LETTERA AL VENTO (RISCRITTURA)Il pomeriggio stava morendo, il sole si schiacciava contro la terra esplodendo in scintille di mare, quando arrivai. Arrivai all’inizio dell’estate, ma per me già fioriva l’autunno, le foglie coprivano il ghiaccio induritosi nel mio petto. Cercai. Ho cercato ogni atomo del tuo essere. Ho cercato ogni capillare che mi congiungesse a te. Mi strazia la mente… - ho cercato ogni atomo del tuo essere - - ogni capillare che mi congiungesse a te- - a te - - a te -
E’ una bomba che esplode. - a te -
Tanti anni fa, su quest’isola, consumai una notte con te e poi abbandonasti la mia anima ed io mi persi nell’orizzonte di questo mare, nel tuo ricordo.
E’ un dolore che spacca la mente – a te –
Sola.
E mentre ti spacca la mente tu non sei più nessuno. – non ci sei più… -
La vita mi ha negato una finestra in cui trovar confini, trovare una dimora e quindi vago.
Non sei più nessuno e scappi alla ricerca di te stesso. – Dove sei?? –
Ho trovato qualcosa di te, ho trovato l’illusione del tuo corpo in un medico. Ti ha suturato le vene quando tentasti di ucciderti. Così ho giocato con le sue mani. Perché ti avevano toccato, quelle mani. Ho lasciato mi toccassero e diventassero parte di me…
E la mattina, nel suo letto squallido della sua squallida pensione, ho sentito per qualche attimo il tuo tepore.
Antica speranza che mi confonde…- ti cerco – Povera illusa che ti cerca.
Gli ho donato il mio corpo, il mio conforto, in cambio del tuo ricordo, in cambio di un sospiro che mi portasse indietro, indietro negli anni, nei mesi, nei minuti, nei secondi e nella frazione di quel secondo… - ancora, ancora una volta - …in cui i tuoi occhi incrociarono i miei ed i miei si lasciarono penetrare dai tuoi rubandomi il futuro.
Quale futuro può esistere ora, per me abbandonata lontano? – ti cerco –
Ti ho cercato, amore mio, in ogni atomo di te che è disperso nell’universo. Ne ho raccolti quanti mi era possibile, nella terra, nell’aria, nel mare, negli sguardi e nei gesti degli uomini.
Ti ho cercato nella lontana montagna di queste isole. E più salivo, più una vaga leggerezza mi portava alla cima. Quasi la mia tristezza cingesse il cuore degli uomini che incontravo, complici sorrisi di anime che ti colgono con semplici sguardi.
I loro occhi brillavano. Brillavano come erano scintillati a me nel vederti. Ed il vecchio pastore, anche se a me ricordava un’antica scultura, stese il braccio indicandomi la via. Ho raccolto il baglior dei suoi occhi e l’ho nascosto nelle briciole di questo tavolo…su cui sto cenando.
Tento invano di ricostruirti. – come puoi essere andato tanto lontano? –
Lassù ho visto il mare da una finestra inferriata, era ricamata di vite. Il mare era semplice infinito ed una poesia aleggiava nelle mie membra:
Se il mio cuore fosse troppo piccolo per comprenderti,
squarcialo,
lasciando un dolore così vasto da non poter essere udito
ed io ti assaporerò nel silenzio dei rintocchi delle ere,
brevi granelli vibranti d’infinito,
ed il tuo essere sarà così solo mio,
nell’eternità di quest’attimo…amato mio…
Se le mie mani fossero troppo fragili per trattenerti
posa la tua guancia sul mio seno
così che la passione si strappi dai sogni e prenda sopravvento sulle nostre labbra
ed immortaleremo la vita,
fugace volo d’essere umano,
sì,
la immortaleremo,
amato mio…
Se i miei occhi fossero troppo velati per riconoscerti nel caos,
strozza la mia voce,
così ch’io sia costretta a spalancar il mio vedo
e possa scorgere davanti a me il tuo volto,
dolce ritratto di serena armonia…
triste apparenza d’antico amore, amato mio…
Non abbandonarmi per l’ardor dei venti su quest’isola idilliaca,
non spegner la fiamma oramai divampata…
amato mio…
Ed allora ho scrutato il mare che ti aveva rispecchiato, ti aveva reso esistente giocando di specchio, si burla sempre della realtà il mare, o il lago, o lo specchio, o i miei occhi che riflettono il tuo ricordo negli occhi degli altri.
- ti cercano negli occhi degli altri -
I miei occhi… che riflettono il tuo ricordo nel riflesso del mare rendendoti possibile idea di uomo esistito. E… mi ha ridato la speranza di trovarti ancora il mare…
Finestra… la vastità del reale è rinchiusa in un rettangolo?
No, la vastità del reale non esiste così come l’idea del rettangolo non esiste, esiste solo la possibilità che noi regaliamo significato alla materia per renderla vissuta, vivente.
Dimmi, chi ti regalerà ancora tanto amore, tanto significato da renderti ricordo esistente, se non io?
Chi ti potrebbe cercare ancora se non io?
Non avevi diritto a tradirmi così, spezzare il filo tra me e te… Senza neppure io sappia dove tu sia.
Mi lasciasti alle rive di Nasso e mi svegliai con la solitudine abbracciata al mio ventre, il nulla ad aspettarmi al frastagliar delle onde.
- non tremila anni basteranno a restituir l’amato ad una donna…-
Non tremila anni potrebbero bastare a riparare l’errore dell’avermi abbandonata.
Son lacerata sol io da quest’attesa che invecchia il corpo, nell’illusione tu possa esser ritrovato. Magari in un bar, magari nel mare, vedere il tuo nome su quella lapide… per sapere che una fine esiste, così che la rassegnazione sia posta nel mio cuore e la mia distruzione trovi pace vicino al tuo cosmo…
Shirin