Libero di scegliereDa diversi giorni Antonio aveva forti mal di ventre. Alla fine si decise ad ascoltare il consiglio degli amici e si lasciò ricoverare in una famosa clinica privata. Dopo essere stato sottoposto a tutte le analisi del caso, il direttore gli parlò.
«Nella nostra clinica» gli comunicò compiaciuto il direttore «vige il principio della massima libertà per tutti, sia pazienti, sia dottori. Abbiamo sottoposto le sue analisi ai professori A, B e C, i quali in piena libertà e autonomia daranno le loro diagnosi e indicheranno le corrispondenti terapie. Con altrettanta libertà e autonomia Lei potrà esaminare le proposte terapeutiche che le verranno presentate e scegliere la cura che riterrà migliore per Lei. Noi rifiutiamo le pretese dogmatiche di chi, anche in campo medico, pensa di avere trovato l'unica verità e vuole imporla a tutti. In fondo, ciascuno deve essere libero di pensarla come crede. Chi si cura in un modo, chi si cura in un altro. L'importante è curarsi! Quello che conta non è il tipo di cura, ma la fede nella cura. Se uno crede che la cura che sta facendo è quella giusta, certamente sarà guarito. Le vie che conducono alla guarigione sono molte. Nessuno deve permettersi di giudicare la terapia di un altro solo perché è diversa dalla propria. Simili forme di intolleranza non devono essere più tollerate! Lei quindi potrà scegliere in piena libertà la cura di suo gradimento, essendo sicuro che in ogni caso avrà il massimo rispetto da tutto il personale della clinica.»
I responsi dei tre medici sulla malattia di Antonio furono i seguenti:
Prof. A - Diagnosi: Disturbi psicosomatici di natura nervosa.
- Terapia: Camomilla e riposo.
Prof. B - Diagnosi: Disturbi all'apparato digerente.
- Terapia: Dieta a basso contenuto di grassi.
Prof. C - Diagnosi: Peritonite acuta.
- Terapia: Intervento chirurgico immediato.
Antonio poté scegliere in piena libertà. Non si sa quale fu la scelta; si sa soltanto che dopo un mese morì.
Marcello Cicchese