I tuoi piccoli niente
I tuoi disperati perché
Cercando nel silenzio
Scavando in terreni mai germogliati
Avendo tra le mani pugni di terra friabile
E non riuscire a modellare nulla, anche con dell’acqua trasparente
Cercare l’abbraccio trovando solo le proprie mani
Alzarsi da una poltrona già vuota
Percorrere un filo immaginario
Un piede davanti l’altro, temendo si possa precipitare dai bordi
Oscurare finestre con tende
Temendo che la luce possa rivelare quello dentro di te
I vestiti indossati lacerati da denti aguzzi
Invisibili e taglienti
Annusando il tabacco su quel tavolo
Stavolta sentendo l’odore acre
Lo sguardo vede il giardino
E la tua figura svanisce nel bello