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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/05/2003 : 12:56:11
La Concerto News System ha dato l'annuncio dell'uscita dell'atteso primo numero della rivista Harp of David, la potete leggere all'indirizzo: https://www.concertodisogni.it/newsletter/harp_of_david_1.htmSono rimasto colpito dall'interessantissimo articolo di Diana Datola che ci illumina sulla cosmologia galileiana e in particolare scrive che :"Qualcuno sostiene che forse oggi non e' piu' necessario leggere opere come il Dialogo Galileiano, in quanto e' un dato acquisito che la Terra gira intorno al Sole. Una simile affermazione e' invece la dimostrazione della necessita' assoluta di conoscere e far conoscere quest'opera". Vorrei allargare il discorso alla necessita' assoluta di conoscere e far conoscere tutti i testi che ci riportano la Memoria del pensiero e della Storia umana in tutti i campi e per cercare di dimostrarlo parto da un caso particolare. Spesso io mi chiedo se quanto accaduto a me personalmente, l'essere stato inseguito in questi mesi per il mio essere ebreo, sia stato solo un brutto sogno, oppure una casualita', e' capitato, ero li' ed e' capitato a me. Quando lavoro, cammino in montagna e tanto altro mi viene da pensare :"Bah, capita, un caso isolato, puo' succedere come succede che si inciampa su un marciapiede, la vita e' ben altro per fortuna". Poi ci ripenso e mi preoccupo, e se non fosse stato un caso isolato? Poi mi capita di leggere testi strani, non solo su internet, su alcuni giornali, e poi mi capita di ascoltare voci di persone che si considerano personalita' e anche qui ogni tanto mi preoccupo e l'istante dopo, immerso nel lavoro o nello sport, ne rido, come di cose senza importanza, voglio dire che dopotutto esiste il sole come esiste l'ombra. Pero', mi chiedo anche, ma quanti sono? Se il mio caso e' stato appunto un caso, non c'e' da preoccuparsi, se quei testi e quei discorsi sono casi tra i mille testi e i mille discorsi, be', e' la varieta' del mondo a manifestarsi, dunque forse non c'e' da preoccuaprsi. Pero' poi succede che vado in palestra e una persona che conosco di vista mi si avvicina e mi dice :"Meno male che non tutti gli ebrei appoggiano Sharon". Voglio dire, se io conoscessi una persona che so essere, per esempio, hindu', non e' che mi viene in mente di dirle :"e meno male che non tutti gli hindu' la pensano come quel signore che mi hanno detto aver detto ecc ecc ecc", cioe' non e', come dire, normale, avvicinare le persone per fare loro simili discorsi. Comunque, al mondo c'e' giustamente di tutto e ognuno puo' dire quello che vuole, mal che gli vada perde l'interlocutore e cosi' meglio concentrarsi sugli esercizi che l'istruttore mi ha dato da fare. Poi succede che vado a ritirare l'assegno da un cliente e chiacchierando del piu' e del meno non so come si finisce per parlare della situazione dell'economia mondiale piuttosto stagnante e all'improvviso mi dice :"che roba, Israele fa' agli altri quello che e' stato fatto agli ebrei, questa e' la causa dell'instabilita' del pianeta" e allora io gentilmente rispondo che non mi sembra il caso fare dei discorsi del genere proprio in Europa, un europeo dovrebbe pensarci due volte prima di fare discorsi falsi che riguardano il popolo ebraico, dati i precedenti del continente. Ma l'interlocutore mi risponde :"ma hitler non ha ammazzato mica solo gli ebrei!". Torno in ufficio scrollando le spalle, dopotutto e' stata una persona, una, a farmi quei discorsi, certo tutte le persone che incrocio sul marciapiede hanno ben altro a cui pensare che delle presunte colpe di questo o di quello. E non vi dico quello che ogni tanto ci dobbiamo sorbire Beppe e io in mail box, quando dobbiamo leggere assurde similitudini razziste che ci vengono indirizzate perche' abbiamo osato costruire questa casa del rispetto che non permette l'ingresso ai violenti. Pero' accade raramente, certo fa' impressione, ma una volta ogni due o tre mesi si puo' anche valutare come fisiologico, sono casi isolati. Poi ogni tanto quando capita di parlare con qualcuno che non conosco, mi viene in mente :"mah, chissa' se con questa persona si puo' approfondire qualche discorso, poi magari mi chiede l'origine del mio cognome e inizia con quegli argomenti a cui non c'e' riposta, come si puo' rispondere, come si puo' dialogare con una persona che non sa e parla per sentito dire... per sentito dire... certo ci sono tante persone che non parlano per sentito