Sconosciuta cantastorieMuta e solare negli incompiuti schizzi
dei tuoi occhi terra di Siena
leggo la naturalezza di ciò che non siamo:
io l'argine della tua creatività
saccheggiata dalle mie mani di sabbia
tu il sogno che pervade
la coscienza del mio ego.
Il tuo cuore è chiuso in un lontano
irraggiungibile arpeggio
la tua pelle nell'alba del deserto
ove il vento di quella sera
farà ritorno in un'altra stagione.
Tra le festose stanze
gravide di versi e polverose rime
le mie grida incompiute
l'azzurro e scalzo mio disordine
lasciano sul tuo corpo
di fragilissima membrana
sanguinanti speranze di perdute giovinezze.
Sconosciuta cantastorie
eri il mio spazio e il mio tormento
eri me stesso
non dire che vuoi le mie parole
ormai stanche
e i miei versi legati alla zattera di rose.
Vorrei non conoscerti
per amarti
sempre di più.