Bhanu Bakta Narajan
o la vera storia del cavallo himalaiano
Il cavallo himalaiano
è un dio cavallo.
Riti feste cerimonie.
Presenzia.
Da un migliaio di anni.
Ma anche lavoro, duro, ingrato.
Arriva l’uomo occidentale:
- Voglio il cavallo- dice;
e paga per portarlo con sé.
Il cavallo è contento,
il portamento regale.
Il cavallo himalaiano
è un re cavallo.
Nella vetrina
tra cento presenze
al posto d’onore
è subito amore
E quando ripasso
rallento il mio passo
rinnovo l’affetto.
Sarebbe perfetto.
Passano i giorni,
continuo i ritorni
davanti al negozio;
non solo per ozio.
L’albergatrice ha la puzza sotto il naso, tutto il resto è bellissimo: le cime del Brenta, le rocce del Grosté, le malghe, i laghetti, i boschi, il gelato pochino pochino al cioccolato….e il cavallo himalaiano.
- Se proprio ti piace - dice Mirella – prendiamolo -.
- E’ un pezzo unico, devo sentire Maestri -.
- Un milione e sei - . - Va bene -. Si impacchetta e via.
Ora Bhanu veglia sulla nostra casa con la sua statica regale serenità.
Ogni tanto ricorda, per la verità con poca nostalgia, la sua poliandrica padrona, i pezzi di cadavere da portare al limitare della foresta per farli divorare alle belve, l’odore del sangue dei bufali sacrificati per la festa della dea Kalj.
Il re cavallo ora è felice. Ascolta tutte le nostre discussioni e appiana le divergenze, assorbe tutti i nostri problemi e li risolve. Non è un lavoro da poco. Si rilassa stando ad ascoltare le storie dei suoi compagni di collezione.
giulianorossi