riccardo resconi
Senatore
Italy
485 Inseriti
102 Gold
490 Punti Rep. |
Inserito - 30/04/2017 : 22:07:34
La cinepresaMi arrivò la telefonata di martedì Era una mattina come tante Seduto al mio tavolo di lavoro, il computer acceso, ma il mio sguardo rivolto ai giardini di fronte Mamme con passeggini, ed altre accorte a far giocare i bambini su consumati scivoli scoloriti Era una scena molto amorevole , che mi aveva fatto ricordare I tempi di quando ero io piccino Ero l’unico maschio di quattro figli La mamma e il nostro papà ci portavano anch’essi a giocare Non erano giardini curati, ma collinette di terra non battuta e polverosa Gli alberi radi e enormi palazzoni popolari intorno Un cappotto sul grigio, pantaloni corti con ginocchia perennemente sbucciate , biondi boccoli che scivolavano su spalle minute Ero felice Avevamo poco, ma quel poco ci bastava La telefonata fu breve Papà è morto La sera a casa fui assalito dai ricordi Il più forte, la separazione dei miei genitori e l’abbandono Una ferita ancora aperta Il ricordo di un padre che aveva scelto una strada diversa Una valigia preparata in fretta e un saluto con una carezza sul viso a noi figli Sento ancora le sue mani grandi e ruvide , ed i suoi occhi bagnati da una sofferenza malcelata Passarono molti anni e le sue notizie andavano sempre di più diminuendo Non avevamo mai avuto spiegazioni chiare da nostra madre, alla sua lontananza ci eravamo quasi abituati Viveva in Francia da molti anni ma non aveva avuto altri figli Il treno partiva molto presto e tutti noi ci trovammo in stazione Senza proferire parole ci guardammo Il viaggio fu anche quello fatto di lunghi silenzi tra di noi Ognuno aveva elaborato l’episodio alla sua maniera Chi odiando, chi con disinteresse, chi amando, chi ancora incredulo Una piccola corriera ci lasciò davanti una casetta in Provenza Di quelle basse , con un giardino ben curato e tendine con fiori alle finestre La porta cigolante ci fece entrare Chi mosso da curiosità e chi tentennante come in forte soggezione E come i quattro punti cardinali ci sparpagliammo nella casa In cerca di non so neanche che cosa o perché Lo studio, tra i suoi bozzetti pronti per la prossima stampa La camera dove il letto lo aveva accolto, un paio di occhiali oro ancora appoggiati sul comodino L’orto esterno dove vecchi stivaloni verdi indicavano le sue attività tra pomodori verdi e lattughe rigogliose Una stanza chiusa da due ante che scorrevano era l’ultima che rimaneva E i nostri occhi , che avevano fatto incetta di colori, frasi, vestiti e attimi del suo quotidiano, ci diressero verso quest’ultima Come in fila indiana entrammo e in quel momento vedemmo gli occhi della sua donna che si illuminarono a giorno, come volesse indicarci che quella era la stanza giusta, dove avremmo potuto capire La stanza era la più grande della casa Non molto vissuta Teli rivestivano poltrone e divani ed i mobili custodivano libri e album di fotografie Assetati di sapere iniziammo a circumnavigare la stanza Come una giostra che girava e girava Che ci stava velocemente portando a ridiventare bambini Come se una vocina mi chiamasse sollevai un telo Sotto trovai una cinepresa Nera DI marca tedesca Datata, ma funzionante , subito dopo aver spinto il tasto rosso La pellicola era un 35 mm, di quelle che si usavano anni fa Ricordammo tutti insieme che il papà ne possedeva una E quel ricordo ci eccitò maggiormente nel voler sapere Presero tutte posto sul divano e io le raggiunsi un istante dopo aver fatto partire la numero UNO Anno 1978 Corsica Le prime immagini della natura ed ecco noi, mamma, papà Le corse sulla spiaggia e gli aquiloni in cielo Abbracci con slancio e baci Anno 1981 Gennargentu Sughereti e noi impegnati con coltellini a creare giocattoli Seguì la numero tre, poi la quattro e poi…. Passò un tempo indefinito I nostri visi erano divenuti più distesi Lo ricordavamo con occhi da adulti , che avevano dentro di loro un bambino ancora arrabbiato Lo avevamo ritrovato con occhi da bambini non più arrabbiati Un padre affettuoso Un amore indissolubile, senza tempo, senza veli Un amore che la distanza e le mancate parole non aveva fatto loro dimenticare Figli mai usati come tramite tra adulti , che si erano persi in altre strade Che il suo ultimo pensiero fosse stato per loro Adulti che per lui rimanevano ancora bambini da cullare, a cui raccontare una storia Una storia racchiusa in fotogrammi di una cinepresa (patapump )
|