In pedi. Entra la corteI denti mi fanno male
E anche le scarpe che ho trovato
Tra i cenci abbondonati
Il corpo mi duole tutto
Un misto di vergogna, rabbia, incredulità
Non avevo mai visto un Palazzo di Giustizia
Il sole che illuminava le vetrate mi arrivava fastidiosamente negli occhi
Facendomeli abbassare
E dei ragazzoni con una bellissima divisa, mi fecero accomodare in aula
Nessuno aveva mai aperto la porta di una stanza per me
La mia storia è fra le tante che ci sono nel mondo
Nessun figlio, ed un compagno a cui ho dato l’addio una sera
Fra i cartoni di un televisore giapponese e quello di confezioni di Taleggio
E cosi
Ho dovuto farmi coraggio
Non avevo altro che quella via
Ci accodammo in questa piccola sala
Con file di panchine di legno, proprio come quelle di una chiesa
E un po' più avanti quella, per quelli come me
Di fronte più alto e maestoso il Giudice
Chissà cosa si provava da lassù
Essere lì, era come quello che sta per morire, e tutte le cose gli passano velocemente nella mente
Mi piaceva studiare da piccola
Ma chi nasce da famiglia povera deve avere ancora più fortuna degli altri
La mia non fu quella di entrare in quel Market quella mattina
Provai vergogna, ma alla Legge sembra interessi poco
Provai piacere quando addentai, con tutto il piacere di questo mondo, quella mela rossa
E quel panino con tutti i semini sopra
Poi
La voce arrivò squillante, mentre ero immersa nei miei pensieri
In piedi. Entra la corte
(patapump )