Gabriella Cuscinà
Senatore
Italy
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Inserito - 06/01/2016 : 17:36:11
Qualcosa si è rotto Esistono determinate frasi che ci vengono rivolte nel corso della nostra vita che la segnano per sempre. Una di questa appunto, è stata per me la frase: “Qualcosa si è rotto.” Ricordo che me la ripeté più volte una mia cara amica, la quale mi rinfacciava di essermi comportata male e averla molto delusa. Devo confessare che aveva perfettamente ragione e che io avevo sbagliato. A questo punto però devo raccontare tutto nei dettagli: alcuni mesi fa, avevamo organizzato un viaggio insieme a un’altra comune amica e ai mariti, per andare a trovare a Berlino, il figlio di quest’ultima, il quale lavora là. Lo avevamo incontrato, lo avevamo più volte invitato a pranzo e a cena e il ragazzo era stato spesso con noi durante la nostra permanenza. Poi da Berlino c’eravamo spostati nella città dove lavora e abita il figlio dell’amica in questione. Proprio in quei giorni, lui compiva gli anni e allora la madre e il padre ci invitarono ad andare a casa sua per brindare insieme e fargli gli auguri. Ancora mi pento amaramente di avere rifiutato di festeggiare il ragazzo e d’averle detto di evitarmi di andare a comprare un regalo, questo perché preferivo andare con mio marito a visitare la città e a cena in un ristorante importante. La madre si offese terribilmente e volle evidenziare la differenza di comportamento tra suo figlio e quello dell’altra amica. Ma io e mio marito non ci avevamo fatto caso e meno che mai avremmo voluto dispiacere il ragazzo. Quando tornammo a casa dal viaggio, mi premurai di inviarle una mail con la quale chiedevo scusa e perdono per non aver voluto fare gli auguri a suo figlio, al quale per altro, sono molto affezionata. Per tutta risposta, mi scrisse che aveva considerato me e mio marito dei grandi e veri amici e che invece si era sbagliata perché “ qualcosa si era rotto.” Non contenta di ciò, volli telefonarle e sentire la sua voce al telefono. Di nuovo le chiesi scusa e perdono per il mio comportamento. Purtroppo, ancora una volta mi fu risposto che ci credeva diversi e che pensava che avremmo avuto piacere di festeggiare suo figlio. Siccome così non era stato, “ qualcosa si era rotto.” Improvvisamente capii che l’unica cosa che mi restava da fare era mettermi in ginocchio e supplicarla di perdonarmi. Poi riflettei che quando vado in chiesa, mi metto sempre in ginocchio dinanzi al Crocefisso. Farlo dinanzi a lei equivaleva perdere la mia dignità, il cui valore, come diceva mio padre, non ha prezzo. Cominciai a rendermi conto che era una persona permalosa e che non c’era nulla da fare. Anzi dovevo tirarmi indietro e non infastidirla più. Il mio cuore soffriva e, fra me, rimpiangevo la sua disponibilità e il suo calore, ma non voleva più avermi come amica e me lo aveva fatto capire chiaramente, dunque dovevo tirarmi indietro. Per ben due volte avevo chiesto perdono e se davvero lo avessi ricevuto, spontaneo e sincero, forse chissà, le cose tra noi sarebbero continuate come se nulla fosse accaduto. Ma cosa è davvero il perdono? Secondo me, esiste solamente quello cristiano il quale solo pochi riescono a concedere con estrema sincerità. Esso presuppone sempre la capacità di oblio. Gli psicologi affermano che nasconda anche il disprezzo e la convenienza. Oggi rifletto e penso che spesso l’offeso perdoni, ma l’offensore non perdona mai il fatto di averlo dovuto chiedere. Allora mi dico che non ce l’ho con lei per avermi obbligata a chiedere perdono. La pace tra noi sarà sempre assoluta, non così la frequentazione. Quando qualcosa si rompe, i casi sono due: o lo ripari subito perché è un qualcosa che si può riparare, o non lo ripari mai più perché non vuoi e non puoi risanarlo. É trascorso molto tempo ma ogni tanto ancora penso a lei con nostalgia e allora ricordo che: “Qualcosa si è rotto.” Gabriella Cuscinà
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