riccardo resconi
Senatore
Italy
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Inserito - 26/07/2018 : 19:02:30
L’uomo all’angolo della stradaEra lì Ogni stramaledetto giorno di quella sua esistenza Lì In quell’angolo di via Tra la Quinta e la Sesta Avenue Mi alzavo molto presto la mattina E tirando la tendina del mio appartamento lo vedevo E non capivo Non capivo cosa lo spingesse a fare tutto ciò Provavo a volte rabbia e a volte pena Sentivo un istinto di portargli anche solo una bevanda calda Ma non lo feci mai E questo non potrò mai perdonarmelo Non ci può perdonare di non aver visto oltre il proprio egoismo Di non avere almeno chiesto cosa lo spingesse ad essere lì Disponibile a far attraversare ad una anziana signora le strisce pedonali Ad essere il primo a scendere sulle stesse ed accertarsi che tutte le macchine si fossero fermate A suggerire al non vedente con il suo cane che se avesse avuto bisogno lui era lì Con il sole e con molti gradi sottozero lui era lì Lo vedevo al mattino e lo vedevo andar via solo al calar della notte, quando rientravo anche io Aveva una barba folta e bianca Capelli lunghi come quei veterani tornati dalla guerra e che si erano smarriti I sui occhi color del cielo Grandi e rassicuranti Certe volte i bambini lasciavano la mano della propria madre per poter stringere la sua Cosi Senza dirsi nulla Solo un semplice ma potente contatto tra un adulto ed un bimbo I primi camion lanciavano i giornali vicino alle edicole Ed una volta che avevo la finestra aperta mi sembrò di capire che si chiamasse Otto Si Cosi mi sembrò di capire e cosi iniziai a fantasticare sul suo nome tedesco Forse un profugo, o forse semplicemente un homeless Perché non domandai di più Cosa mi aveva tenuto a debita distanza da lui I negozianti lo conoscevano tutti E gli regalavano sempre qualcosa Una mela morsa color rosso o un hot dog da cui fuoriusciva senape Che gli aveva macchiato il maglione e che vidi per tanto tempo Come un segno del tempo che aveva rallentato il suo corso Tra noi solo sguardi Ne un sorriso ne un semplice cenno con la mano Solo occhi che si posavano sugli altri Curiosi, dubbiosi, sconcertati Le spalle a volte quasi si sfioravano, prendendo direzioni diverse Mi domando cosa mi bloccasse a essere più umanamente umano Meno prevenuto e meno spaventato Da non un ben precisato motivo verso di lui Cosa fosse non lo avevo capito prima di quel giorno Prima di quel mese Prima di quell’anno Una primavera che faticava ad arrivare E un cappotto che non si capiva ancora se abbandonare I fiori sembravano si contenessero per sbocciare Come dovessero chiedere un permesso mai giunto Le strade erano state appena lavate da enormi camion Con enormi spazzole Come dovessero portare via l’umanità stessa Ma non successe per tutti Solo Otto fu risucchiato da quella enorme Mela che questa volta mordeva lui Gli anni passati in quell’angolo di via come lo ci avevano portato, cosi anche per caso lo portarono via IL suo tempo era passato Centinaia di persone che gli volevano bene Ma io non ero riuscito MI danno ogni giorno di non essermi dato una possibilità e di non avergliela data Quando un giorno domandai al negozio di frutta di un tal Jong Li rimasi senza parole La storia di Otto era una di quelle storie travagliate nella vita Che portano gli esseri umani a cambiamenti che nessuno potrebbe mai pensare Un figlio scappatogli di mano a quell’incrocio tra la Quinta e la Sesta Avenue Un rumore di freni ed un rumore tremendo Una vita spezzata ed altre che stavano seguendo Da allora un tormento incolmabile Espiazione e la ricerca di un riscatto E poter dimostrare agli altri e a se stesso, che fosse ancora vivo Appoggiandomi ad un muro capii All’improvviso caddero tutte le mie barriere Fatte di fragili mattoni di paglia e di sciocche paure Paure che non avevano permesso a me di poter vivere con il proprio figlio un’esistenza serena Tra un padre ed un figlio E che permise solo di vederlo andare via con un trolley rosso, in direzione opposta alla mia Quando risalii in casa mi sedetti allo scrittoio e poggiai la mano al telefono Feci tre tentativi prima di comporre tutto il numero -Pronto? – -Ciao! Sono Papà - (patapump )
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