Vorrei soffrire
per l'umanità dispersa
nel fuoco e nell'orrore
di una inesistente
supremazia razzialeVorrei morire
centinaia e centinaia
di volte
Vorrei annegare
nel dolore
dell'inutile sacrificio
di bambini donne
famiglie insanguinate
distrutte dalla ferocia
Vorrei essere capace
di piangere
di urlare
mille e mille volte
per la loro pace
vorrei dare a loro
mille e mille lacrime
amare
come le erbe di Pesach
Vorrei riuscire a capire
ciò che non può essere capito
vorrei aver vissuto
vorrei aver condiviso
il dolore
che non ho provato
Vorrei dare
qualcosa di me
a quelle mani tremanti
a quel sangue innocente
a coloro che hanno lasciato
la propria vita
al nostro ricordo.
scritta il 23 novembre 1991 nell'anniversario della deportazione della comunità ebraica di Gorizia
elisabetta