dire e sono la maggioranza, io credo in questo, anche perche' la maggioranza delle persone se sentono qualsiasi discorso, prima di crederci e sposarlo, magari si documentano, magari richiamano alla mente quanto hanno appreso a scuola, nei viaggi, negli incontri. Ma se nessuno rilegge Galilelo e se domani nasce un gruppo che inizia, per motivi che nessuno conosce, a propagandare in giro discorsi, anzi, testimonianze, su un universo che nulla ha a che vedere con le osservazioni galileiane? Se la Memoria di Galileo non ci fosse piu', chi potrebbe contestarle? Le persone, poche, molte, che mi hanno inseguito per la strada, che per un motivo che non conosco vedono in me, in quanto ebreo e quindi sionista e quindi amico di Sharon e quindi e quindi... una lista infinita di etichette senza neppure chiedermi che cosa penso... che vedono in me dicevo uno degli adepti di un gruppo che minaccia la stabilita' del pianeta, queste persone hanno mai letto la storia, la geografia, la scienza, la tradizione dei popoli... hanno mai letto qualche cosa di diverso dalla propaganda? Se non l'hanno fatto, sara' dura convincerli che stanno dicendo parole prive di senso. Ma allora chi continua a raccontare loro quanto vanno in giro a dire? E perche'? Qual e' il trucco che usano, qual e' il pezzo mancante del puzzle? La perdita della Memoria, se nessuno insegnera' piu' a leggere i dialoghi di Galileo, nessuno sapra' neppure che sono esistiti e un pezzo del nostro sviluppo umano non esistera' piu', perche' non riconosciuto esistente, cosi' se nessuno insegnera' piu' la Storia, essa non esistera' piu', esistera' uno spazio nero tra le parole di chi propaganda l'odio e il passato e sempre meno persone si volgeranno indietro a considerarlo come base dell'attuale conoscenza e sempre piu' persone si affideranno alle notizie, alle informazioni, di chi ha interesse a che la Memoria dei dialoghi di Galileo non esista piu', sostituita. Siamo a questo punto? Non lo so, non credo, magari solo un po', per qualcuno si', ma se Galileo scompare, saranno guai. Roberto
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elisabetta
Senatore
Italy
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Inserito - 20/05/2003 : 21:57:58
tu scrivi... "se nessuno insegnerà più la storia, essa non esisterà più’... ma c'é ancora chi continua ogni giorno ad insegnare la Storia. quella con la S maiuscola però. quella non solo propugnata da alcune correnti storiche revisioniste o negazioniste... ma quella provata da documenti e da ricerche continue in archivi e biblioteche. i luoghi della cultura che anche Galileo sicuramente frequentava... è vero che una generazione di insegnanti... quella cresciuta nel ‘68 e laureatasi in quegli anni in cui si lottava per una società più aperta e migliore... hanno smesso di studiare la storia e non sono riusciti così a tramandarla ai giovani delle generazioni successive... il problema è che oggi ci troviamo con una fascia di persone che in verità non hanno studiato la storia (e non per colpa loro) in maniera obiettiva e documentata in tutti i suoi aspetti a scapito della democraticità, della libertà di pensiero e spesso del rispetto del pensiero degli altri. negli ultimi mesi mi sono spesso sentita chiedere anche a scuola... ma a cosa serve studiare la storia?... serve a comprendere il nostro passato ed a capire come siamo arrivati al nostro presente... quando mi trovo davanti persone che minimizzano o negano addirittura certi aspetti documentati della storia... rifletto anche sul mio modo di insegnare la storia come un continuo susseguirsi di causa-effetto... mi chiedo come far comprendere ai nostri ragazzi, in questo momento storico così delicato e pieno di contrasti ideologici e religiosi, che ad esempio senza l’intervento americano nella seconda guerra mondiale non saremmo riusciti a sconfiggere l’orrore dei campi di sterminio e delle deportazioni. come far capire ai ragazzi che quotidianamente sono investiti dai media con una serie di informazioni spesso non del tutto esatte e spesso ‘di parte’ che la storia va studiata attraverso i documenti d’epoca, siano essi cartacei o meno. siano essi filmati d’epoca o le testimonianze orali. ma queste mie sono solo le riflessioni di una insegnante di storia che ogni giorno tenta e ritenta di far capire quanto sia importante studiare la storia in tutti i suoi molteplici aspetti e sotto i diversi punti di vista per rimanere nella piena oggettività del sapere.elisabetta |
Aquilone senza vento.
