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 STORIA DEL TOPO CHE MANGIO’ UN GATTO
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Domenico De Ferraro
Emerito


Italy
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Inserito - 18/04/2020 :  12:59:15  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Domenico De Ferraro

STORIA DEL TOPO CHE MANGIO’ UN GATTO

Un giorno, un topo piccolo e grigio di nome Michelino , mosse i suoi passi in fretta , fuori dalla sua tana. Usci di primo mattino, da casa sua a comprare un po’ di formaggio. Era una bella giornata , quella ed il sole sembrava una groviera splendente nel cielo che si irraggiava tra le nuvole come se fosse parmigiano, profumato e stagionato. Era un giorno in cui tutti i topi , potevano uscire di casa e per strada c’erano vari blocchi stradali a causa del coronavirus e la guardie fermavano chiunque andasse a spasso senza autorizzazione . Il piccolo topo aveva intenzione di andare a trovare suo cugino Gigio che viveva tre isolati più avanti in un sottoscala buio , dove i gatti in genere si riunivano per trovare il modo come rubare il pesce fresco al pescivendolo difronte . Ed era un giorno triste perché il covid aveva tirato dal nulla, la sua mano pelosa aveva schiacciato la volontà di ogni uomo . Aveva reso la città un luogo oscuro, tutti avevano paura , tutti si erano rinchiusi in casa ad aspettare che la quarantena finisse. Che la vita vincesse la morte, redendo meno amaro quelle parole al formaggio ,trafugate dal topo nel negozio d’alimentari ove andavano fare la spesa tutti i poeti del rione li il formaggio era venduto a metà prezzo ed era buono come le tante parole contenute nei libri di poesia.

Il timido topo con coraggio provò a giungere da suo cugino Gigio dopo essere passato tra le gambe di una signora che chiacchierava e chiacchierava sotto il sole con in testa il suo capellino colorato con la mascherina che gli copriva il naso e la bocca gli copriva l’animo. E la notte era passata in fretta , lasciandola madre di tre nuovi figli , di un marito inchiodato ad una croce in cerca di un lavoro. Valentino era un topo latino , quel tipo di topo con l’ intenzione di arrivare aldilà del ponte , per incontrare finalmente suo cugino Gigio. E qualcuno , strada facendo l’avrebbe potuto uccidere o l’avrebbero potuto mangiare in un solo boccone , come quel gatto uscito da qualche macabra fiaba , frutto delle storie oscure di uno scrittore annoiato che disteso sul suo letto, sogna la vita andare per la sua strada.

Tu conosci , poco il mondo, povero topo non sai quando il mondo
è cattivo , disse lo scrittore annoiato al povero topo.
Quanta pena mi fai topo .
Bisogna avere tanto coraggio per giungere dove si crede.
Io sono un topo coraggioso e vorrei farcela
Non basta credere devi affrontare il tuo destino
Mi basterebbe avere più giudizio per affrontare le tante disgrazie.
Già, per cosi continuare a rubare formaggio dal negozio di Carlo
Io non sono un topo d’auto, ne un topo d’appartamento
io sono un signor topo . Sono un topo pentito di tanto male arrecato
Povero topo, sei rimasto chiuso nella trappola delle parole
Sono queste le pene che debbo affrontare?
Sei una topos e come parola devi mangiare le altre parole che ti hanno prodotte
Sai, posseggo una formula magica con la quale posso sconfiggere i gatti cattivi.
Non farmi ridere topo , non sai come è difficile capire l’amore
Oh mio Dio perché mi hai fatto topo , mi avresti fatto leone
Ecco non si è mai contenti di chi siamo , neppur della promessa fatta che dice , tu sei l’ultimo e per questo sarai primo al fine.
Oh che bello allora posso sperare di partire , vorrei andare in Guatemala
A fare cosa ?
A mangiare le pere al formaggio
Ah la sai lunga topo .
Ad esempio hai mangiato un gatto?
Mai e poi mai , mi fanno indigestione , troppi peli da digerire
Un gatto è l’anima del mondo è l’amore fatto gatto
Io sono un topo preferisco una giraffa a colazione che un gatto persiano cotto al forno.
Ecco , scoperto l’ arcano bada il gatto è la metafora della vita per questo non lo riesci a digerire
Sarà , rimane il fatto a me piace più un gabbiano a forma di galbanino che un gatto morto , cotto con patatine .
La risposta è perché sei ignorante sei una topica finita male
un argomento che non sa mordersi la coda.
Io sono una topica reale e faccio quello che voglio .
E voglio amare chi voglio io , voglio cantare tutto il giorno, anzi oggi vado a comprarmi una chitarra e canterò tutto il giorno
come è bello far l’amore con un provolone.
Fai bene topo , canta che ti passa .
Ma tu sei uno scrittore o una accalappiacani ?
Sono un creativo
Sei il personaggio principale delle tue ridicole commedie
Sono cresciuto con l’amore delle mie rime, le buffe rime della mia metrica insensata che esprime il mio modo di fare e concepire questa realtà.
Stai attento al covid quello è assai pericoloso
Sei un topo spiritoso
Sono un ignorante, ricorda
Allora dimmi che sapore hanno i gatti
Beh i gatti sanno d’inchiostro .
Perbacco lo sapevo, d’inchiostro , non poteva essere altrimenti
Lo sapevi , come mai?
Perché un gatto è un errore naturale che nasce per gioco
Io sono perplesso ,ma sono con te in questa affermazione filologica
Allora , non sono più un ignorante
Ignorante, siamo tutti topo.
Anch’io sono un ignorante dell’amore e della vita ed avrei voluto sapere volare ed andare dal re di cuore a farmi un bel vestito rosso.
Ti confesso che una volta ho mangiato un gatto , era assai sgradevole, un tantino amarognolo. Sai la vita a volte ti mette alla prova, ti dice vieni , tu vai e rimani con un palmo di mano, offeso dal sesso , solo nella lussuria , offeso dal caso che ti trasporta oltre questa vita in un altro errore a forma di gatto , un errore grammaticale , cosi grande che rimani stupito di come possa essere nato.
Eh povero topo , tu si , che sei nel giusto , contento di essere un topos , una topica che la sa lunga sulla vita e tutto il resto.
Non mi adulare tanto , mi faccio rosso poi quasi mi vergogno per tante lusinghiere parole . Ora scusa , ma debbo andare a trovare mio cugino Gigio . Il quale una volta ti confesso ha mangiato un rinoceronte , disegnato da un bambino della quarta elementare . Me lo riferì telefonandomi a casa , mi disse che era buonissimo , sapeva di formaggio svizzero. Io non ho mai mangiato un rinoceronte di carta, però una volta ho mangiato un caciocavallo calabrese.

