Dominique LaPierre-Un dollaro, seimila chilometri.Il primo libro che ebbi la fortuna di leggere di Dominique LaPierre si intitolava “Stanotte la libertà”.
Si tratta del racconto delle vicende che accompagnarono l’uscita dell’Impero Britannico dall’India.
Iniziai a leggerlo alle nove di sera e mi fermai solo quando l’ebbi terminato a notte fonda.
Tra l’altro scrisse “Parigi brucia”, che riguarda la ritirata dei tedeschi da Parigi, con l’ordine di incendiare la città, “La città della gioia”,la vita degli abitanti di Calcutta, le migrazioni dei contadini nelle bidonville e i vari modi per sopravvivere.
Grande conoscitore dell’India, si dedica alla beneficenza, occupandosi dei più derelitti al mondo, i poveri e gli ammalati soprattutto di colera e lebbra.
In questi giorni è uscito il suo nuovo libro “Un dollaro, seimila chilometri”.
Racconta della sua prima avventura da adolescente attraverso il Messico, gli Stati Uniti, e il Canada. Aveva solo 17 anni , pochi dollari e lavorava per campare e viaggiare.
Instancabile nelle sue attività di reporter, di scrittore e uomo di grande sensibilità verso i più sfortunati,pieno di entusiasmo, di verve e di carica umana, LaPierre nel presentare il suo nuovo libro ci ha mostrato il campanellino dell’Uomo Cavallo di Calcutta che porta sempre con sé e che ha soprannominato il cellulare dei poveri.
Con questa sua ultima opera ci dice di volere scuotere i giovani dal torpore,vuole incitarli a cercare l’avventura, e a conoscere il mondo.