Raggomitolato nel lettone
Una febbre che non voleva scendere
Ed un libro di fiabe al mio fianco
La copertina di color verde e rigida
E al suo interno tante storie
Fate e gnomi
Guerrieri con corazze impenetrabili
Porcellini che sfuggivano a sorti funeste
Cavalli senza padroni
Ma anche la mia preferita
La storia di un gigante
Me la facevo raccontare anche più di una volta
Questa figura imponente non mi spaventava
Al contrario mi rassicurava
Il suo dito nell’illustrazione era grande come i bambini che lo osservavano
Ma aveva anche occhi chiari e una folta capigliatura bionda
I suoi modi erano gentili
Anche se a volte quando si muoveva doveva stare molto accorto a non distruggere niente
Le piccole case ed i piccoli ponti
Le minute navi e le minute genti
Qualcuno ne aveva timore
Ma i suoi comportamenti non facevano che intendere del buono in lui
Era arrivato dal mare
Un giorno all’improvviso
Un viaggiatore smarritosi
Aveva sembianze da marinaio e di chi aveva vissuto intensamente la vita
Quando si ergeva in piedi era più alto delle montagne intorno a lui
E quando mangiava, arrivavano carretti stracolmi di ogni ben di Dio
Quando lo conobbero, la gente non ne ebbe più paura
Nel cuor mio già lo sapevo
Avevo sempre tifato per lui
Chi mi leggeva la storia, dotava di enfasi molti passaggi
E tutto diveniva ancora più magico
E rendeva curioso ed avventuroso
Partecipavo con tutto il corpo
Anche scuotendo le gambe come fossi davvero immerso in una palude che voleva risucchiarmi
E solo quel verso parlato e quella mano protesa a salvarmi, mi avrebbe potuto calmare
Le bende bagnate sulla mia fronte non davano fastidio
Mi posizionavano nel centro della illustrazione
Come fossi uno di loro intento a lavorare nel quotidiano
Quel gigante mi accompagnò per molti anni
Quando riposi nello scaffale il libro, da dove non lo avrei più tirato fuori, lo salutai
Come quando lo si fa con rispetto verso un adulto
Senza propositi futuri, ma sapendo che sarebbe rimasto nel cuore per molti anni ancora