Tutto ad un tratto dal fondo di questa storia , dopo aver girovagato a lungo per città e villaggi , appare un gattone enorme peloso , in grifato assai , guarda il povero topo da sa sopra a sotto, lo gira rigira , lo solleva in aria con la zampa e gli dice : Tu sei il topo che ha mangiato un gatto una volta?
No, si sbaglia per carità sua maestà gatto, disse il topo io non ho mai mangiato un gatto in vita mia , se mai un rinoceronte , una giraffa , una volta una scimmia australopiteco ma poi e poi ma un gatto, me ne guarderei bene dal farlo. Mio cugino Gigio , una volta ha mangiato un gatto , se vuole l’accompagno da lui , stavo giusto andando a casa sua . Cosi il gatto ed il topo , s’avviarono da buon compagni , con tanto coraggio, con una gran voglia di mangiarsi a vicenda. Il gatto segui il topo , sopra ponti e sotto ponti , tra portici e crocevia di concetti, tra mille interrogativi , il gatto si rallegrò di essere un gatto, mentre il topo sorrise all’ esistenza che passava e alla sua bellezza che trascende il concetto in diverse forme. Ed il mondo, era ancora in preda del terribile covid e tutti continuavano a stare chiusi in casa, mentre il gatto ed il topo giunsero a casa di Gigi il topo più gioioso di questo mondo. Gigi era un topo muschiato , figlio di un topo eschimese e di una topa di Pechino. Quando vide il gatto , fuori l’uscio di casa sua ebbe uno strano rigurgito nella pancia , provò paura , un tremore alle gambe e non sapendo cosa fare aprì la porta di botto e fece entrare il cugino topo e preparò un cocktail al gatto di benvenuto. Ma, ogni storia può essere madre di altre storie e tutte le storie sono figlie di unica storia. Cosi dopo un poco di tempo Gigi il topo si mangiò il gatto , venuto da lontano in un solo boccone dopo averlo invitato a visitare la sua tana , che era il forno dove cuoceva i gatti randagi. E leggendo questa storia, provò tanta tenerezza e la tristezza si infonde nel mio animo nel sapere delle tante sofferenze patite da molti in questi cupi tempi e non tutti i gatti mangiano topi . Poiché, sarò anche vero che nelle fiabe ci sono topi che mangiano gatti , cosi il mio ricordo va al gatto che parlò con una gabbianella, storia sublime di Sepulveda che questo maledetto covid 19 ha strappato da questa vita . Ma non dalla storia letteraria ed in cuor mio rimarrà il suo ricordo , ed il suo nome continuerà a splendere tra le stelle dei letterati illustri di questo mondo. Poiché i poeti sono simili ai topi e i gatti rimangono le idee di un amore che non muore mai in tutti coloro che credono nella speranza.


DOMENICO DE FERRARO

   
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