Il viaggio di sola andata era trascorso in vagone letto, il viaggio di ritorno con un bel treno veloce che ci ha riportato a casa in pochissimo tempo.

Il ritorno si é trasformato in un incubo.

Ho appreso tutta la vita di una ragazza,la sorella partoriente, fratelli , zii e cognati con turni in ospedale. Dopo due ore la notizia della nascita del popo, la guardai con simpatia e abbozzai un sorriso. Mi guardò con irritazione.
L'avevo disturbata.
Mentre parlava al cellulare si muoveva, sorrideva, come se avesse davanti l'interlocutore.
Prima di chiamare un'altra persona si rassettava l'abito e si dava una guardatina allo specchio. Si trovava esattamente davanti a me, a pochissima distanza, sentivo il suo respiro, si può dire.

Mi girai, sentendo una gaia voce squillante,ecco la storia di un'altra persona, una simpatica ragazza, piena di verve, dotata di molto garbo e buone maniere, che dopo un paio di telefonate lunghissime, chiuse il cellulare. Era una studentessa che rientrava a casa il venerdì sera.
Vi risparmio la sua storia, ma la ricordo ancora adesso.

Iniziò il mio vicino, addio relax in un bel treno comodo.
Ero stata male la notte precedente durante il viaggio di andata, poi ebbi un collasso al ministero.Il mio cuore non andava tanto bene, già da allora.
C'é di buono, che,avendo chiesto alcune indicazioni ad un autista, la sua risposta mi diede il buon umore e, per lo meno, partita da Milano angosciata, ne tornai ridendo.

Mi domandai perchè non si predisponesse uno spazio per le persone che telefonano, un vagone speciale oppure, meglio ancora, un bel salottino, riservando l'uso del cellulare alle emergenze,proprie o collettive, a discrezione,senza regole pre-definite.

Il problema evidentemente si é posto, io ho veramente sofferto.Le persone in treno parlano, dormono,leggono, mangiano.
Quando si ha lo scompartimento a sei posti va tutto bene.
Da Lyon ho potuto dormire fino al confine completamente distesa , perché un gentile passeggero ha piantonato la porta dello scompartimento per garantire la tranquillità di sua moglie e,di conseguenza, anche la mia.

Ora c'é la tendenza a trasformare le carrozze a scompartimenti in carrozze -pulmann e per viaggiare decentemente occorre veramente un po' più di educazione.

Quanto al vagone fumatori posso raccontare questo episodio.
Sul bellissimo treno Donizetti da Rimini a Milano non c'erano più posti in vagone NON-fumatori .
Prenotai perciò il vagone fumatori, era necessario rientrare.
Mi trovai in compagnia di quattro non-fumatori e un fumatore che educatamente se ne andò in corridoio, sentendosi alquanto importuno.
La buona educazione in fondo fa più delle regole e dei divieti.

E. F.