L’Antica Pasticceria F.lli Dolce
Vivo a Milano da molti anni ormai
In un vecchio stabile, io ed il mio cane Bracco
Ex moglie e figli ormai con altre vite che vedo davvero poco, e ancora meno i nipotini
Io pensionato delle ferrovie dello stato
Sono di nascita Pugliese, di Corato esattamente
Come mi chiamo? Poco importa per quello che sto per raccontare
Facciamo un gioco, scegliete voi. Saremo entrambi soddisfatti
L’altro giorno mi è capitato un fatto strano
Avevo finito il tabacco della mia pipa e senza potrei mordere io il cane e non viceversa
Così ho infilato il mio impermeabile leggero, lasciandomi alle spalle la porta che un toc si è chiusa
Le chiavi! Si, le ho
E chiamando l’ascensore, di quelli a gabbia, anche molto belli da vedere, ecco la mia prima mossa inusuale
Sono sceso a piedi, in parte scivolando sul marmo levigato dal tempo ed in parte trascinato dall’animale
Ho salutato la signora Teresa, ultima rimasta della categoria portieri di stabile ormai inghiottiti dal tempo
Ho cercato con lo sguardo un sole, ma era davvero pallido da potermi dare sbalzi d’umore
E avviandomi verso il tabacchino ho quasi sfiorato con la mano il piccolo parco, dove porto il cane e riposo su panchine dedicate
Sembra che ognuno la abbia numerata, intendo i soliti frequentatori
Penso per una questione di sicurezza, stabilità, delimitazione di zona di dove un cane possa cagare insomma
Con spalle ben aperte e una leggera artrosi alla gamba, mi avvio sul Viale Monza
I negozi sono in molti aperti, ma io vado dal solito tabacchino, l’unico che ha il mio tabacco preferito, il Peterson Gold confezione da 50 g, ed un gusto che fa dimenticare le amarezze della vita
Controsenso? Provatelo
Imboccato il viale e sentendomi particolarmente energico, dopo aver comprato le sigarette ho preso una strada laterale e poi un’altra ed infine un’altra ancora
Non sapevo dove fossi esattamente e cosi leggendo la targa in alto tra i due incroci, abbassai lo sguardo
Fu così che vidi l’insegna dell’Antica Pasticceria F.lli Dolce, dal 1892 pionieri del gusto
Il nome non mi era del tutto sconosciuto, e cosi appoggiai il naso alla vetrina, mentre il cane si rotolava per terra abbaiando felice come avesse trovato un grande osso
Non fu chiaro molto cosa ci fosse all’interno di preciso, in quanto il sole birichino rifletteva di rimando, mentre continuavo a toccarmi il mento in un momento catartico di fronte a quel luogo
Entrai e la prima cosa che mi colpì fu una vecchia foto posta sopra il bancone in legno, dove tre uomini in grembiule davanti al loro negozio sorridevano felici
DI fronte a quella foto e agli odori che permeavano quel posto, la mia mente iniziò a cercare nel tempo, collocando luoghi, volti, odori, sempre maggiormente
Trovando il luogo, Corato, la mia città
Riconoscendo Don Vito, il maggiore di quei tre fratelli, quello con lo sguardo severo ma che quando andavamo con quelle poche Lire date dalla mamma per comprare un piccolo dolce, gli si allargava il sorriso
vedendo quei soldi di cacio dietro al bancone
A volte beccava sul fatto, chi per disattenzione lasciava cadere caramelle nelle tasche di quei corti pantaloni tenuti insieme da bretelle
Ma al primo rimprovero subito, nessuno di noi ragazzini ne avrebbe mai affrontato altri, quello era poco ma sicuro
Gli odori di quella Pasticceria ricordavano le creme, la cioccolata con quel ritorno leggero di liquore che piaceva tanto a mio padre, le nocciole e le mandorle, i canditi e la panna
La precisione in cui si mettevano tutte le paste, come un esercito schierato che iniziava con le piccole davanti come fosse fanteria, per seguire quelle più grandi che proteggevano a loro volta le torte madri esposte in alto per le ricorrenze più importanti
Sembrava lievitassi in quel negozio, fino a quando fui picchiettato da una mano sulla spalla
Rivolgendomi la domanda se mi avesse potuto aiutare nella scelta
Risposi con un no gentile, ma guardando il commesso come un bambino guarda un bignè e scusandomi per il disturbo
Non avrei potuto mangiare neanche uno di quei magnifici dolci, ero cosi satollo di una esperienza del genere extrasensoriale che potevo solo tornare a casa con il mio cane
Girai una via e poi un’altra ed infine un’altra ancora
Mi fermai al parco e ritrovai la solita panchina, e mentre il cane continuava a rotolarsi, feci un bel respiro di quel vento che veniva dagli alberi che sembrava applaudissero con le fronde piene di foglie
Penso che fossero solo contenti che avevano visto un bambino felice
(patapump )