riccardo resconi
Senatore
Italy
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Inserito - 24/06/2021 : 21:27:11
Mi mancava un finaleEra quasi tutto pronto Mancava ancora qualche mese e sarei stato consacrato come il miglior scrittore canadese vivente Questo dopo aver raggiunto ben 78 anni di età Il mio editore stava solo aspettando che completassi l’ultimo capitolo del mio romanzo Romanzo che non aveva ancora un titolo e neanche un ultimo capitolo, che avevo promesso di ultimare ancora due mesi prima Ma non ero ancora nemmeno io consapevole di quello che mi sarebbe capitato pochi giorni dopo aver ricevuto la convocazione nella capitale, per ricevere l’agognato premio per la carriera, unito con l’uscita dell’ultimo romanzo, che molti fans attendevano con eccitazione Questo sempre a detta del mio redattore o chissà da quale ennesimo ente che verificava gli indici di gradimento Non erano cose che seguivo molto, io che vivevo lontano da tutto e da tutti In un vecchio capanno in un bosco, dove gli unici che vedevo erano allegri castori che saltavano da un albero all’altro e dei cervi che si avvicinavano in cerca di cibo Non avevo neanche il telefono e ricevevo notizie tramite le lettere che puntualmente ogni giorno intasavano la mia cassetta rossa, posta all’inizio della strada Era una dimensione che avevo scelto, quando con Annie decidemmo di dividere le nostre strade per sempre Ma di lei ne ricevevo notizie all’uscita di ogni mio nuovo libro, dove mi mandava una lettera di congratulazioni e sempre allegato un fiore secco, di cui lei era maestra capace nelle composizioni Alla nostra maniera ci volevamo ancora bene Ma quell’ultimo capitolo era ancora racchiuso dentro una bolla, fluttuava allegramente nell’aria e non pensava minimamente di venire fuori per essere fissato su carta da quella mia vecchia Remington La storia, per comprendere meglio, erano parti della mia vita, attaccate, sminuzzate, esplose per poi rimetterle di nuovo in gioco Avevo pensato che potesse essere una buona cosa per chi come me scriveva da tanti anni, ed in effetti era piaciuto anche molto al mio editore Allora mi ero messo in gioco e dai romanzi di genere spy story, mi ero tuffato in un racconto personale Ma dall’iniziale euforia, entrai in qualcosa più grande di me Raccontarsi non è mai facile, e forse per me anche un problema intimo Avevo avuto in alcuni momenti anche dei forti mal di pancia, come mi arrivavano da ragazzo al sol pensiero di ricevere un’interrogazione a scuola Ed altri che man mano che scrivevo, dove non mi riconoscevo in quella persona che stavo narrando La mattina dopo decisi di ritirare la posta, cosa che facevo con poca solerzia Infatti, traboccava dal suo interno e molta di essa era fradicia dell’umidità notturna o resa crespa dal sole che batteva durante il giorno Ma riuscii a recuperare qualcosa che era rimasto più protetto, ed entrando in casa, rovesciai sul tavolone in legno, riempiendolo fino ai suoi bordi Iniziai a leggere con sufficienza tutte quelle lettere, la maggior parte di vari fans del paese, che esultavano ai miei lavori precedenti, a volte suggerendo finali diversi dal mio, a volte recriminandomi che avevo poco raccontato dell’amore che in alcuni racconti di spionaggio avvengono Quando presi la lettera color rosa con impresso labbra di donna, ebbi la sensazione che stessi per leggere di una fanatica, a cui bisognava tenersi alla larga Ma man mano che proseguivo nello scorrere tra quelle righe, mi accorsi che stavo leggendo di una donna fuori dal comune, di una donna che aveva sofferto ma che aveva anche molto amato E che anche lei, arrivata a 70 anni, stava all’ennesimo bivio della sua vita Esattamente come me in quel periodo Lunghe domande e poche risposte, fremiti di una vita che stava solo chiedendo quale potesse essere la scelta migliore Insomma, come chiedere di voler scrivere un finale e voler ripartire da un nuovo inizio Dopo aver girato e rigirato la lettera tra le mie mani, mi alzai e mi affacciai all’uscio di casa, respirando a pieni polmoni Entrando mi sedetti davanti alla mia vecchia macchina da scrivere Il finale era finalmente arrivato Non parlava più di me, ma di tutte quelle persone, che seguono quelli come me, spesso affidandosi, a volte innamorandosi, altre sentendosi come gli eroi di una storia che salvano un’intera nazione Era a loro che doveva essere dedicato il finale del mio ultimo racconto A coloro che senza, saresti solo un vecchio brontolone, ma a cui invece non danno più età (patapump )
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