Il luogo era ancora tranquillo. Il mattino era appena iniziato ma gia’ alcune autovetture stavano cercando un parcheggio quasi impossibile da trovare in quel luogo di dolore e di speranza. Alcune persone stavano camminando., chi frettolosamente, (e da quei passi affrettati si poteva capire che erano medici, infermieri o inservienti che cominciavano la loro giornata di lavoro),chi con passo stanco, soprattutto persone anziane che cercavano il luogo giusto dove entrare per poter alleviare le loro sofferenze o per
venire a conoscenza del loro destino.
L’uccellino si trovava su un ramo di quell’albero,che in mezzo a tanti, fiancheggiava la strada e stava fermo su un ramo frondoso. Non si vedeva. Era nascosto e quasi timoroso di farsi vedere per paura che qualcuno potesse disturbarlo o potesse in qualche modo fargli del male.
Allesoria stava recandosi con passo stanco verso uno degli edifici cosi’ numerosi in quel grande ospedale,dicendo a sé stessa che alla sua veneranda età non poteva piu’camminare veloce o correre come quando anni prima con il suo fratellino Vanni faceva gare e scommetteva con lui la vincita di quella particolare merendina cosi’ gustosa offerta dalla loro mamma, per chi arrivava primo alla sua chiamata.
Ricordava anche quel particolare luogo chiamato ‘ La Madonnina’ dove con gli amici soleva giocare a nascondino o a palla e a tutte le corse e tutte le gare vinte.Ora la sua età non le permetteva tutto questo e solo il dolce ricordo di quei momenti rimaneva dentro di sé
Il tempo del dolore era arrivato e ogni giorno che passava la paura aumentava. La tenaglia dentro di lei continuava a stringere e ormai ogni speranza si andava affievolendo mentre la depressione stava prendendo il sopravvento.
Quella particolare mattina Allesoria si sentiva particolarmente depressa. Pensava che il suo tempo stava arrivando al termine anche se i medici avevano dato responso positivo sulla sua malattia ma Lei non ne era convinta. Da molto tempo il male aveva preso possesso della sua vita
Tutto era tranquillo e camminando passo’ sotto l’albero. In quel momento l’uccellino come per un ciak di una sequenza di film comincio’ a far uscire delle note dal beccuccio. Il suono si propago’ nell’atmosfera come un trillo e le note salirono di tono. Tutto il mondo si fermo’ e in quei pochi secondi solo quel suono argentino si senti’ partire dall’albero ed incanalare tutti i rumori. Quel canto duro’ pochissimo mentre nello stesso tempo il sole comincio’ a brillare.
Allesoria si fermo’, lancio’ uno sguardo in alto, attese e assorbi’ quel canto innocente.
In quel preciso istante tutto cambio’. La sua anima comincio’ a respirare nuovamente.
Il cuore ricomincio’ a battere ritmi sereni.
La sua mente si apri’ alla speranza perche’ se un canto cosi’ armonioso e cosi’ allegro di un uccellino che cantava la vita e un sole cosi’ splendente e un cielo cosi’ terso e di un colore cosi’ azzurro potevano esistere, allora la speranza e l’essere positivi potevano ancora fare parte della sua vita.
Un qualcosa di dolce e di sereno come d’incanto si instauro’ dentro di lei e con passo piu’ leggero e piu’ armonioso, passo che ricordava il tempo della sua giovinezza, si incammino’ verso il suo quotidiano appuntamento
ScarlettOharaconilsuoprimomodestoracconto