti. Uno fra tutti il profondo rancore tra pisani e livornesi citato pure da Dante. A 200 anni di distanza la frase pronunciata al Congresso di Vienna dal principe di Metternich (“L'Italia è un'espressione geografica”) sembra inquietamente veritiera.
Noi siamo quelli che quando gioca la Nazionale di calcio, soffriamo perché il Campionato è fermo, tranne quando ci sono le fasi finali dei Mondiali o Europei (a Campionato finito) e facciamo il tifo per gli azzurri in modo proporzionale ai giocatori della nostra squadra del cuore che vi giocano. Deprimente il confronto con i supporters delle altre squadre nazionali, tipo Brasile o Germania tutti vestiti sugli spalti con le magliette dello stesso colore, rispettivamente verde-oro o bianco.
Siamo polemici, rissosi, maleducati, aggressivi in Televisione come al Parlamento, laddove la frase di Voltaire é ribaltata completamente: 'Non m'importa quello che dici ma farò di tutto perchè tu non lo dica' sembra il motto degli intervenuti ai talk -show o dei nostri politici. Per non parlare della strada dove si fiondano i diti medi levati al cielo come risposta anche per un semplice colpo di clacson.
Andiamo allo stadio come se andassimo in guerra (e viceversa), come ebbe a dire Winston Churchill, statista inglese tanti anni fa. Non siamo più gli 'Italiani brava gente', siamo diretti da una classe politica corrotta e incapace e sprofondiamo giorno dopo giorno nello sfacelo e in una caduta senza fine.
Nell'immaginario collettivo l'Italiano medio è rappresentato dal compianto Alberto Sordi, viscido, vigliacco, pauroso, quello della 'Grande Guerra' o di 'Un eroe dei nostri tempi' per intenderci.
Non solo non siamo patriottici ma siamo anche disfattisti e invece basterebbe guardare indietro nel passato e per certe cose anche nel presente, per poter gridare a pieni polmoni: “Sono orgoglioso di essere Italiano!”, perché non tutto è o è stato così negativo.
Lasciamo stare il Rinascimento: é un argomento troppo facile da sbattere in faccia a qualsiasi straniero, non c'è partita. L'epopea artistica di quel periodo il resto del mondo se lo può solo sognare o venirlo ad ammirare per esempio agli 'Uffizi' di Firenze. (Stendhal ebbe una certa reazione davanti a tutti quei capolavori.).
Non siamo così pronti al compromesso come i nostri politici che ne sono maestri e se in passato abbiamo dato un colpo al cerchio e una alla botte, gli episodi di eroismo sono infiniti sia a livello individuale che collettivo.
Dice niente il nome 'El Alamein'? La battaglia nel deserto del 1942 culminata con una pesante sconfitta per i nostri soldati contro gli Inglesi i quali però dovettero riconoscere l'immenso valore e coraggio dimostrato dai loro avversari.
Dice niente il nome 'Cefalonia'? I nostri soldati che occupavano quest'isola greca insieme ai tedeschi vennero sterminati a centinaia da quest'ultimi per essersi rifiutati di consegnare loro le armi dopo l'8 Settembre 1943.
Dice niente, per venire ai giorni nostri, Fabrizio Quattrocchi? Rapito dai terroristi islamici li guardò in faccia e sfidandoli gli sibilò 'Adesso vi faccio vedere come muore un Italiano' prima di venire ucciso.
E Enrico Toti che lanciò la stampella contro il nemico o Salvo d'Acquisto il carabiniere che, seppure innocente, s'incolpò di un'attentato per evitare che i nazisti facessero una strage di civili?
Di esempi ce ne sarebbero ancora e non pochi.
Più recentemente prima che il 'Made in China' invadesse i mercati mondiali con i bassissimi costi e con l'altrettanta qualità era il 'Made in Italy' a dettare legge nel campo della moda e non solo.
All'estero indossare vestiti o scarpe italiane è tuttora sinonimo di raffinata eleganza.
In questi giorni la RAI ha trasmesso in prima serata uno di quei sceneggiati che varrebbero da soli il costo dell'indigesto canone dal nome 'La strada diritta' basato sull'epica costruzione dell'Autostrada del Sole, frutto dell'abilità di architetti, ingegneri e del durissimo lavoro e sacrificio di moltissime maestranze.
“Quando voi eravate ancora all'età del ferro e del fuoco, noi già costruivamo strade che ancora oggi esistono.” sbotta così uno dei protagonisti rimbeccando un banchiere americano dubbioso sui finanziamenti da erogare a quell'opera, riferendosi alla 'Salaria' o all''Appia' o comunque a tutte le vie di comunicazione costruite dagli antichi Romani.
E che dire, tanto per fare un nome (uno dei tanti), di Renzo Piano l'architetto ideatore del Centro Nazionale d'Arte e di Cultura Georges Pompidou di Parigi, meglio conosciuto come 'Beaubourg' o di altre geniali opere famose in tutto il mondo?
Perciò per rispondere a mia cognata, forse cadendo anch'io nella retorica, le dico che non abbiamo canzoni che inneggiano all'Italia, ci accontentiamo che siano la Storia, la Letteratura, l'Arte in generale, tutte con la maiuscola a celebrarla.
Certo potremmo essere un paese più felice e più prospero ma forse è nella nostre indole essere Genio e Sregolatezza ma per concludere con le parole di quella canzone di Gaber:
“Io non mi sento Italiano ma purtroppo..... e per fortuna lo sono.”.


Elena Fiorentini
Curatore


Italy
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Inserito - 04/11/2014 :  09:30:02  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Non mi dispererei. Non abbiamo di che gloriarci fino al punto di cantare inneggiando all'Italia. Il bellissimo inno scritto da Goffredo Mameli basta e avanza.
Si può scrivere giusto a proposito dei due inni di Goffredo Mameli, quello musicato da Michele Novaro e quello musicato da Giuseppe Verdi. Si può risalire al bellissimo canto giacobino, "L'albero della libertà" di autore ignoto, ma scritto in perfetto italiano.
Ho il materiale pronto che faceva parte di un progetto accantonato sempre per colpa della salute che da una decina d'anni mi tormenta.
Si potrà capire perché gli Italiani non hanno proprio voglia di inneggiare ai canti patriottici. A togliere la voglia sono bastati gli anni delle guerre e tutta la robaccia che le che precedute... e ora?
In questi anni?
Influenzati dalla RAI, inevitabilmente, alle persone che hanno problemi e attività varie non resta che accettare quello che ci rifilano.
Non c'è tempo per sottilizzare. Sta scomparendo tutto.
Ieri accendo la radio per il consueto Giornale radio ... sciopero.
La RAI taglia i Giornali radio... evviva, cantiamo la canzone patriottica?

Grazie al sistema decoder avrei dovuto riacquistare un tv nuovo, il mio, seminuovo e molto bello non aveva aperture per i cavi!
In questi giorni, durante le lunghe e noiose sedute all'Hospital day, mi sono sorbita orribile cose, sia dalla RAI che da altri canali. Le persone però non sono sprovvedute e gli inni patriottici non li cantano più.

Elena Fiorentini


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