riccardo resconi
Senatore
Italy
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Inserito - 19/03/2017 : 18:47:18
AnnibaleOggi sento i miei anni Sono ottanta se la memoria non mi tradisce Trascino le gambe a volte tra una stanza e l’altra Mi dico sempre che è perché non ho fretta Ma è una bugia con le gambe corte Mi sveglio sempre alle sei al canto di Annibale Vivo ormai solo da diversi anni La mia Anna la vedo tutti i giorni però E i fiori non le mancano mai Ha alberi che la circondano Il sole la bacia alle prime ore del pomeriggio E una leggera brezza arriva sempre a scompigliarli i capelli O almeno cosi voglio pensare Li ho conosciuto Annibale Quel giorno piangevo I ricordi hanno questo Ti fanno sentire vivo , ma anche piangere come un bambino Avevo gli occhi coperti dalla mano per conforto e non bagnare la terra di lacrime Le sue zampette si appoggiarono al braccio Non ebbi paura Lo guardai solo facendo attenzione a non farlo spaventare Scuoteva la testa e saltellava Era giovane e lo si capiva da quel ciuffo ribelle che sovrastava la testa In un attimo volò via posandosi su un ramo e con lo sguardo mi vide allontanarmi dopo aver salutato Anna Quel giorno mi segui fino casa e gli diedi del pane bagnato d’acqua Non sapevo cosa potesse mangiare Non avevo mai avuto un uccellino come amico Ne seguirono ancora tanti di giorni insieme La nostra strana amicizia andava consolidandosi Lo trovavo da Anna nel pomeriggio e la mattina appollaiato sulla finestra della mia stanza da letto Annibale mi sembrò il nome giusto Amavo la storia e quello era un nome importante Un vero combattente per potermi seguire A volte mi sentivo un vecchio pazzo Parlavo con lui per ore e sembrava lui capisse Ma mi rendeva sereno E poi quel suo piroettare nei cieli era magnifico Mi aveva riabituato ad alzare lo sguardo Una volta sempre chino Infondeva gioia e voglia di fare Come un bambino goloso comprai un enorme cono al pistacchio Assaporandone il gusto e il profumo della terra da cui provenivano i suoi frutti Sentivo lo scorrere degli anni ma mi dicevo che era solo un dato anagrafico Al parco quella mattina quando rialzai quel cucciolo d’uomo tutto piangente fu proprio Annibale che lo fece smettere Subito incuriosito domandò se fosse mio amico e alla risposta che sarebbe potuto essere anche il suo, gli fece ritornare il sorriso Era estate quando sempre alle sei del mattino sentii un cinguettio più forte del solito Annibale era stato via per un periodo che la mia mente di vecchio non aveva fissato Infilai le pantofole e affacciandomi alla finestra lo vidi Questa volta erano in due Capii che aveva trovato l’amore E aveva voluto farmela vedere Era più minuta e con delle colorazioni sul viola Ma anch’essa contraddistinta da quel ciuffo ribelle che Annibale portavo sulla cima della testa Scodinzolarono un attimo mostrandomi le piume di dietro e volarono via Un ultimo saluto dalla vecchia betulla che mi apriva di fronte casa E spiccarono il volo Rientrai e preparai due tazze di te Una per me ed una per Anna Quel momento bisognava festeggiarlo Quell’amore non potevo non condividerlo con chi avevo amato più della mia vita (patapump )
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