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Roberto Mahlab
Amministratore
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Inserito - 29/01/2002 : 15:46:30
Il primo messaggio che avevo scritto alla creazione del nostro sito Concerto di Sogni si intitolava DoReMiFaSolLaSi. In origine era un messaggio di benvenuto pubblico a tutti gli ospiti, ma scrivendolo mi ero accorto che, scomponendo le parole che avevo usato, si ottenevano tutte le note in sequenza casuale e ripetuta. Ad esempio se mi viene in mente di scrivere :"Mi sono specchiato in un laghetto ed oltRe al Mio viso ho intravisto quello della SiRenetta", ottengo la sequenza Mi Re Mi Si Re. Il messaggio e' lungo qualche kappa e ho immaginato di suonare le note che conteneva e poi mi sono chiesto se esisteva un collegamento, sia pure casuale, tra cio' che scriviamo e la musica che accompagna in tal modo quello che scriviamo. Avevo provato a suonare il mio messaggio.Poi e' accaduto che per altri messaggi, quelli piu' sentiti, in cui narravo le mie realta' cercando di sfumarle tra le brume di racconti, mi veniva in mente una colonna sonora e adesso quando rileggo quei messaggi canticchio la rispettiva colonna sonora che mi ritorna in mente, come una memoria di singola ed esclusiva appartenenza. Domani sera andro' ad annaffiare le mie piante, presto sara' tutto in fiore, dall'ibisco alle rose, dai ciclamini ai gerani, dalle orchidee alle camelie e quei colori nel buio mi hanno portato direttamente al pianoforte e ho cominciato a suonare una sequenza semplicissima di accordi, un do, poi un sol e poi un re, solo tre, un quattro quarti con solo tre accordi invece di quattro per l'arpeggio e poi con la destra le note singole della melodia, solo tre invece di quattro e l'ultima e' rimasta lunga, un sol, come se rimanesse li' cercando dove andare, come completarsi, mi sono sempre sorpreso come da un linguaggio cosi' povero di lettere, sette, si potessero combinare tante infinite permutazioni, ma e' la prima volta che sospendo una nota, una permutazione in piu', un canto che non e' necessario completare, finire, per due volte, e poi per altre due volte ci ho aggiunto un la e poi per altre due volte al posto di quel la e' comparso un arpeggio completo all'indietro dal fa al re. Poi quel fa sospeso di nuovo dall'inizio, ma stavolta comprendeva due accordi, un fa solo accompagnato da due accordi diversi. Mi accorgo di non stare parlando di musica con i termini precisi disponibili, farei rabbrividire qualsiasi esperto, ma e' questo e' solo un racconto di una musica. Avevo cosi' paura di non ricordare poi piu' quella composizione che l'ho scritta due volte, certe volte mi servirebbe una terza mano e il foglio l'ho messo in tasca, dimentichero' certo la sequenza e con quel foglio forse domani potro' ricostruirla, con quel fa sospeso. Non era il risultato della scomposizione delle parole di un racconto e non era neppure una colonna sonora che accompagnava un racconto, avevo saltato quei passaggi, suonavo direttamente me. Quel foglio su cui ho scritto accordi e note non sara' sufficiente lo so, non ho segnato il ritmo della sequenza, quelle stesse note suonate con un'altra cadenza non saranno piu' il me di questa sera, comunque saranno una traccia e mi ricordero' del fa sospeso. Il piano e' un Schiedmayer color nocciola, e' accordato benissimo, i tasti hanno sempre risuonato di quel timbro giusto, quello pieno, profondo, dolce, come il suono limpido e puro delle gocce che cadono in uno specchio d'acqua, come il gusto chiaro, preciso e unico di un vino rosso secco. Vi ho scritto queste parole perche' in caso perdessi quel foglio, rileggendo questo messaggio forse mi tornera' in mente quella melodia, la cui memoria ho affidato a questo messaggio. Grazie della collaborazione amici:-). Roberto
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consuelo
Curatore
Italy
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Inserito - 29/01/2002 : 17:12:03
Suoni qualche strumento?
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Paolo_Talanca
Senatore
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Inserito - 29/01/2002 : 20:16:21
Ciao Roberto, questo tuo messaggio apre di sicuro un modo particolare di pensare alla musica. Personalmente m'incuriosisce molto ciò che tu hai scritto: il formulare pensieri che sentiamo davvero nostri, sensibilità esternate, cacciate dal nostro mondo per un urgente bisogno di ricercare l'assolutezza delle cose è esigenza di molti ed arrivando a pensare che in questi pensieri si susseguono fonemi che combaciano con le note mi fa pensare davvero che (riconoscendo la musica come stimolatore dei sensi) la melodia che ne viene inevitabilmente fuori rappresenti una parte di noi stessi. Mi fa pensare in particolare il fatto che quella melodia ha tutta l'impressione di essere preesistente dal ragionamento. Mi spiego: secondo me quando ragioniamo per formulare pensieri e scriverli, mettiamo in moto un meccanismo mentale che ci porta a delle soluzioni da scrivere. Facendo quello che hai detto tu noi non facciamo altro che raccogliere il frutto del nostro essere, in modo naturale, senza il bisogno della ragione che faccia ordine, raccogliamo una divina ispirazione che è venuta fuori trasversalmente, quindi già esisteva altrimenti non avrebbe senso venir fuori in quel modo. Diventa davvero colonna sonora del nostro essere. E' altrettanto vero però che poi il ritmo comporta moltissime soluzioni diverse ma credo non ci sia dato di sapere troppo, forse è già tanto conoscerne l'altezza dei suoni. Io credo che questo meccanismo delle note che vengono fuori dai nostri pensieri scritti non si allontani da quello che si prova quando, innamorati, ci sembra d'amare una persona già da prima che la conoscessimo. Un salutoNoi sogni di poeti |
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