Emerito
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Inserito - 06/06/2003 : 20:23:46
La diversità è frutto della modernità. Nell'antichità, sebbene la diversità fra i popoli e le differenze culturali ad esse connesse fossero ben riconosciute ed espresse non si può parlare d'individuazione di differenze razziali e antropologiche. Nell'antichità nessuno si sarebbe mai sognato di fare una guerra per liberare una terra dagli eretici, come accadrà poi con l'avvento della modernità. Questo mi fa pensare che al progresso tecnologico non corrisponda un progresso etico e culturale.Se Galileo ha potuto abbiurare per non subire le pene dell'Inquisizione, e non morire per le sue idee come altri suoi contemporanei (come Giordano Bruno ad es.) è perché nessuna ideologia, nessuna religione, poteva non ammettere la sua scoperta. Magari non tutti sarebbero stati d'accordo con lui, non tutti avrebbero accettato che l'universo è scritto in caratteri matematici; ma nessuno avrebbe potuto negare quello che attraverso la sua invenziione, attraverso il cannocchiale potevano ora vedere. La storia invece non può essere vista, ma solo tenuta nella memoria nella conoscenza. Questo secondo me è uno dei più grandi problemi della nostra età: pochi conoscono la storia, molti la conoscono male. Se si conoscesse la storia si saprebbe che non ha senso andare contro un popolo perchè in passato o nel presente qualcuno di questo ha sbagliato, perchè la storia insegna che tutti sbagliano. Io penso che non si può odiare i tedeschi per gli errori dei loro padri, così come non vanno odiati gli americani per il lancio delle bombe atomiche, come non si possono odiare gli spagnoli e i portoghesi per aver cancellato civiltà importanti come quelle precolombiane, ecc... Io sono italiano, sono cristiano, sono europeo e se devo essere giudicato devo essere giudicato per quello che sono e non per quello che un altro italiano, un altro cristiano o europeo fa o ha fatto. Ma ho paura che questo non sia possibile finchè ci sarà gente che odierà ogni musulmano perché una piccola parte su miliardi di maomettani sono terroristi... Caro Roberto rabbrividisco al vedere certe cose, al vedere ad esempio che in Germania alla ricorrenza della morte di generali nazisti accorre gente da tutto il mondo. Allora mi fermo, e mi chiedo com'è possibile? Io penso che io, nella mia vita, ogni giorno, scelgo di seguire il bene o il male. Ma la mia scelta non dipende dalla mia razza, dal colore della mia pelle, dai lineamenti del mio viso, o dal ceppo della mia lingua, dipende dal mio essere uomo. Quando un uomo sbaglia, che sia un semplice cittadino o il capo di uno stato, non sbaglia da italiano, "ariano", ebreo o asiatico, non sbaglia da bianco, giallo, o nero: sbaglia da uomo. L'uomo senza storia è un uomo senza identità
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