"Ed ecco la foto di Andromeda", il relatore del Planetario ci mostrava ieri sera il suo scatto meraviglioso della galassia più vicina alla nostra, "come ricorderete, nella mitologia Andromeda era la figlia di Cassiopea, la regina di Etiopia che affermò di essere più bella delle divine Nereidi. Ed esse, per vendicarsi della madre, incatenarono Andromeda ad una rupe e solo il coraggio di Perseo la salvò".Eh sì, gli antichi disegnarono nel cielo le vite e gli amori delle star di allora, in tutti i sensi, l'orsa maggiore ad esempio non era altro che la povera Callisto trasformata in orsa dalla gelosia della moglie di Giove e poi messa in cielo dal suo amato per salvarla e renderla eterna. Erano i paparazzi dei loro tempi, certo non avevano le Canon e le Nikon, ma comunque le loro "fotografie mitologiche" sono passate ai posteri. Se fosse esistita una rivista "Mitology" che raccogliesse il gossip delle stelle di allora, avrebbe avuto vendite da capogiro.
Ai nostri giorni abbiamo Variety, la rivista di Hollywood che dissemina i suoi paparazzi a scattare foto delle star attuali, le vicende mitologiche di Angelina Jolie e Brad Pitt e, a proposito, la mia adorata Jennifer Lopez è tornata single, chissà se avrò l'occasione di incontrarla, nel mio nuovo lavoro. Eh sì, anche io fotografo le stelle. E chi siamo noi che fotografiamo oggi le stelle raccontandone vita e amori, se non i nuovi paparazzi del cielo?
Così stamattina prima dell'alba, mi sono appostato assonnato e infreddolito, nascosto dietro degli alberi per non essere visto dai protagonisti, per fotografare un evento che sarebbe passato alla storia del gossip. L'appuntamento tra la Luna e Mercurio, una soffiata mi aveva informato che il luogo dell'incontro sarebbe stato il cielo dell'est e già pregustavo il fruscìo dei dollari che mi avrebbe allungato l'editore della rivista Galaxy.
All'improvviso mi si è mozzato il fiato in gola, era arrivata ed era ancora più bella di come me la aspettassi, in forma perfetta, l'ultima fase le stava di incanto, per un attimo ho provato una profonda e dolorosa fitta di gelosia per Mercurio. Che poi è solo un playboy fannullone, che ci trova Luna in lui? Perché lui e non io? Ma il lavoro è lavoro e ho ingoiato il rospo e ho scattato la prima foto.
Le sei e quindici, le sei e venti, le sei e trenta, Mercurio non arrivava. Mi ribolliva il sangue, come era possibile che quell'essere di cui fatico a trattenere l'appellativo che merita, tirasse un bidone ad una lei il cui pari non avrebbe trovato in alcun luogo dell'universo? Avrebbe dato la colpa alla foschia e invece sicuramente era in qualche locale dei bassifondi di Alfa Centauri a fare bisboccia con Marte.
"Ah, le donne, chi le capisce", si dice. E gli uomini allora?
Il bel volto della Luna si rabbuiò appena, si volse con grazia maestosa e le potevo leggere la mente :"mai più, mi concentrerò nel lavoro e sfilerò eterea sulle più prestigiose passerelle dell'universo e terrò lontano chiunque, potranno solo sospirare e mai avermi!".
E con un groppo in gola scattai appena la sua veste cambiò in blu.
E fu il colpo fatale.
Posai la mia Canon 750 D e mi feci avanti, di modo che mi notasse. Cosa dirle, io alla più meravigliosa creatura esistente, cosa che altri come Mercurio non le avessero già detto e solo per ingannarla.
Mi schiarii la voce e l'emozione non mi fece uscire dalla bocca altro che un dolce :"Ciao Lu...". E mi morsi le labbra. Brad non disse sicuramente :"Ciao Angie" quando si fece avanti con Angelina, la donna più bella del mondo.
E Lu.. la Luna si volse e valutò se lanciarmi in testa un cratere oppure se prendermi sotto braccio, un timido paparazzo senza arte né parte, come fece Jessica quando il goffo Roger Rabbit si fece avanti.
Perché la fece ridere.
("Quella notte uno scatto del fortunato paparazzo passò alla Storia : Lu con il vestito rosso rivolta verso le stelle. E il nome della costellazione fu tramandato di generazione in generazione: la costellazione CiaoLu".
Tratto dall'enciclopedia galattica. edizione di Alfa Centauri, paragrafo su :"Miti e leggende del ventunesimo secolo").
Roberto Mahlab