renato.
Villeggiante
Italy
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Inserito - 30/01/2003 : 17:43:43
La mattinata passò in un baleno, a casa i suoi genitori l’aspettavano per pranzare insieme. Di solito era sempre una festa, papà scherzava con Valentine e la mamma restava ad osservare sorridendo, si raccontavano delle esperienze della giornata, Valentine raccontava di cosa aveva imparato a scuola e il suo papà di qualche buffa e comica situazione che capitava tra i colleghi di lavoro e si finiva sempre a ridere a crepapelle. Quel giorno però non era così, il suo papà mangiava taciturno la minestra guardando nel piatto come se vi cercasse dentro qualche cosa, Valentine invece era come sempre e raccontò ridendo del suo compagno Marco che si nascose sotto il banco per non farsi vedere dalla maestra che lo voleva interrogare. Basta! tuonò il papà, è buona educazione mangiare in silenzio. Valentine ci rimase così male che non riuscì nemmeno a finire di mangiare, la mamma li guardava tutti due con aria preoccupata. Valentine rimase con gli occhi bassi non sapendo come comportarsi. Scusami Valentine, disse il papà, ma è che oggi ho un gran mal di testa, ora se hai finito vai in camera tua, avrai senz’altro dei compiti da fare. Valentine si alzò piano e augurò loro buona giornata come sempre faceva e si avviò verso la sua cameretta, mentre saliva le scale sentì le loro voci, suo padre piangeva, l’azienda dove lavorava stava per chiudere e gli avevano consegnato la lettera di licenziamento, i conti in banca erano quasi in rosso perché spendevano molto per comprare vestiti e altre cose per Valentine, avrebbero avuto dei tempi duri d'ora in avanti ma si promisero di non dire niente alla bimba. Valentine corse in camera sua e pianse così a lungo che il suo scrittoio divenne un lago. Aveva scoperto che suo papà le aveva raccontato una bugia, non lo aveva mai fatto. Chiamò la voce con insistenza, ti prego vieni ora ho bisogno di parlare con te, ma nessuno rispose anche lui mi ha raccontato una bugia disse singhiozzando, mi disse che sarebbe restato ancora per qualche giorno ed invece se n’è già andato. Si addormentò dopo cena con la tristezza nel cuore. Valentine…, Valentine svegliati. Lei aprì gli occhi ma finse di essere indifferente, ah sei qui disse. Vuoi che resti o che me ne vada? Fa lo stesso, se vuoi restare resta, ma in cuor suo voleva che restasse ma il suo orgoglio era ferito e non vedeva l’ora di dimostrargli il suo rammarico, infine prendendo coraggio chiese: dov’eri oggi quando avevo bisogno di te? E man mano che parlava s’ infervoriva sempre di più, il mio papà sta per essere licenziato lo sai? Noi dovremo andare in giro a chiedere la carità e tutto questo per colpa mia che non pensavo di aver mai fatto nulla di male, io avevo solo bisogno di qualcuno che parlasse un po’ con me, ti ho chiamato tutto il giorno ma non hai voluto ascoltarmi, finì la sua sfogata pestando con un piede sul pavimento. Ci fu una lunga pausa, tanto lunga che Valentine pensò di averlo fatto arrabbiare e quindi se ne fosse andato. -Valentine disse la voce poco dopo con molta calma, io ero qui, e ti ho anche preso in braccio -non è vero, non mi hai risposto disse singhiozzando, perché voi adulti dovete sempre raccontare le bugie a noi bambini? Credete che siamo così stupidi da non poter capire? -Senti Valentine, andiamo a sederci un po’ fuori sul tetto, ti svelerò un piccolo segreto disse la voce, -non ho voglia di andare sul tetto oggi, -c’è una buona aria Valentine, ancora migliore di quella di ieri e poi... guarda la luna, non ti sembra che sia ancora più luminosa? La luna e le stelle l’avevano sempre calmata infatti, così si convinse e andò a sedersi sulle tegole vicino al comignolo ma tirando sempre un po’ su con il naso. -Ebbene quale segreto? -Il mio segreto dunque, Io ci sono sempre Valentine ma mi potrai sentire solo quando la tua mente sarà sgombra, se i tuoi pensieri corrono come gazzelle io non riuscirò ad entrare, per questo il momento migliore è quando stai per addormentarti. Valentine rimase un po’ pensierosa poi chiese: perché gli adulti raccontano bugie a noi bambini? -Ci sono molti tipi di bugie, c’è la menzogna che si dice quando si ha paura della verità o meglio di quello che la verità può farci, paura di perdere il proprio potere sugli altri, ma sempre e comunque perché non si sa ascoltare ciò che dice il proprio cuore, poi ci sono le bugie a fin di bene come quella del tuo papà. -Ah già me l’ero dimenticata -Vedi Valentine, il tuo papà ti vuole talmente bene che farebbe di tutto pur di non farti del male, ognuno ha i suoi problemi ed è convinto che tu non possa risolvere i suoi ora, perché dovrebbe affliggerti? -Perché credo che i bambini siano semplici, a volte anche le soluzioni che sembrano difficili in realtà sono semplici. -E tu che soluzione avresti per il tuo papà? -Beh io mi accontento di poco, saprei rinunciare a tutto pur di avere il mio papà così come è sempre stato. -Saresti capace di dirglielo? -Forse oggi non è il momento opportuno. -Forse oggi è il momento in cui gli puoi veramente accarezzare l’anima, vai, io ti aspetto qui. -Ho mio Dio cosa mi fai fare ma so che sei una voce buona e non mi farai del male. Lentamente, con il cuore che batteva all’impazzata scese le scale, il suo papà era ancora in cucina, aveva gli occhi arrossati e la guardò sorpreso. Valentine Le si avvicinò e l’abbracciò. Papà, disse, ti voglio bene e nessuno al mondo, nessuna cosa al mondo potrà farmi cambiare idea. Il papà la strinse a sé così forte da toglierle il respiro e la tenne stretta a se per un secolo, tanto che i due cuori si misero battere all’unisono. Felice con gli occhi che brillavano tornò sul tetto e raccontò per filo e per segno alla voce ciò che era successo. Avevi ragione gli disse, il mio papà mi vuole veramente bene. -Sono felice per te rispose la voce, -lo sono anch’io, seguirò il consiglio del segreto che mi hai detto, cercherò di sgombrare la mente dai pensieri cattivi così quando avrò bisogno di parlare con te ti potrò sentire. In cielo e le stelle presero a brillare come non mai. Valentine rimase ancora un pochino a meditare su ciò che era accaduto in questa giornata, poi ripetè tra se e se ciò che il suo nuovo amico le aveva detto: si raccontano bugie perché si ha paura della verità, perché non si sa ascoltare il proprio cuore o perché non si vuole ferire chi ti vuol bene. -Allora l’uomo in fondo non è cattivo chiese? -No… non lo è, rispose la voce con la sua solita dolcezza, ma ora mia piccola amica è meglio che torni a riposare, domani hai ancora la scuola che ti aspetta. -Ti ritroverò anche domani chiese Valentine? La voce sospirò e disse: Se mi vorrai… ci sarò anche domani. La luna brillava nel cielo, i grilli nel campo ballavano, cantavano, Valentine friniva nel sonno come se nel suo sogno anche lei facesse parte della festa. Fine seconda parte
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